22 settembre 2010

fino all’1.XI.2010 Rinascimento privato Aosta, Museo Archeologico

 
Come parlare delle raccolte di una dinastia rinascimentale? Ardua impresa, specie se si punta su monete e gemme incise. Col merito, però, di ricordare che gli Este non furono solo a Ferrara...

di

Pur accompagnata dal suggestivo titolo del romanzo di
Maria Bellonci dedicato a Isabella d’Este, Rinascimento privato (1985), la mostra di Aosta riesce
solo in parte a centrare l’obiettivo di rievocare le raffinate atmosfere del
collezionismo estense.

La scelta di focalizzare l’attenzione sulle raccolte di
monete e pietre incise di ambito greco-romano ha sì il merito di dialogare con
la sede espositiva e di rendere visibili manufatti di solito non accessibili.
Tuttavia, il rischio della monotonia, per il visitatore comune, è forte;
soprattutto le gemme risultano di scarsa fruibilità, per le ridottissime
dimensioni.

Inoltre, la selezione di dipinti e sculture di epoca
moderna non offre che un pallido riflesso dello splendore delle collezioni del
casato che, dopo aver reso Ferrara una delle capitali del Rinascimento, Giovanni Busi detto Cariani (attribuito a) - Ritratto di dama o Allegoria della Verginità - 1515-20 ca. - olio su tela - cm 89x65 - Galleria Museo e Medagliere Estense, Modenacontinuò
ancora per secoli a regnare su Modena, dove parte delle raccolte vennero
trasferite.

Scarso è peraltro il dialogo tra pezzi antichi e della
rinascenza, efficace soprattutto nel caso del Ritratto di dama attribuito a Giovanni Busi detto
Cariani
, che
porta appeso al collo appunto uno smeraldo. Anche tralasciando il fatto che il Bruegel
del sottotitolo
non è il celebre Pieter e neanche il figlio Jan, ma una copia (di buona qualità) di una tela del meno
dotato fratello Pieter il Giovane, è da rilevare che questa come altre opere esposte – tra
cui la bella Scena di cucina dell’ambito del fiammingo Joachim Beuckelaer – non sono attestate in antico nelle
raccolte degli Este, ma giunsero alla Galleria modenese solo nell’Ottocento.

Dal Palazzo Ducale di Ferrara proviene invece il Ritratto
di buffone
di Dosso
Dossi
, del quale
si può ancora cogliere la cultura giorgionesca, a dispetto della pesante consunzione
della pellicola pittorica.

A giocare a sfavore della mostra di Aosta, non
paragonabile ad altre iniziative passate della stessa istituzione, è
soprattutto l’eccessiva rarefazione dei pezzi esposti. Se l’isolamento di pochi
capolavori è un merito nella prima stanza, dove si ammira in particolare il
singolare rilievo romano con Aion/Phanes, diventa invece un limite nel percorso successivo.

Joachim Beuckelaer (ambito di) - Scena di cucina con Cristo nella casa di Marta e Maria - seconda metà del XVI sec. - olio su tela - cm 129x188,5 - Galleria Museo e Medagliere Estense, Modena
In mancanza di prestiti più sostanziosi, la concentrazione
delle opere in un numero più ridotto di ambienti avrebbe avuto anche il merito
di suggerire meglio l’universo intimo ed eterogeneo degli studioli o delle wunderkammern
rinascimentali.

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Brueghel

a cura di Mario Scalini e Nicoletta Giordani

MAR – Museo Archeologico Regionale

Piazza Roncas,
12 – 11100 Aosta

Orario: tutti
i giorni ore 9-19

Ingresso:
intero € 5; ridotto € 3,50

Catalogo
Silvana Editoriale

Info: tel. +39 0165275902; u-mostre@regione.vda.it; www.regione.vda.it

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