Ancora una volta la Basilicata, attraverso una ricerca solerte e meticolosa, ha posto all’attenzione del grande pubblico un ricco patrimonio di opere e artisti poco conosciuti. Le ricerche sono tutt’ora in corso, al fine di meglio definire un periodo storico parzialmente esplorato, come quello trattato in “Pittori lucani dell’800 e dei primi del ‘900”. La mostra realizzata in collaborazione con la Soprintendenza, si pone in un’ampio programma di recupero e valorizzazione storico – culturale che da un po’ di tempo la regione ha promosso. Le opere reperite presso Enti Pubblici e collezionisti privati (che si sono dimostrati molto sensibili), ha permesso infatti di scoprire alcune tele di singolare valore come quella scelta per la locandina. Il dipinto, un olio su tela (72 x 120 cm) intitolato “Filelleni della Magna Grecia”, classificato come ignoto negli archivi della provincia ha trovato la sua collocazione tra le opere imputabili a Michele Tedesco (Moliterno 1834 – Napoli 1918). Cosa accomuna gli artisti della mostra e quali sono le loro origini? Gli artisti rappresentati sono lucani, abbandonarono la propria terra sul finire dell’800 per esprimere la propria arte e specializzarsi maggiormente lì dove erano presenti Istituti o Accademie di Belle Arti. La loro attività, infatti, si svolse prevalentemente a Napoli dove spesso potevano studiare grazie a borse di studio che la provincia di Potenza metteva a disposizione dei più meritevoli. Tuttavia i colori, i sapori di questa terra aspra e forte non furono mai dimenticati, anzi hanno lasciato tracce indelebili nelle tele di queste “personalità” che vissero le tensioni e le contraddizioni dovute ai cambiamenti dell’epoca. L’anziano Marinelli , ad esempio, visse esiliato in Grecia e poi attivo tra mazziniani e carbonari; Michele Tedesco combattè da garibaldino nel Volturno arruolandosi poi nella Guardia Nazionale a Firenze. La loro pittura diventa per questo “storica” ma anche “sociale”. Tradizioni lucane rivivono in opere come il “Funerale” e la “Val d’Agri” di Petroni, nei visi brunati dal sole della “Contadina” di Brando. Le loro origini trasmutano in pittura brillante, a tratti sfocata. L’eccezione a questa linea comune è costituita da Vincenzo Claps : la sua produzione è caratterizzata da una materia compatta, solida, da una precisa definizione spaziale che ricorda l’arte dei Primitivi e la spazialità pierfrancescana. La sua ricerca è spiegabile attraverso la volontà di un ‘ritorno all’ordine’ dopo un primo dopoguerra devastante. Con Claps si chiude un percorso importantissimo che servirà come tassello per studi più approfonditi sull’ottocento e il primo novecento in Basilicata.
katya madio
“Pittori lucani dell’800 e dei primi del ‘900”; dal 18 giugno fino al 7 settembre 2002 presso la Pinacoteca provinciale di Potenza. Aperta dal martedì alla domenica compresi i festivi dalle ore 9 alle 13. Il martedì e giovedì anche il pomeriggio dalle 16 alle 19. Chiuso il lunedì. Ingresso libero. Informazioni: Tel. 0971 417111 Centralino della Provincia Di Potenza 85100 Potenza (PZ) – Piazza Pagano Mario.[exibart]