1935. Un ebreo tedesco in fuga dal nazismo arriva a New York con due bauli pieni zeppi di fotografie raccolte meticolosamente durante il proprio lavoro alla Biblioteca di Stato di Berlino. E’ il momento in cui giornali e rotocalchi cominciano a nutrirsi d’immagini con incredibile voracità. Otto Bettmann (1903-1988) decide allora di trasformare la passione in lavoro e crea una delle prime banche di immagini, che successivamente arriverà a raccogliere oltre dieci milioni di foto, ora conservate in atmosfera controllata presso una vecchia miniera appositamente allestita.
La mostra, divisa in nove sezioni (ognuna introdotta da un indovinato testo letterario), si apre con Mao che fa il bagno nello Yang Tze, seguita da Immigrati italiani di L. Hine, tra i primi a denunciare con il proprio lavoro le condizioni di vita dei poveri disperati che sbarcavano nel nuovo continente. Poi, una di seguito l’altra, le immagini di Hitler a Parigi sotto la Torre Eiffel del 1940, le foto dell’Allunaggio, e dei carri armati in Piazza Tien-An-Men. Ma anche Charles Lindberg fotografato sotto le ali del Spirit of Saint Louis e Colazione su una trave del Rockfeller Center di Charles Ebbett oltre che Partita a tennis sul biplano (non a caso sfondi desktop dei sistemi Windows).
La sezione dedicata alla guerra ha immagini eccezionali, sia per aspetto tecnico-documentaristico che per critica feroce all’orrore delle devastazioni: dall’inquietante Soldati Nazisti ascoltano il Führer a Soldati della Quinta armata in Italia di Sam Goldstein. E poi Marine porta in spalla il corpo di un compagno morto scattata nel ’67 da John Schneider e il pugno sullo stomaco di Bambina in fuga dopo i bombardamenti con il Napalm di Nick Ut.
Seguono le sezioni dedicate agli sport e alla società dello spettacolo. Qui spiccano Fausto Coppi sui pedali, Cassius Clay stende al tappeto Sonny Lindston al primo minuto scattata da Donald Robinson, Nadia Comenaci alle Olimpiadi di Montreal e Velocisti americani con guanto nero (in segno di protesta contro le discriminazioni razziali nel proprio paese) scattata a Città del Messico nel ’68. Poi ancora la Hepburn e Peck a piazza di Spagna per Vacanze romane e Chaplin nei panni del grande dittatore che gioca con il mondo.
La forza mediatica di alcuni uomini è celebrata nella sezione finale, giustamente titolata Icone del nostro tempo: Gandhi, Martin Luther King, i Kennedy, Elvis Presley, James Dean, Einstein che mostra la lingua, e come ultima foto Marylin, immortalata da Paul Rice, che regala un bacio.
Una collezione d’immagini memorabili che avremo però preferito stampate manualmente su carta fotografica anziché riprodotte –seppur in maniera ineccepibile- digitalmente. Ma fa riflettere che la Corbis, proprietaria dell’Archivio Bettmann, sia proprietà del magnate di Microsoft…
daniele capra
mostra visitata l’8 dicembre 2004
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