Viaggiare. Viaggiare dentro di sé, nelle proprie memorie. Viaggiare nel tempo. Viaggiare nello spazio. Sono molteplici le tipologie di viaggio che si possono affrontare pur stando fermi di fronte ad una delle tante opere di Luigi Erba presenti nella retrospettiva “L’altrove qui”.
Ciò che resta di questi viaggi è lo sguardo riflessivo del fotografo: i suoi scatti, a metà tra paesaggi metafisici e visioni interiori, si depositano nella coscienza visiva dello spettatore e lo guidano in un mondo in cui tutte le barriere di tempo e spazio sono abbattute in favore di una visione simultanea. Quella di Luigi Erba è una fotografia che arriva nel profondo del genius loci, ponendo l’accento – in seguito a rielaborazioni tecniche e concettuali – sui significati di memoria, percezione e visione.
È così che l’altrove si manifesta nelle sei sale in cui si articola la mostra: dai cieli all’industria, dalla città alla natura, dal rapporto naturale-artificiale alla sezione dedicata alla fotografia stessa.
Visualizzare la matrice primaria, risalire agli archetipi e alle forme primordiali; questi i concetti alla base delle prime esperienze fotografiche consapevoli di Erba – sviluppate a partire dalla fine degli anni ’60. Si tratta di scatti istintivi ai paesaggi alpini nei dintorni di Lecco, i quali pongono l’accento sugli elementi antropici: le cascine in fase di abbandono. Il “fascino della rovina” non può non destare un certo senso di inquietudine in chi guarda.
Le fotografie di Luigi Erba sono una combinazione alchemica tra progetto e casualità, metodo ed emozione, rigore ed istinto; esse delineano una personale geografia emozionale composta attraverso il mezzo espressivo della pellicola, considerando in ultimo l’immagine fotografica stessa come il deposito dell’inconscio. Nascono così gli Interfotogrammi, i Polifotogrammi e Un luogo sull’altro.
Il progetto “interfotogrammi” è un ciclo fondamentale per l’attività dell’autore: si tratta della visualizzazione di due scatti successivi stampati considerando l’interstizio nero della pellicola e ribaltando così i concetti di spazio, tempo e luogo; una riflessione sull’espressività della fotografia.
«Fermare il flusso: ecco un’ipotesi! Ma dove è l’immagine? Mi sono chiesto più volte. Quale è l’immagine?».
Da questo momento Erba si esprimerà solo con dittici e polittici, ritenendo che una singola immagine non possa risolvere tutto in sé stessa.
“L’altrove qui” è la volontà di andare oltre la realtà: dalla frantumazione e dalla molteplicità l’obiettivo è raggiungere la sintesi e l’universale. Si tratta di un’indagine condotta secondo lo specifico criterio del metodo scientifico – il che non stupisce se si considera che Erba si è laureato con una tesi sulla prosa e sulla critica di Galileo Galilei.
Fotografo, antropologo, archeologo, il profilo dell’autore è multisfaccettato e pluridisciplinare; il viaggio è cominciato, l’eco si sta diffondendo nell’altrove.
Angela Faravelli
mostra visitata il 29 ottobre 2015
Dal 10 ottobre 2015 al 6 gennaio 2016
Luigi Erba – L’altrove qui
Palazzo delle Paure, Lecco
Piazza XX settembre 22
Orari: Lunedì e martedì chiuso, Mercoledì 9.00 – 13.00, Giovedì 15.30 – 18.30 e 21.00 – 23.00, Venerdì 15.30 – 18.30
Sabato e domenica 10.30 − 18.30
Info: Tel. +39 0341286729, segreteria.museo@comune.lecco.it, www.museilecco.org