-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
fino al 4.V.2003 Spazio aperto al disegno Bari, Sala Murat
altrecittà
Disegno, disegno, disegno. Nasce alla GAM di Bologna questo progetto che approda al nuovo centro d’arte contemporanea di Bari. Tanti artisti che rifletto su una tecnica antica e attualissima. Che in alcuni casi inizia a muoversi. Diventando video e animazione…
Infinite contaminazioni contemporanee, per un “segno” largo o quasi impercettibile, gestuale o “architettato”, riportato o ricalcato, “animato”, serigrafato o fotocopiato, digitalizzato, colorato o monocromo, in “Spazio Aperto al Disegno”, mostra ideata da Dede Auregli per la GAM di Bologna e curata a Bari da Ludovico Pratesi e Costantino D’Orazio, ben riassunta nel catalogo arricchito da interviste agli artisti. E ben vengano le iniziative “itineranti”, quando i nomi proposti sono giovani di qualità, come Stefano Arienti, Sergia Avveduti, Alvise Bittente, Giuseppe Caccavale, David Casini, Cuoghi Corsello, Elisabetta Di Maggio, Emanuela Ligabue, Federico Maddalozzo, Eva Marisaldi, Sabrina Mezzaqui, Alessandro Pessoli, Alessandro Pessoli, Stefano Ricci, Gian Luigi Toccafondo, Leonardo Pivi, Alessandra Tesi, Paul Thuile.
Propone un disegno non d’artista, la performance di un comune parrucchiere ritratta dall’unica pugliese in mostra, Sarah Ciracì o un’illusione ottica, tra spazio reale e illustrazione del reale nello stesso spazio, il ricercato pretesto fotografato da Paul Thule. Bianco/nero per l’architettura “indisciplinata” di Sergia Avveduti o per il disegno “sinopia” di Giuseppe Caccavale: spolvero inteso come opera d’arte “precaria”. “La manina morta assolutamente a mano libera…” è il divertissemant linguistico e grafico di Alvise Bittente come ironici sono i “colti” e incerti grafismi di Leonardo Pivi. Due letture opposte – è lo stimolante gioco proposto dall’esposizione – il segno che “galleggia nell’aria” di Sabrina Mezzaqui e quello tutto “femminile” di Eliabetta Di Maggio, pazientemente elaborato nel tentativo di “disegnare” il vuoto, intagliando 7 metri di carta velina: un lavoro “in levare” e non il tradizionale lavoro “in aggiungere” (Costantino D’Orazio).
Se il disegno è nei primi casi ancora legato alla “traccia” e al monocolore, accattivante è il cromatismo delle fotocopie “citazione” di Emanuela Ligabue, del lavoro di Federico Maddalozo o delle 86 serigrafie del “Passotriplo” di Alessandro Pessoli, Stefano Ricci e Gianluigi Toccafondo stese come una carta da parati sulla parete di fondo della sala. Il disegno annega nel rosso lacca dello smalto da unghie di Alessandra Tesi ed è il colore dominante dei teli stesi da Stefano Arienti: qui il disegno è associato al ricalco di stilemi etnici, in un illusorio giro del mondo. Di sicuro una delle opere più suggestive.
Ma il disegno si muove, prende vita o si dissolve nei tre video in mostra. Per Cuoghi-Corsello protagonista è Suf, una bambina-writer, un “cartone animato” che a sua volta disegna… Molto più stimolanti, in sequenza, i video di Eva Marisaldi e Alessandro Pessoli: ci invitano in spazi onirici differenti, il primo distensivo, l’altro inquietante. “Cukcoo”, della Marisaldi, è un immaginifico mondo incantato, fatto di alberi, barchette, soldatini, architetture gotiche, disegnate e ritagliate con cura, scansionate e riprodotte in serie ed animate in una scenografia regale, materializzazione di un universo infantile uguale oggi come ieri, come nei frammenti del film “Ludwig” di Luchino Visconti, fluttuanti in sfere sospese nell’atmosfera di tonalità rosa e glicine. Di contro, le più brutali violenze, incubi ed ossessioni “adulte”, esplosioni, fucili e armi bianche, sesso estremo e sadismo, pedofilia e aberrazioni di ogni genere, ectoplasmi sui quali aleggia inquietante la morte. È il “sogno ad occhi aperti” di “Caligola”: l’insensata e feroce volontà di dominio dell’uomo che si sviluppa nella fluidità di un segno cromaticamente ricco.
Ritorna il disegno nella sua integrità. Materializza incubi, e niente è più attuale.
articoli correlati
NextArt a Bari
giusy caroppo
mostra vista il 6 aprile 2003
Spazio aperto al disegno
Sala Murat, piazza del Ferrarese. Bari.
Martedì-domenica h. 17/24;
a cura di Dede Auregli, Costantino D’Orazio e Ludovico Pratesi
Ingresso gratuito
Catalogo (testi di Dede Auregli, Costantino D’Orazio, Ludovico Pratesi)
edito da GAM, Bologna – Associazione Futuro, Roma
6 aprile- 4 maggio 2003
WWW.FUTURONLINE.IT
[exibart]
…informarsi sul lavoro degli artisti è doveroso da parte di chi si occcupa di recensire. Sminuire e spendere una sola parola sulle opere in mostra è solo un peccato! nonostante sia una collettiva e con nomi di un certo rilievo e giovani interessanti ed esordienti.
Credo sia più facile perdersi in fiumi di parole, piuttosto che riassumere tutto in una sola.
Lasciami comunque libera di decidere cosa approfondire: si fa “critica” e non solo “cronaca”.
Giusy Caroppo