Un’interessante ed inedita mostra di vignette celebra in questi giorni la matita graffiante di cinque grandi disegnatori –sia di destra che di sinistra– che hanno criticato, ironizzato ma anche celebrato i politici: Seduzioni e miserie del potere. Ed in un paese come il nostro (pieno zeppo di emeriti leccatori di didietro e baciatori di pile, ma anche di scanzonati e feroci critici del potere) mai un titolo è stato più azzeccato.
La satira moderna prende piede in Italia sul finire dell’ottocento quando, da un lato per la diffusione dei giornali e dall’altro per una maggior libertà di stampa, nascono i primi fogli satirici, come L’Asino. È proprio collaborando con questa testata, nonché con il socialista Avanti ed il francese L’assiette au beurre, che diventa famoso Gabriele Galantara (1865-1937), disegnatore sanguigno che predilige la chiesa ed il clero come obiettivo del proprio lavoro. Ecco quindi mille preti (spesso illustrati accostando momenti in cui predicano bene e razzolando malissimo) che con le loro tonache nere escono da S. Pietro per invadere ogni aspetto della politica italiana, fino a diventare un Laocoonte moderno (1907) o coprirsi delle peggiori infamie sotto L’ombra della croce (1908).
Ed è ancora il clericalesimo uno dei mali italiani contro cui si scaglia Giuseppe Scalarini (1873-1948), che disegnava quotidianamente per l’Avanti, utilizzando un segno a china asciutto, antiretorico e decisamente moderno. Contrariamente ai socialisti, si schiera contrario alla guerra nel 1915 e per tutto il Ventennio criticherà il regime con puntigliosa caparbietà, come nel caso di Mussolini vestito da pagliaccio, pagando con reclusioni e perfino col confinamento per le sue vignette antigovernative.
Sarà invece fascista, seppure con qualche dissidio con Mussolini, Mario Sironi (1885-1961), instancabile collaboratore del fascistissimo Popolo d’Italia. E sin da subito la critica è orientata contro Il Corriere, l’Avanti, il comunismo tout court, il Partito Popolare di Sturzo, e tutti i movimenti di critica del regime. Il suo è un disegno raffinato, pungente, velenoso ma talvolta razzista, come quando, per denigrare maggiormente gli oppositori, li rappresenta con evidenti caratteri negroidi. Un amaro boccone per gli amanti dei suoi gazometri…
Non può ispirare che forte simpatia la vicenda del monarchico Giovannino Guareschi (1908-1968), più volte accusato di diffamazione dai Presidenti della Repubblica Einaudi e De Gasperi (rappresentato come un Il ragno che tesse la tela della crisi nel 1954) e per la quale pagò personalmente con il carcere. La sua posizione di destra è inoltre fortemente sottolineata dalla critica al marxismo dei Compagni di Stalin e a Kruscev che nel 1957 cerca di ricucire le due Germanie con la falce ed il martello insanguinati.
La rassegna si conclude con un raffinatissimo e personalissimo Francesco Tullio Altan (1942), le cui vignette sono state ospitate su La Reppublica, L’Espresso, Panorama, Cuore, noto ai bambini anche per Pimpa, la cagnolina a pois rossi con la lingua sempre a penzoloni. Il suo tratto a china delle sue donne e dei i suoi personaggi come Cipputi sono entrati nel nostro immaginario e spessono parlano di un’umanità postmoderna in crisi di identità e di ruoli. Fulminanti le sue battute sul cavalier Silvio Banana e memorabile la serie di inchiappetamenti con ombrelli.
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daniele capra
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