Una caserma nel centro di Como, cinquantadue stanze dall’aspetto spoglio, marziale, rivitalizzate dalle opere dei migliori artisti giovani emersi negli ultimi tempi. Il progetto Allarmi si sostiene sul lavoro di quattro curatori fra i più attivi a Milano e nel Norditalia: Cecilia Antolini, Ivan Quaroni, Alessandro Trabucco e Alberto Zanchetta. Il piccolo “miracolo” compiuto quest’anno è la tenuta globale dell’allestimento: ogni artista occupa una stanza, ma l’insieme regge, come se ci fosse un pensiero comune. Al visitatore la scoperta di tutti gli artisti, qui alcune segnalazioni e appunti sparsi.
Innanzitutto, le “guest star”: Marco Fantini presenta il suo primo video (inquietente e visionario, ma godibilissimo) in una stanza trasformata in sala cinematografica. Giuliano Guatta propone invece una straordinaria scultura: due figure umane più vere del vero, nonostante sia evidente che esse sono composte con stracci e camere d’aria. Sia Luca Piovaccari che Luigi Presicce modificano le loro usuali ricerche allestendo due delle stanze più in linea con la logica site specific.
Nel plotone dei giovani troviamo Marco Mazzoni, che propone i suoi ritratti “deformanti” eseguiti magistralmente con le matite colorate, e Gerhard Demetz, che ingrandisce la scala dei suoi bambini maliziosi e innocenti assieme. Una delle sue sculture di legno di tiglio sovrasta il visitatore, brandendo un rossetto come fosse un’arma.
Sempre sul fronte della scultura, notevoli sia per la riflessione formale che per l’evocatività le sculture di Andrea Salvatori e quelle di Adriano Persiani, con i suoi elementi quotidiani che diventano scultura surreale.
Eccezionali i due quadri sindonici di Nicola Samorì, così come il monolite di Paolo Radi, che amplifica installativamente la sua pratica spazialista. Sul fronte della pittura più attuale troviamo la serie di autoritratti con insetti mutanti di Andrea Buglisi, il fashion con l’anima dei Koroo e l’iperrealismo Pop-Manga di Marco Cerutti. Umberto Chiodi e Matteo Fato fanno invece dell’illustrazione e del disegno una straordinaria scienza inesatta.
Nutrita la squadra orientale, distantissima dalla magniloquenza che ha connotato il recente boom dell’arte cinese. Da serbare nella memoria i materassi-bozzoli di Junko Imada, mentre i dipinti di Hyemi Cho risultano fra le opere migliori dell’intera mostra. Sul fronte della pittura sognante e raffinata, che sa flirtare intelligentemente con il decorativismo, troviamo Daniele Giunta, Śiva e Fulvia Mendini. La fotografia è presente con ricerche non del tutto originali. L’eccezione è costituita dall’onirismo metropolitano di Daniela Cavallo e dalle creazioni di Margot Quan Knight, nelle quali biologico e sociale si legano mettendo letteralmente radici l’uno nell’altro. Damiano Colacito dona tridimensionalità a immagini prese direttamente dai videogiochi, rendendo esperibile fisicamente l’estetica alla Second Life. Infine, la stanza di Diego Cinquegrana è fra le opere più indefinibili ma più affascinanti: una sorta di antro magico in cui perdersi.
Alcune tendenze di fondo emergono: l’ampio ventaglio di riferimenti a cui la pittura attinge (disegno, illustrazione, cultura popolare); l’attenzione all’interiorità e all’individuo, che comporta non una non-politicità dell’arte ma un riferimento indiretto anche se pregnante al politico. Infine, sorprende l’applicazione di stilemi leggeri e gradevoli a soggetti e tematiche che turbano, quasi sempre profonde e spesso macabre.
Allarmi è un buon osservatorio sull’evoluzione della giovane arte italiana. È auspicabile che l’appuntamento conservi la sua cadenza annuale e che prosegua nel suo spirito di scoperta e lancio di nuovi talenti.
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stefano castelli
mostra visitata il 4 maggio 2007
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pin secondo te chi sono staiti i peggiori?
ancora una volta non si parla degli artisti che hanno fatto la differenza in questa esposizione.
"dalle opere dei migliori artisti giovani emersi negli ultimi tempi."
Ma questa e' un offesa alla cultura e a tutti i giovani emersi da anni e anni nel sitema italiano ed internazionale, che si conoscono sicuramente molto di più e che affrontano temi molto ma molto più interessanti.
tremenda veramente tremenda da visitare. i temi toccati da certi artisti poi sono di una banalita' assurda.
la pittura ha toccato la vetta piu' bassa sempre le solite cose e sempre piu' scontate.
Senza offesa per nessuno perche' e' solo un mio parere.
il problema di castelli è che parla soltanto di pittori e scultori. Per lui l'arte si ferma lì.
ma che a Castelli gli hanno promesso la curatela dell'anno prossimo??
Pur non avendo ancora visto la terza edizione mi sembra una colletiva che forza sulla quantità più che sulla qualità....e, considerato che oggi trovare un giovane artista davvero originale e fuori dagli schemi è una cosa più unica che rara, direi che questa mostra è un disastro totale. Si è citato Siva, che ora si messo a fare pure il curatore delle mostre del suo amico, tale Daniele Giunta. La mediocrità viaggia a braccetto!
pittori di terzordine.
Pesante l'invidia, eh? Alla prossima edizione esporremo i vostri fegati logori: sono abbastanza profondi come temi?
se un padiglione italia della biennale consacra la mediocrità e i pittori di terz'ordine, perché una mostra dovrebbe superarlo?