Categorie: altrecittà

fino al 8.V.2011 | Rä di Martino. | Roma, Monitor

di - 18 Aprile 2011
All’orizzonte nel mezzo del deserto un’antica costruzione arabeggiante. Fatiscente, silenziosa. Tutto tace. Una vecchia stazione di servizio abbandonata. Antenne futuristiche di popolazioni aliene. Non è un romanzo di fantasia, non è un film, ma quasi, sono le opere di Rä di Martino esposte per la sua seconda personale alla galleria Monitor di Roma. Fotografie di set cinematografici abbandonati, dove tutto è visibile. Senza intrusione della mano dell’artista le immagini conducono lo spettatore lì dove  lei stessa si è soffermata a riflettere: luoghi privati della loro identità che si prestano e si piegano alla finzione, divengono ‘controfigure’, così come l’artista stessa li definisce, di se stessi.

I paesaggi ‘portati in scena’, sono i set realizzati fra il deserto del Marocco e le lande americane, comuni location della produzione cinematografica d’oltre oceano. Le luci si spengono, cala il sipario, i set ad un tratto perdono vita, divengono scheletri di un passato che sembra non essere mai esistito. Torrette di avvistamento, aree di servizio, antennoni, appaiono ora più fuori luogo che mai e creano nello spettatore un senso di estraniamento tale da essere colmato solo osservando questi ruderi con una diversa accezione, come se fossero opere d’arte, esempi di land art, giustificando solo così la loro alienante presenza in quei luoghi. Rä di Martino amplifica questo senso di ‘artisticità’ ed estraniamento dei luoghi realizzando una serie di piccole immagini assemblate con scotch, carta e matita, (No More Stars-Landscape) che rievocano i paesaggi desertici del sud del Marocco, della Kasbah. Le immagini inserite in dei vecchi visori americani di diapositive sono allestiti in circolo all’interno della galleria, posti su dei tranci lignei che sembrano rievocare simbolicamente dei totem primigeni, quasi in analogia con i tralicci e le torrette che si ergono desolati nel deserto marocchino. A concludere il percorso, un’installazione con una proiezione seriale ed incessante del paesaggio della Kasbah  della città di Ait Ben Haddou  (La controfigura/Stand- In, (…)). Un confronto, un dialogo, dunque, fra l’identità propria dei luoghi e l’immagine fittizia cinematografica. Un rapporto non nuovo fra l’arte e il cinema: due forme d’arte, l’una al servizio dell’altra, l’una musa ispiratrice dell’altra.

L’arte è dunque ancora oggi (o lo è mai stata) espressione di una forza creativa e impulsiva?

O, come così provocatoriamente rappresentata, attraverso muti set cinematografici, diviene disciplina razionale, studiata e fittizia?

Rä di Martino lascia intuire questo insito legame fra l’arte e la teatralità scenica del cinema, ma affida allo ‘spettatore’ la risposta.

giorgia salerno

mostra visitata il 2 aprile 2011

dal 2 aprile al 8 maggio 2011


Rä di Martino, La controfigura/Stand in


Galleria Monitor


Via Sforza Cesarini 43a-44- Roma 00186


Orario: dal martedì al sabato ore 13-19


Ingresso libero


Info: tel +39 0639378024;

monitor@monitoronline.org


www.monitoronline.org

Visualizza commenti

  • Rosemary, se fornissi anche qualche argomentazione e non solo una sentenza vuota, forse il tuo commento risulterebbe più interessante..

  • Allora argomentiamo prendendo ad esempio la mostra in corso (il fumo), Ra di Martino.
    Ha quasi 36 anni, all'estero è una perfetta sconosciuta (niente arrosto), eppure la Monitor vende i suoi video a prezzi sconcertanti ai collezionisti (i polli).
    E a quanto pare fa cose analoghe con gli altri artisti che ha in scuderia.

    A proposito, non portatemi come contro esempio Vascellari perchè come dice il proverbio: una rondine non fa primavera.

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