Fra le “grandi manovre” dell’evento
Puglia Night Parade (tre notti bianche, volute dall’Assessorato al turismo della Regione e organizzate dal Teatro pubblico pugliese stagione), Brindisi si è inserita con una serie di eventi che hanno animato la città nella giornata del 6 dicembre scorso. Per l’occasione, il nuovo contenitore culturale cittadino, Palazzo Granafei-Nervegna, ha aperto le porte alla XXII Rassegna internazionale del presepe nell’arte e nella tradizione, nell’ambito della quale, oltre ai tradizionali presepi giunti da ogni parte d’Italia, spicca un’installazione di stampo decisamente contemporaneo.
La location è quanto di meglio si possa immaginare, ossia gli scavi della domus romana del periodo imperiale (II sec. d.C.), rinvenuta e conservata all’interno del Palazzo. Le vestigia del luminoso passato della città, termine della gloriosa Via Appia, fanno da accogliente sfondo a un’installazione di notevole impatto visivo e di grande suggestione: una sorta di “presepe non vivente”, ma animato da videoproiezioni su vari piani visivi, che rappresentano la storia della natività e non solo.
C’è l’uomo dormiente, che poi si risveglia con la venuta del bambino; c’è la figura femminile, c’è il bambino che giace nella mangiatoia, c’è la rappresentazione della preghiera nel giardino del Getsemani, quindi una summa della storia di Cristo sulla Terra. E, infatti, il titolo dell’installazione,
Puer natus. Ut unum sint, sta a significare come la sua venuta sia finalizzata alla realizzazione dell’unità tra gli uomini, del risveglio e della coesione tra esseri simili e vicini.
Il tutto è realizzato da
Luca Attilii (Bari, 1982; vive a Roma), artista visivo che, terminati gli studi di industrial design alla Sapienza, lavora con le immagini digitali, arricchendole di suoni e animazioni. In questo caso favorito dal genius loci – che da solo rende l’idea di uno spazio a parte, appunto una nicchia/mangiatoia – il suo lavoro si realizza in maniera esemplare, grazie all’ausilio di suoni e ritmi che riproducono l’atmosfera ovattata del ventre materno, cullando lo spettatore e trasportandolo in un mondo a sé.
La videoproiezione, “strumento” che consente di realizzare quinte virtuali di forte impatto visivo, è ormai utilizzata da qualche anno in teatro e permette di rendere più ricco l’apparato scenografico. In tal contesto si muove Attili, che lavora anche in teatro e collabora alla realizzazione di video musicali, sempre con l’intento di rendere, come in questa occasione, fruibili per tutti le sue “visioni oniriche”.
Un bel salto di qualità, che potrebbe indicare la via da seguire per la programmazione espositiva del capoluogo brindisino.