Il Maestro torna a casa. Alberto Burri ritrova la sua città natale dopo un tour internazionale di autentico successo che lo ha visto andare in scena, a ottobre 2015, al Solomon Guggenheim di New York – con la mostra “Alberto Burri: The Trauma of Painting” – per poi passare successivamente al Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen di Düsseldorf. Due eventi organizzati in occasione delle celebrazioni del Centenario della nascita dell’artista italiano che si concludono ora con una grande mostra nella ‘sua’ Città di Castello: “Alberto Burri: lo Spazio di Materia – tra Europa e Usa”. Ospitata dagli ex Seccatoi del Tabacco, già sede di una notevole collezione permanente di Burri, la mostra propone una vasta ricognizione sulle più significative tendenze dell’arte contemporanea del secondo dopoguerra del XX secolo, coniugando l’arte di Burri alle maggiori correnti artistiche del periodo, sia quelle tematicamente antecedenti ad essa, sia quelle coeve o successive, individuando gli aspetti di maggiore influenza.
Come esaltato anche dal Direttore del Guggenheim Museum, Richard Armstrong, inaugurando la retrospettiva newyorkese dedicata all’artista italiano: “La posizione di Burri è quella di uno dei più innovativi artisti del periodo del secondo dopoguerra mondiale”, avendo creato “un nuovo tipo di oggetto, simultaneamente pittorico e scultoreo, che ha influenzato successivamente artisti associati col New Dada, il Noveau Réalisme e il Postminimalism”. Ma anche l’Arte Povera italiana, aggiungeremmo noi.
Burri è l’artista che ha saputo creare una nuova spazialità nell’impiego diretto e quasi esclusivo della materia, all’insegna di un “controllo dell’imprevisto” e di un magistrale equilibrio che ne ha qualificato le forme. Ed è proprio su questi temi che si sviluppa la mostra umbra, ponendo accanto ad un nucleo scelto di opere di Burri (circa venti quelle incluse nell’esposizione) una serie di opere ‘materiche’ di grandi artisti internazionali.
Dai catrami alle muffe, dai sacchi ai gobbi, dai legni alle combustioni, dai ferri alle plastiche, dai cretti ai cellotex fino al “nero e oro”; opere di maestri protagonisti del XX e XXI secolo come Fautrier, Dubuffet, Pollock, De Kooning, Fontana, Manzoni, Castellani, Uncini, Rotella, Christo, Pistoletto, Pascali, Mirò e tanti altri. Accanto alle opere di questi artisti, la mostra propone anche un repertorio fotografico e documentario dello storico frangente tra il 1947 e il 1989 che comprende i dati relativi alle correnti artistiche coinvolte. Con manifesti, depliant, cataloghi, pubblicazioni, video, film, schede biografiche, produzioni teoriche ed altri significativi materiali illustrativi, in un ulteriore percorso separato dalle opere, in modo da consentire un’esplorazione del momento storico culturale dell’arte dal dopoguerra al termine emblematico della fine della Guerra fredda e della caduta del muro di Berlino.
Il risultato, è una mostra in grado di esaltare appieno il genio di Burri e di contestualizzare la sua opera in un periodo di grande trasformazione non solo artistica, ma anche storica e culturale. Il tutto, in una location già decisamente coinvolgente come gli Ex Seccatoi del Tabacco di Città di Castello: autentico quartier generale dell’opera di Burri, insieme al vicino Palazzo Albizzini, dove si trova gran parte dell’opera dell’artista. Per un percorso assai ampio e decisamente coinvolgente.
Alessio Crisantemi
mostra visitata il 10 novembre
Dal 24 settembre 2016 al 6 gennaio 2017
Alberto Burri: Lo Spazio di Materia – tra Europa e U.S.A.
Città di Castello (PG), Ex Seccatoi Tabacco
Orari mostra:
dal martedì al venerdì: 9.00 – 12.30 e 14.30 – 18.00
Sabato, domenica e festivi: 10.00 – 18.00
Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri
Via Albizzini, 1
06012 Città di Castello (PG)
Info: museo@fondazioneburri.org
, www.fondazioneburri.org
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Un posto meraviglioso
Notevole, grazie per averla raccontata!