Categorie: altrecittà

Focus Young LA

di - 10 Ottobre 2011
Appena arrivati all’ aeroporto di Lax si percepisce la grande energia che Los Angeles, e le varie città che la compongono, sprigionano. E’ un momento d’ oro per l’arte contemporanea in California. Più presente, meno appartata da un’ ingombrante ambiente del cinema che decide i propri codici spodestando tutto il resto, lo dimostra l’enorme celebrazione che dal 2 Ottobre ha completamente assorbito la città: “Kiedis Celebrates Rusha” la consacrazione di un’ era continua ad inspirare il mondo 1945 – 1980. Più di sessanta, fra Istituzioni ed Università insieme, per offrire uno spaccato trasversale ed iconico di un periodo fervido che ha reso LA meta incontrastata di un sogno che riesce ad inglobare i miti del rock con l’arte contemporanea più geniale e spregiudicata.
Le fiere dimostrano la vivacità del sistema, dall’attesissima Art Platform – al Mart ad Pulse Los Angeles, ad all’Affordable Art Fair a gennaio.
Giovane ed interessante lo spazio Artra Co Lab di Art Platform – dedicato agli spazi no profit, alle Istituzioni d’ arte, agli spazi alternativi, alle gallerie giovani, i magazines; punto di interazione di arte non commerciale. Tra i più interessanti : RAID centro di residenze internazionali, le giovani gallerie Night Gallery  e Statler – Waldorf Gallery, Santa Barbara Contemporary Art Forum, Monte Vista Projects, X – TRA Magazine. La sede di RAID, a Moulton Avenue, è un enorme spazio industriale nel quale convivono artisti e curatori, affiancati da strutture indipendenti e grandi loft nei quali si organizzano opening e letture nelle quali si disquisiscono i temi fondamentali della creazione artistica intervallati da concerti di musica elettronica. Tra le nuove riviste d’ arte ha molto seguito e voce, nel Sud della California, Artillery. Seguono i blogger d’arte, un popolo nutrito da opening che decreta , in parte, il valore di una mostra e crea network giovane intorno alle varie iniziative.
I musei, sempre frequentatissimi da un pubblico non omogeneo, regolano l’ appartenenza al tessuto cittadino, ognuno con una specifica ricerca. Da poco inaugurato, e caratterizzato da una vocazione nei confronti della giovane arte contemporanea internazionale, il Torrance Art Museum è strutturato da due grandi sale nelle quali si organizzano le due mostre della stagione. Alcuni degli artisti californiani che hanno esposto nel museo utilizzando la pittura in modo energetico e mai scontato: Susan Logoreci, Brian Cooper e Kiel Johnson. Particolarmente felice la realizzazione di una veduta metropolitana dalle linee vorticose e perfette: Divide and Alter della Logoreci, mozzafiato nella versione di public art nella metropolitana di LA. Kiel Johnson è uno degli artisti di punta della Mark Moore Gallery; i suoi disegni e le sue installazioni raccontano narrazioni delle sue avventure, storie quotidiane nelle quali ci si perde in labirinti di particolari. Ciò che potrebbe apparire in un primo momento definito diventa precario, ne sono un esempio i disegni della serie delle strade contorte delle metropoli ispirate dai ricci di un putto del seicento. Il suo studio rivela sorprese continue nelle quali si ha l’ impressione di stare in un Luna Park. Propongono mostre di grande prestigio il MAK Center for Art and Architecture e la Schindler House, senza dimenticare il collegamento con l’ Austria, offrendo residenze annuali per architetti ed artisti. L’ Hammer riesce abilmente ad attrarre un vasto pubblico giovane affiancando le mostre, ai concerti, ai workshop, sempre indubbiamente interessanti .La stagione è iniziata con la personale di Yoshua Okòn, un’ installazione video multichannel realizzata a Los Angeles, Octopus nella quale l’artista racconta simulandolo il conflitto e le scelte dei lavoratori del Guatemala che hanno rinunciato alle loro faide per lavorare insieme negli Stati Uniti. La personale dell’ artista, di Los Angeles, Shannon Ebner, il cui lavoro è stato esposto al P.S.1 , alla Biennale di Venezia , alla California Biennale, al Whiteney Museum of American Art solo per citare alcuni delle prestigiose sedi. La serie The Electric Comma indaga le correlazioni tra la fotografia ed il linguaggio, inglobandone in diversi modi la poesia, la scrittura sperimentale, fino al discorso politico senza dimenticarne l’ interazione con il paesaggio. La serie è esposta contemporaneamente alla 54° Biennale di Venezia.
Da segnalare come uno degli spazi – no profit più dinamici è il SuperFront LA. L’accurata scelte delle mostre d’ arte contemporanea si intervallano con show di architettura dei nuovi architetti americani, senza dimenticare saltuariamente la scena est asiatica o europea.
L’Università e le scuole offrono opportunità espositive con gallerie ben strutturate e possibilità di organizzare conferenze, tra le più attive: il Pitzer College con la Pitzer Art Galleries, Rio Hondo College, Cerritos College, il Writing for Performance Program at the the University of California at Santa Barbara e a nord della California la leggendaria UC Berkeley.

Indiscussa padrona di casa della California la mecenate Lyn Kienholz, dal 1974 anno del divorzio con lo scultore Ed Kienholz ha intrattenuto profondi rapporti lavorativi ed organizzato esclusive residenze nella sua villa con: artisti, scrittori, critici, architetti, registi e curatori di musei. Il suo immancabile sostegno con la International Arts Foundation ha decretato il successo di innumerevoli : mostre , film e libri d’ arte. In questo momento si sta occupando nel pubblicare un enciclopedia della storia dell’ arte del sud della California ed è una delle maggiori sostenitrici del L.A. Rising SoCal Artists Before 1980.
Evento di grande impatto il Sur Biennial che presenta in tre sedi il meglio degli artisti locali, influenzati dalle culture del: Messico, del Centro e del Sud America. I temi dell’ edizione di questo anno sono: l’assimilazione, l’adattamento e il ruolo della cultura. Gli artisti che espongono alla Biennale sono: Luciana Abait (Argentina), Raul Baltazar (Messico), Castillo (Colombia), Karla Diaz (Messico), Martin Durazo (Messico/America), Vidal Herrerra (Messico/America), Ichiro Irie (Giappone), Elana Mann (America), MobileMuralLab (Messico/America), Marcus Kuiland-Nazario (Porto Rico), Vincent Ramos (Messico/America), Lizz Lopez (Messico), e Red.
Le gallerie più interessanti e, soprattutto, gli studi degli artisti sono quasi tutti collocati nella zona di DownTown  e a Curvet City in quel distretto a nord della città che rivela spazi dismessi, luoghi ideali dove creare quadrato intorno ad un quartiere che vive solo la mattina per diventare totalmente abbandonato dalla sette di sera. Curvet City offre l’ ideale connessione per organizzare mostre di public art, le culture si mischiano, è un enorme area nella quale l’ ambiente creativo ibrido della musica si fonde con il mondo delle arti visive. Ne traggono vantaggio i linguaggi che colpiscono per la freschezza e l’ esplosione di pura energia. La performance gioca, nuovamente, da padrone colpendo per la grande forza espressiva. Negli studi degli artisti emerge la profonda ed illimitata sperimentazione, con la produzione di opere complesse, in larga scala, installazioni nelle quali l’ unica regola naturale è quella di assemblare materiali.

La città estesa contagia aree impensabili: da Torrance che si delinea inaspettata sede di giovane arte internazionale, alla periferia estrema della contea a sud ovest Ingleewood, ancora difficile da vivere per la troppa efferata criminalità ma pur sempre sede sporadica di eventi underground, a Santa Monica nei pressi del SMMOA (Santa Monica Museum of Art) location in crescita per le giovani gallerie. Se si preferisce uno sguardo più frivolo dell’ arte, molto spesso legato all’ arredamento, non si può non scegliere il susseguirsi interminabile di gallerie a Laguna Beach. Prediligendo un attento giro tra le vie della metropoli che non dorme mai, si arriva a Sunset Blvd alla galleria ltd Los Angeles per il group show The Long Range per poter assaporare lo stile della frontiera ed ammirare i lavori di Cindy Bernard. Proseguendo verso il Lacma tappa obbligata è la Galleria Edward Cella Art + Architecture attualmente in corso con la collettiva Some City Angels , ed è proprio la protagonista schizofrenica: LA . Imperdibili e così esplicativi di come sia l’America oggi i lavori della talentuosa Elena Mann, assoluta performer in veste di lady politica nel video e presenza – assenza tra i pozzi di petrolio emblema di una California e di una America alla ricerca di se stessa. La Galleria Edward Cella Art+Architecture è una delle mete preferite degli architetti, ricercatissime sono le proposte che si susseguono nell’ arco dell’ anno nelle quali le due sedi della galleria offrono uno spaccato poliedrico di: Arte e Architettura. Indimenticabile la mostra Visualizing A New Los Angeles 1962 – 1992′, con una serie di plastici e di materiale fotografico del grande architetto Carlos Diniz.
Non c’è da stupirsi se LA rimanga l’ assoluta protagonista, primo modello della vera città americana non costruita con la visione della città Europee, priva di un centro vero e proprio ed interminabile metropoli alla Fritz Lang.
Segue la visita alla galleria Steve Turner Contemporary, nota per un lavoro capillare nello scegliere talenti emergenti come: Lee Lynch , Edgard Orlaineta e Masood Kamandy. La mostra The Murder of Hi Good di Lynch si struttura intorno al video rivisitazione del western sull’ uccisione del maggiore cacciatore di indiani della California , approfondendo sul profondo impatto che Hollywood ha avuto nella formazione della storia ed eludendone l’ idiosincrasie  introducendone una storia alternativa. Affiancano il video delle installazioni di grande impatto, realizzate con pellicce, sapientemente amalgamate, feticci senza tempo. Per chi vuole aggiornarsi sui talenti che utilizzano il mezzo fotografico, alcuni dei più promettenti fotografi, probabilmente molto conosciuti anche in Europa: la giovane Alex Prager che attinge il suo immaginario al cinema d’ autore dei mitici anni ‘50, Jeff Burton con i retroscena del mondo del porno fino al patinato mondo della moda e Melanie Pullen tra delitti d’ autore ed atmosfere noir del secolo scorso.
Los Angeles è questo e molto di più: una scoperta continua influenzata dall’ Oceano, il deserto, le montagne, il vicino Messico, ed una creatività difficile da incanalare in stereotipate formule.

a cura di camilla boemio

[exibart]

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