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Fino al 7.IV.2018 | Mare Nero. Massimo Ruiu | Casa Vuota, Roma

di - 21 Marzo 2018
Il mare come luogo d’incontro e di scambi, di confronto interculturale, di ricchezza e conoscenza, ma anche crudele e mortifero, capace di sottrarre all’uomo vite, amori e speranze. Un tema ampio che Massimo Ruiu (San Severo, 1961) indaga da tempo, almeno dal 2006, anno della mostra “Doppio mare”, allestita a Monopoli, nella sua Puglia, allusiva del duplice aspetto dell’elemento marino, benevole e maligno. Un’iconografia intrinsecamente legata alle origini sardo-pugliesi dell’artista che oggi torna a trattarlo con immutata raffinatezza stilistica e speculativa in occasione della nuova personale allestita a Casa Vuota, progetto espositivo oltre che polimorfico spazio al Quadraro, ideato e curato da Francesco Paolo Del Re e Sabino De Nichilo.
Fin da subito emblematico appare il titolo “Mare Nero”, non localizzazione geografica ma interpretazione esistenziale, connotazione luttuosa che non cessa di accomunare, presentandosi tragicamente ripetitiva e anche oggi attualissima. Migrazioni e conflitti ma anche semplici momenti di svago, molteplici sono le circostanze che possono portare alla perdita della vita in mare. Ruiu le indaga non con spirito cronachistico ma mitico-evocativo, sondando il tema marino, tra il reale e il fantastico, il documentario e il concettuale.
Mare Nero. Massimo Ruiu
L’allestimento procede per step successivi, accompagnando lo spettatore nel racconto di un viaggio doloroso. Il punto di partenza è rappresentato da un Ombra assoluta realizzata per l’occasione. Vi è rappresentata la prima stanza di Casa Vuota con al centro un taglio nero, saturo e profondo. Come nelle altre ombre assolute, realizzate dall’artista da circa un decennio, è l’assenza a rimarcare la sua presenza, mentre il vuoto s’impone al pieno. Un’opera dicotomica assunta a necessaria premessa narrativa, una vera e propria porta attraverso cui abbandonare lo spazio reale ed introdursi in quello fittizio – ma non troppo – dell’artista. Il secondo passo è compiuto dall’opera successiva, Onde di frequenza del 2008 che, al di là del gioco linguistico e semantico, unendo un’immagine sghemba del mare e una radio d’epoca, ambisce a rivelare la voce del mare, simile ad un lamento.
Proseguendo ci si imbatte in due piccole light box intitolate Arto Fantasma, eseguite en pendant nel 1996, in cui l’artista si rappresenta nei panni di un centauro e di un tritone: presenze chimeriche assunte a guide impossibili di un viaggio senza ritorno, al tempo stesso fantastico ma anche tragicamente reale. Le opere successive introducono al mare. Lavori installativi in cui le rappresentazioni di pesci, riprodotte con verità scientifica, sono associate a minuscole foto di caduti in mare, frutto di una minuziosa ricerca compiuta dall’artista. Personaggi vissuti nel corso dell’ultimo secolo, accomunati dalla loro drammatica scomparsa, racchiuse in gocce, a metà strada tra lacrime e reliquie. Le opere compongono un viaggio nella memoria, quasi una discesa agli inferi nel tentativo di sottrarre alla dimenticanza le migliaia di vittime del mare. Sono simili a caduti in guerra, una guerra subdola, silenziosa e infinita, che non cessa di riproporsi, con drammatica ciclicità. I ritratti connotano anche l’ultima opera, Mare Nero, da cui l’intera mostra trae il titolo: un ipertrofico remo affiancato da una minuscola imbarcazione. I rapporti proporzionali sono capovolti quasi a voler sottolineare il non senso delle perdite umane, spesso sottratte alla vita troppo giovani, invertendo così il naturale e logico flusso dell’esistenza nel quale i figli sopravvivono ai padri. Le gocce contenenti i ritratti sembrano pronte a cadere per sempre nel mare mentre il loro improvvisato supporto è oramai alla deriva. Dell’imbarcazione a cui quel remo apparteneva rimane solo il ricordo, materializzato in un angolo della grande composizione,  piccolissimo. Tutto è destinato a scomparire. Ciò che resta, drammaticamente imperitura, è la consapevolezza della tragedia avvenuta, ieri, oggi e domani.
Carmelo Cipriani
mostra visitata il 17 febbraio
Dal 17 febbraio al 7 aprile 2018
Mare Nero. Massimo Ruiu
Casa Vuota
Via Maia 12, 00175 Roma
Orari: su appuntamento
Info: + 39 3928918793, vuotacasa@gmail.com

Nato a Terlizzi nel 1980, è giornalista, critico d’arte e curatore indipendente. Dopo la laurea in Conservazione dei Beni Culturali presso l'UniversitĂ  degli Studi di Lecce, si perfeziona sull'Arte del Novecento all'UniversitĂ  degli Studi di Bari. GiĂ  cultore della materia in Museologia presso l’UniversitĂ  degli Studi della Calabria e docente a contratto presso l’Accademia di Belle Arti di Vibo Valentia, ha condotto studi specialistici e curato mostre per Soprintendenze, istituzioni e musei.  

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