La mostra trae origine da un’indagine a tappeto dei manufatti lignei della dorsale appenninica umbro-marchigiana. Il progetto ha coinvolto in primis il Dipartimento di Storia dell’Arte dell’Università di Perugia, in collaborazione con analoghi Dipartimenti dell’Umbria e delle Marche. Anche se presso il Museo di Santa Croce di Umbertide in realtà non ci sono sculture lignee sensu proprio, ma sculture-manichino polimateriche. Non solo, viene esposta la produzione di una bottega cinquecentesca, quella di Romano Alberti da Sansepolcro, detto il “Nero”, precedentemente conosciuto come il Maestro di Magione. Una situazione rara, questa,
In questa mostra sono presenti manufatti lignei che ritraggono Madonne, Crocifissi e diverse figure di San Rocco, tutte da vestire e collocare in chiese e luoghi sacri. I pezzi esposti provengono da chiese umbre, musei, collezioni private italiane e straniere. Accanto a queste figure ci sono anche i cosiddetti Bambini Santi, un genere di bambole utilizzate per il culto privato e più precisamente per i corredi di nozze. Tuttavia, sia che si trattasse di raffigurazioni del Bambino Gesù o di San Giovannino, potevano assumere valore di propiziazione alla maternità per le spose oppure diventare simbolo di un’imposta maternità mancata per le ragazze destinate alla vita claustrale. Emerge tra le opere in mostra anche una Madonna “Fatta fare da Donna Giuliana in memoria di Donna Carubina De Mence 1559” che mantiene l’impersonalità del manichino pur mostrando una tendenza al ritratto, anche se convenzionale. Tutte le statue sono corredate da un’indagine diagnostica di tutti i materiali utilizzati dalla bottega, lavoro ad opera del Centro di Eccellenza per lo studio delle Tecnologie innovative applicate alla conservazione dei Beni Culturali dell’Università degli studi di Perugia.
daniele di lodovico
mostra visitata il 10 ottobre 2005
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