Immaginate di camminare per le strade di una città con la vista inibita da un paio di occhiali completamente oscurati e di fermarvi poi in silenzio entro i confini stabiliti di un perimetro al di là del quale c’è un pericolo mortale… immaginate di rispettare il silenzio in attesa di una rivelazione… e aprendo gli occhi di ritrovarvi in una galleria d’arte, “accecati” da un bagliore intellettuale.
Siete a Cupra Marittima in provincia di Ascoli Piceno dove Galleria Marconi e Marche Centro d’Arte ospitano la rassegna “Di versi diversi?” e giunti al quarto appuntamento presentano la personale e un progetto performativo della videoartista e perfomer LIUBA. La mostra si intitola “Guardando Oltre” e la performance collettiva partecipativa Tiresia Marittima, presentata nel giorno del vernissage ad aprile scorso.
Ebbene l’esperienza fisica e diretta prima suscitata, prende corpo da due nuclei tematici fondanti del lavoro recente di LIUBA, potenti e indipendenti tra loro, qui – site specific – coerentemente e poeticamente intrecciati: la denuncia dell’abitudine contemporanea al “non-vedere” e l’attenzione alla condizione dei rifugiati.
L’artista in questi oltre vent’anni di carriera continua ad affrontare nodi sociali, questioni antropologiche e spirituali con esiti estetici ed evocativi di grande suggestione e chiarezza, mostrando la ridondanza di certe dinamiche umane, con se stessi e nei gruppi, attraverso differenti linguaggi: nello spazio di Franco Marconi numerose stampe di riprese fotografiche e di still da video e installazioni che riguardano le sue performance, tracce di azioni solitarie e partecipate come infatti gli esiti di Tiresia Marittima; nonché quattro preziosissimi video: gli storici Il Cieco di Gerico del 2003 e I love to see the Armory del 2006, testimonianze delle relative performance alla Biennale di Venezia e al The Armory Show di New York, e i più recenti Refugees Welcome del 2013-2016 ricavato dalla performance al Kreuzberg Pavillon a Berlino (affiancato alla Letter to Refugees autografa del 2013 con cui l’artista coinvolgeva i rifugiati invitandoli a raggiungerla in galleria) e You’re Out del 2014-2016, tratto anche questo dalla serie dedicata al tema dell’esclusione/re-inclusione. Tra gli altri, esposti anche gli oggetti che compongono lo stage di With No Time #1 e #2 del 2015-2016, come il tappeto sul quale i partecipanti sono chiamati a stare in piedi con le palpebre chiuse e in silenzio per 12 minuti, stipati uno accanto all’altro, sconosciuti tra loro, tanto quanto i migranti nello spazio della barca in cui sono costretti a viaggiare.
«Quando il gallerista mi ha chiesto un lavoro che riguardava la disabilità ho scelto di lavorare sull’idea di cecità, concepita sia come disagio fisico, sia come metafora della cecità e superficialità che permea il nostro mondo contemporaneo, dove […] non riusciamo più a “vedere” in profondità, diventando in un certo qual modo ciechi. Ciechi al senso della vita, ciechi alle piccole cose, ciechi ai bisogni degli altri… questa cecità è anche il diaframma con cui molte persone affrontano il problema dei rifugiati, non “vedendone” l’umanità e facendosi idee frettolose del problema».
LIUBA con queste intenzioni, come poi in questi ultimi anni, prepara la regia di esperienze dove il pubblico e le persone comuni sono protagonisti dell’opera. Con lei, l’arte è propriamente uno strumento per aprire a nuovi sguardi, per cui ritrovandosi ciechi si può vedere oltre.
Come cita inoltre il contributo critico di Valentina Falcioni, l’azione di Liuba aiuta a “sciogliere confini tracciati da un analfabetismo empatico”.
Appare svettante dalla parete di fondo della galleria l’icona rappresentativa di alcuni suoi topic: l’immagine degli occhiali “epici” fittamente stuccati di bianco (si vedano anche le stampe di In Buren at the Armory, 2006-2017 e di Jericho in Bremen, 2011- 2017) che in questa occasione a Cupra Marittima sono diventati strumento e viatico anche di tutti i coinvolti in quest’ultima nuvola performativa! Il bianco e il silenzio in contrasto con il buio della cecità e il frastuono del dolore, sono gli elementi formali e simbolici di un messaggio culturale che parla ai sensi.
Cristina Principale
mostra visitata il 28 aprile
Dal 9 aprile al 6 maggio 2017
LIUBA – Guardando Oltre
Galleria Marconi
Corso Vittorio Emanuele, 70 • 63064 Cupra Marittima (AP)
Orari: da lunedì a sabato dalle 16.30 alle 19.30
Info: galleriamarconi.it