Una spiritualità velata di ironia è quella che pervade tutte le opere di Carles Congost, uno dei più importanti esponenti dell’arte giovane spagnola. Esperto conoscitore di varie tecniche artistiche (la fotografia, il video e il disegno), l’artista non esita a passare da un genere all’altro mantenendo però fede al suo obiettivo: “rappresentare in modo ironico il lato a volte triste e malinconico della vita”. E per fare questo Congost racconta delle vere e proprie storie, aperte a molteplici interpretazioni, nelle quali ognuno, partendo dalla trama tracciata dall’artista, può leggere una storia personale.
Nell’opera The revolutionary, due grandi fotografie realizzate apposta per l’evento, due skaters e un barbone si incontrano, al crepuscolo, in un parco. L’atmosfera è pervasa da una certa spiritualità e la luce che illumina i protagonisti aumenta a tal punto questa sensazione che, all’improvviso, il vagabondo sembra quasi una presenza divina. Ma allora chi è davvero questa persona? È l’artista stesso a rispondere dicendo che “il barbone ha sia le caratteristiche di un profeta visionario, sia quelle di un sessantottino fallito e nostalgico; comunque sia, è un disadattato, un emarginato dalla società. La tristezza che potrebbe derivare da tale pensiero viene però alleggerita dall’ironia perché, in fondo, il barbone assomiglia molto anche a Gandalf, uno dei personaggi principali de Il Signore degli Anelli e la luce potrebbe essere teatrale…”
Un’altra opera di particolare rilievo è il video di diciassette minuti, Un mystique determinado. Il lavoro racconta la storia di un calciatore che sentendo una sorta di chiamata per l’arte, decide di lasciare il calcio per diventare videoartista. Le persone a lui vicine, come i genitori, l’ex-ragazza, l’allenatore e un artista spagnolo degli anni Settanta danno la propria interpretazione di questo cambio di vita repentino e tentano di spiegare. Il tema centrale del video è la nostalgia per una particolare ribellione, per quella protesta che negli anni Settanta si adottava in nome di una causa e che invece, oggi, viene usata solo per fare tendenza.
La versatilità, sicuramente il carattere peculiare e distintivo dell’artista spagnolo, ha permesso a Congost di realizzare un videoclip, presente in mostra, per la pop star spagnola Alaska, la cui fama in patria è equiparabile a quella del regista Almodovar.
Perché “l’arte” dice Congost “ non è un’attività separata dal mondo reale anzi, ne è così legata che è proprio della vita quotidiana, del contesto sociale e politico e delle circostanze personali dell’artista che essa si alimenta e trae vigore.”
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alessandra giacometti
mostra visitata il 12 marzo 2005
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