Uomo, territorio, comunità, pratiche partecipative ed inclusive: queste sono solo alcune delle possibili parole chiave, attraverso le quali poter descrivere gli orizzonti tematici propri della ricerca di Elena Mazzi, protagonista, assieme a Rosario Sorbello, del quinto appuntamento espositivo curato da Riccardo Bandini. Sei cavalletti sono allineati al centro delle Ex cucine a comporre l’installazione “En route to the South,- moving architectures”. Su di essi giacciono strutture in legno chiaro; costruzioni semplici che richiamano alla mente certi giochi per bambini. Scatole smontabili o castelli immaginari? Ma è solo avvicinandosi e osservando al loro interno che è possibile coglierne la chiave interpretativa. L’opera è composta, infatti, da sei arnie utilizzate nell’apicoltura nomade, per il trasporto notturno degli insetti da un territorio all’altro. Ciascuna di queste microarchitetture conserva nel proprio incavo la mappa di una città. È stata incisa nel telaio a pattern esagonale su cui le api stesse costruiscono la loro produzione di miele.
En route to the South,- moving architectures, particolare, foto di Michele Alberto Sereni
Un lavoro apparentemente semplice, ma in grado di sviluppare molteplici parallelismi, trasformando il mondo delle api, simbolo di vita e operosità, in una narrazione poetica e delicata che guarda alla condizione migratoria propria dell’essere umano, specialmente in quest’ultima decade. La loro “casa”, architettura ideale e archetipica, continuamente spostata per massimizzare la produzione di miele, ci parla delle difficoltà, delle paure ma anche delle contraddizioni insite nelle dinamiche socio economiche della nostra società. Cosa accade quando gli esseri viventi si muovono (o sono costretti a farlo) da un luogo ad un altro? quali sono le ricadute nel territorio stesso? e quali sono i pericoli e le paure connessi a questo nomadismo?
Non ci sono risposte univoche, ma solo la consapevolezza di forti contrasti ed infiniti punti di vista. Ambivalenza che oscilla tra opportunità, diffidenza, capacità rigenerativa, e spinta vitale.
Come già accennato ogni arnia narra di una città specifica (quelle analizzate fino ad ora, attraverso dati statistici, sono le più soggette ai flussi migratori degli ultimi anni: Amburgo, Londra, Madrid, Marsiglia, Milano, Vienna) tuttavia, la neutralità della rappresentazione delle singole strutture, rende impossibile riconoscere l’una dall’altra, rendendo il riferimento universale e applicabile ad ogni spazio antropico. Proprio per questo il progetto, iniziato nel 2015, è ancora in fieri, pronto ad accogliere nuovi sviluppi anche in modalità laboratoriale, coinvolgendo produttori e migranti in quello che potrebbe rivelarsi davvero un confronto propositivo. Un lavoro sensibile che invita l’osservatore ad avvicinarsi e a scrutare i dettagli dell’opera, sollecitando inevitabilmente la sua curiosità. In tal senso l’allestimento stesso diviene un invito velato a dedicare la medesima attenzione anche alla tematica soggiacente, spingendoci all’apertura e alla riflessione personale.
Alice Cerigioni
mostra visitata il 28 settembre
Dal 28 settembre al 5 novembre 2017
La conquista dello spazio, Elena Mazzi
Spazio K, sotterranei del Palazzo Ducale,
Piazza Duca Federico , 107, Urbino
Orari: da martedì a domenica: dalle 8:30 alle 19:15 , lunedì:dalle 8:30 alle 14:00
Info: http://www.gallerianazionalemarche.it/ public.gallerianazionalemarche@beniculturali.it