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Fino al 9.V.2013 | Collettiva, Sous influences | Parigi, La Maison Rouge

di - 9 Aprile 2013
Al di là di considerazioni morali e di giudizi scientifici “Sous influences”, curata dall’artista Antoine Perpère, affronta i collegamenti tra i processi creativi e l’uso di narcotici. Da queste relazioni pericolose saltano fuori i tanti perché che ruotano intorno ad esse, come i dolori esistenziali di una lotta estenuante contro la realtà, ma anche la voglia di ricercare altre verità, di frugarsi dentro per ritrovarsi in paradisi artificiali e poter infine accedere alla creazione. “Sous influences” non parla della droga in generale, ma cerca di andare oltre affrontandone gli effetti nella loro diversità, si parla quindi di quelle droghe che abbassano il livello della coscienza, come per la famiglia degli oppioidi, la morfina e l’eroina, degli stimolanti come la cocaina e le anfetamine per arrivare agli allucinogeni.

In questo percorso interminabile, che inizia fra l’altro con una sorta di passaggio iniziatico attraverso un lungo corridoio Swinging Corridor dell’artista belga Carsten Höller, si confrontano sul tema artisti di generazioni diverse, troviamo infatti diversi disegni di Henri Michaux realizzati sotto l’effetto della mescalina, ma anche opere come Oppiomani (1930) di Alberto Martini o le foto di Lucien Clergue con Le poète exhale (1959) scatto su Jean Cocteau che fuma oppio. Tra stupefacenti vecchi e nuovi, con effetti a dir poco variegati, lo spettatore è confrontato con diversi modi di rappresentazione in cui, per esempio, le sostanze psicotrope non scatenano l’opera, ma ne sono il soggetto, vedi la foglia di cannabis, Oui (2000) di Adel Abdessemed, che si lascia odorare senza fine, o quando l’artista si fa osservatore e testimone degli effetti delle sostanze psicoattive sugli altri, come nel video Résistance au rohypnol di Fiorenza Menini, o gli ambienti deliranti e trasgressivi di Yayoi Kusama con Dots Obsession (Infinity Mirrored Room, 1998), ma anche i ritratti sotto effetto di stupefacenti di Bryan Lewis Saunders, tra cui Ritratto sotto droga (G13 Marijuana, 2010-2011).
Ascesi mistica, stupore, dipendenza, intossicazione un percorso che presenta questa tematica anche in modo diretto e senza fronzoli come in Le portrait d’ami (1997) di Aurèle Ricard, che in una sorta di vetrina ha incluso tutto il nécessaire per iniettare eroina, tra cui siringhe, cucchiai e via dicendo, un’opera che vuole essere un omaggio ad un amico morto di overdose. Interessanti i video come Halcion sleep (1994, in bianco e nero, 26 minuti) di Rodney Graham, una sorta di metafora del viaggio in cui si vede l’artista stesso che, in pigiama e allungato sul sedile posteriore di un auto, dorme beatamente sotto l’effetto del farmaco Halcion. Un farmaco che oltre a far dormire ha effetti ipnotici, mette in pace la mente portandola in chissà quale paradiso artificiale che resta invisibile allo spettatore a cui non resta altro che contemplare un’opera che fluttua tra sogno e realtà. Non mancano all’appello Jean-Michel Basquiat, Irving Penn, Damien Hirst, Takashi Murakami, Nan Goldin, fino al mitico Charles Baudelaire.
Livia de Leoni
mostra visitata il 15 febbraio
dal 15 febbraio al 19 maggio 2013
Collettiva – Sous influences
La Maison Rouge – fondation Antoine de Galbert
10 Boulevard de la Bastille
75012 Parigi
Orari: dalle 11.00 – 19.00 dal mercoledì alla domenica
Info: www.lamaisonrouge.org

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