Un classico e tranquillo interno domestico. Un albero di Natale. Un caratteristico, melodico jingle che proietta lo spettatore nel clima delle feste. Improvvisamente l’albero prende fuoco e, bruciando, distrugge la stanza. Così si presenta Christmas, la mostra di Eugenio Precossi alla Galleria Estro di Padova: una riflessione sulle ossessioni dell’uomo e sulla vita, sul tempo e sul suo ineluttabile potere di trasformare le cose, da sempre terreno di ricerca da parte dell’artista. Al video seguono venticinque fotografie che ritraggono vecchi abeti abbandonati lungo le strade di Praga dopo le feste, triste traccia senza vita di una festa passata. E’ la personale riflessione dell’artista sull’Avvento e sul ruolo che tale periodo dell’anno è giunto ad assumere oggi, perdendo sempre più la sua identità di cerimonia cristiana, sacrale, e acquisendo a poco a poco negli apparati e nell’iter liturgico, gli intenti e le modalità del rito pagano.
Ad ispirare la riflessione dell’artista è il simbolo per eccellenza del Natale, l’abete, recuperato nel suo profondo significato, simbolo di speranza, di vita, di luce: specie nel Nord Europa dove la lunga stagione invernale, illuminata da un sole sbiadito, timido e impotente, alimenta difficilmente la linfa vitale della natura.
Incarnando l’energia, la continuità, la fertilità e la fiducia nel rinnovamento, l’albero natalizio diventa allegoria di promessa, di luce, di primavera, doni che vanno però invocati e che quindi presuppongono un’adeguata ritualità. Ecco che allora un allestimento sfarzoso e propiziatorio diventa l’espressione massima di questa way of life aberrata. L’aspetto materiale e appariscente del Natale finisce per sostituire il suo significato, ennesimo frutto dell’umana tendenza al feticismo che tutto stravolge e dissacra.
Percossi parte proprio da queste considerazioni e le scavalca andando ad indagare più in là. Le sue immagini non immortalano la magnificenza e la spettacolarità degli addobbi di tutto il cerimoniale, ma si concentrano sul momento appena successivo: la fine delle festività, il disfacimento dei simboli, l’imballaggio delle guarnizioni. Ed, infine, l’abbandono dell’albero in strada: ormai spoglio, rachitico, inutile, quindi. E’ il collasso del sogno, lo smascheramento dell’illusione.
francesca ambroso
mostra visitata il 18 dicembre 2004
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