Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
01
agosto 2015
Fino al 6.IX.2015 II fascino e il mito dell’Italia dal Cinquecento al contemporaneo Villa Reale, Monza
altrecittà
Che il nostro paese sia stato, ed è ancora oggi, meta (e non solo culla) di numerosi artisti, poiché fonte di ispirazione artistica, è un fatto. E anche piuttosto noto. Forse non tutti si sono chiesti però quando ha avuto inizio questa tendenza e quali influssi ha avuto sul panorama artistico mondiale. A porsi la domanda – e a trovare pure adeguate risposte – è stata la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici, insieme alla Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici di Milano, dando vita alla grande mostra della Villa Reale di Monza, dal titolo: ‘Italia: Fascino e mito. Dal Cinquecento al contemporaneo’. Raccogliendo attorno a questo tema un Comitato scientifico composto dai principali studiosi in ciascuno degli ambiti cronologici di riferimento.
La mostra ha il merito di riproporre lo scenario di un tempo e la fascinazione esercitata sui grandi artisti stranieri dai nostri monumenti, dai nostri paesaggi e dalle nostre tradizioni attraverso una serie di opere esemplari, tra le quali alcuni capolavori di pittura, scultura e fotografia, concessi in prestito dalle maggiori istituzioni museali italiane e internazionali. Ma l’Italia oltre al fascino del paesaggio, rappresenta una fucina culturale senza paragoni. La “maestra delle arti”, qui rievocata da dipinti e sculture di celebri maestri stranieri come il dipinto ad olio ‘Eva’ di Lucas Cranach (1528), o il ‘Ritratto di Giovanna Spinola Pavese’ (1604-1608) di Rubens, o l’autoritratto di Antoon Van Dyck (1622-1623).
Tra le diverse sezioni in cui è sviluppata l’esposizione, si trovano anche gli influssi caravaggeschi molto incisivi in Gerrit Van Honthorst – detto Gherardo delle Notti – e nel suo Giocatori di carte (1620), o in Valentin de Boulogne con Negazione di Pietro (1620 circa). Ma c’è anche la scuola del Tiepolo e del Canaletto che rivivono tramite Gaspar Van Wittel e le quattro magnifiche vedute di Venezia, Napoli, Firenze e Roma. E poi i tributi più diretti alla nostra arte – come la celebre Madonna della seggiola di James Caulfeild (1756-58), copia da Raffaello – o alla nostra nazione, come il ‘Souvenir d’Italie’ (1829) di Jean-Léon Gérome, opera immagine della mostra. Accanto a loro altre straordinarie opere di maestri italiani assunti a modello, come Danae (1530-1531) del Correggio, Ritratto di Ippolito de’ Medici (1532-1534) di Tiziano, Il colonnello William Gordon (1765-1766) di Pompeo Batoni, Corinna (1819) di Antonio Canova.
Ma poiché il Bel Paese non ha mai cessato di esercitare la sua fascinazione sugli artisti del mondo intero, neanche nel Novecento, e persino nel nuovo millennio, oltre a ritrovare in mostra le opere di quegli artisti, specialmente francesi, che agli inizi del Novecento sono attirati dal Prix de Rome, in un soggiorno a Roma all’Académie de France in Villa Medici (come Henry Moore). Inseguendo il mito di Michelangelo, che continua a irradiarsi lungo tutto il secolo, coinvolgendo anche artisti di grande lustro come Henri Matisse e Auguste Rodin (presenti a Monza con due sculture), fino a Pablo Picasso e Salvador Dalí.
Dalla nascita delle Avanguardie in poi numerosi artisti, anche i più anticonformisti e radicali, compiranno il loro “pellegrinaggio” in Italia; come Gilbert & George e Robert Rauschenberg che creano opere ispirate alla nostra storia dell’arte, sedotti dall’Italia e dalla sua tradizione. Ma non uno sguardo assai diverso da quello di chi li aveva preceduti: in un approccio assai elaborato e concettuale, rivolto alla lezione dell’arte italiana antica più che alle seduzioni del paesaggio. Yves Klein e Andy Warhol, tra i testimoni più efficaci di questa ulteriore esperienza.
Ad accogliere ed esaltare questo patrimonio internazionale è la perla neoclassica della Villa Reale di Monza, oggi completamente riaperta al pubblico dopo lunghi restauri che ne hanno restituito l’aspetto originale e permette agli interessati di completare il percorso espositivo visitando anche gli appartamenti reali. Soprattutto in questo periodo e fino al 30 settembre, quando all’interno dell’antica residenza estiva dei Savoia viene esposta ‘La bella principessa’: il celebre dipinto di Leonardo da Vinci tornato in Italia a circa 500 anni di distanza, e finalmente esposto agli occhi del grande pubblico. Un ritratto di dama in pergamenata, asportato dal volume del ‘400 conosciuto come La Sforziade, e definito il più intrigante giallo della storia dell’Arte. Un libro che va dalla corte degli Sforza a Milano sino a Varsavia (dove oggi è conservato), un dipinto al suo interno che viene misteriosamente asportato, viene ritrovato passando tra le mani di alcuni collezionisti. E oggi, con l’ausilio di sempre più numerosi e accreditati studiosi, sembrano non esserci più tanti dubbi che si tratti effettivamente di un opera di Leonardo. Che merita senz’altro di essere osservata. Ciliegina sulla torta già succulenta di una splendida Villa Reale.
Alessio Crisantemi
Dal 23 aprile – 6 settembre 2015
Appartamenti Reali, Reggia di Monza
Orari: Martedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica: 10.00-19.00
venerdì: 10.00-22.00
Info: info@villarealedimonza.it