Dopo le due grandi mostre di Ettore Spalletti e Joseph Kosuth, il White Cube milanese di Lia Rumma apre le porte al grande pubblico con I am not me the horse is not mine, lecture performance dell’artista sudafricano William Kentridge che dà il via alla serie di grandi mostre che la città di Milano gli dedica negli edifici più prestigiosi della città , Palazzo Reale (William Kentridge e Milano. Arte, musica, teatro), Teatro alla Scala (Il Flauto Magico), Teatro Verdi (Woyzeck on the Highveld), Triennale (What will come, Has already come).
Si parte proprio dallo spazio di via Stilicone con una grande mostra dislocata sui tre livelli della galleria; è un’esposizione ascensionale che inizia dal pian terreno dove la performance di Kentridge lascia senza parole gli astanti, dal ritmo incalzante, ingloba azioni dell’artista stesso che s’intrecciano in un contrappunto unitario di immagini parole e suoni.
Terminata la performance l’ampio spazio, trasformato per l’occasione in un black cube, diventa una grande sala cinematografica, un environment, con l’installazione di 8 video esposti per la prima volta in Italia e con un solo antecedente al MoMA di New York.
I am not me the horse is not mine è il titolo della performance e della videoinstallazione direttamente ispirati al racconto di Gogol, Il Naso, trasposto poi in opera teatrale nel 1930 dal grande compositore russo, ex Soviet, Shostakovich nei duri anni della repressione staliniana.
Si ascende al primo livello dove l’epopea del “naso” subisce l’ibridazione donchisciottesca: nasi condottieri, cavalieri impavidi e coraggiosi, dalle fattezze antropomorfe diventano piccole sculture in bronzo o grandi arazzi. Intanto sull’ampia terrazza esterna una serie di lamine di ferro nere e bianche all’apparenza connesse tra di loro senza alcun senso logico si sovrappongono per circa 3 metri e si configurano davanti ai nostri occhi man mano che ci avviciniamo ad essa fino a formare Firewalker, la scultura di una donna sudafricana che porta sulla testa un contenitore con i carboni ardenti, miniatura della stessa realizzata a Joannesburg nel 2009 pressapoco dell’altezza di 20 metri.
“Lavoro molto lentamente, spiega Kentridge, compongo immagini per immagini e ci metto molto tempo, non so quale sarà l’effetto finale quello che posso fare è lavorare coscienziosamente per suscitare un’emozione”.
Si arriva così al secondo piano dove sono esposti grandi e piccoli disegni che rappresentano campi di ulivo e piante tipiche della vegetazione mediterranea insieme a disegni a carboncino che ritraggono lo stesso artista come uno scriba, suggestioni derivate in maniera diretta dall’incursione nell’antichità egizia per l’elaborazione e il concepimento delle scene per il Flauto Magico e dalla sua recente mostra al Louvre Carnet d’Egypte.
Inoltre qui viene proposta l’associazione tra l’attività di registrazione-documentazione attraverso il disegno che diventa la rappresentazione della macchina da presa, di cui Kentridge si avvale per le sue animazioni e da qui ancora una volta sposta l’asse d’interesse mediale per sperimentare in anteprima assoluta il mosaico che formalmente rispecchia la sua coerenza poetica e stilistica, e ancora acquerelli veloci ma al tempo stesso precisi che diventano i preliminari della grande opera parietale musiva di 25 metri che realizzerà a Napoli nella metropolitana di Piazza Municipio.
Emerge anche un riferimento al suo ultimo progetto Refusal of Time, work in progress che verrĂ presentato nel giugno del 2012 a Kassel per la 13° edizione di Documenta a cui l’artista è stato invitato.Â
Viaggio in Italia, Pistoia Palazzo Fabroni
William Kentridge, Napoli, Museo di Capodimonte
“Il cavallo non è mio”. William Kentridge in Lecture/Performance a Napoli
gino pisapia
mostra visitata il 19 marzo 2011
William Kentridge
I am not me the horse is not mine
Galleria Lia Rumma (nuovo spazio) via Stilicone, 19 Milano
mar-sab 11-13.30 e 14.30-19
tel +39 02 29000101
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