17 novembre 2005

in permanenza Giacomo Costa Potenza, Palazzo municipale

 
Giacomo Costa, nei panni di moderno vedutista, mira a cogliere il senso profondo della città di Potenza. Il cui municipio (leggetevi anche l’Exibart.onpaper attuale) è sempre più artistico...

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Gli Agglomerati di Giacomo Costa (Firenze, 1970), dietro la colorata danza di facciate, le montagne di palazzi che scalano il cielo, le prospettive impazzite, il divertito scardinamento di ogni regola costruttiva, affrontano il problema del ruolo della città nel mondo contemporaneo. Se nelle immaginarie vedute digitali Costa materializza la sua Generic City in una megalopoli anonima e mostruosa, entità astratta e incubo immanente ad un tempo, in continua ed incontrollata crescita, con gli Agglomerati recupera il contatto con la realtà, confrontandosi con l’instabilità, la contaminazione e la permeabilità del mondo globalizzato. Le sue prime vedute cittadine, mescolando liberamente edifici per lo più anonimi, si concentravano sul panorama frammentario e incoerente che accomuna le città di ogni latitudine, rendendole tutte simili ad un mosaico di pezzi semplicemente giustapposti. Negli ultimi lavori, invece, Costa sembra farsi portavoce dell’esigenza di recuperare un’identità urbana sempre meno riconoscibile, alla ricerca sempre più difficile della cifra stilistica che rende ogni città unica. Da postmoderno artista digitale che “si autonega l’indagine spaziale della fotografia usando i tempi del viaggio per costruirsi i suoi sistemi algoritmici atti a inventare al computer le immagini dei suoi luoghi invisibili” (Davide Faccioli), torna ad immergersi nella vita della città con uno sguardo che mescola chiarezza illuminista e follia visionaria.
La realtà urbana di Costa non è quella imposta da piani regolatori né quella ammirata dai turisti, ma quella scelta e modificata dall’uomo comune con i suoi spostamenti quotidiani, le abitudini, i riti, l’elezione spontanea di punti di aggregazione. Sembra sostenere l’idea di un’urbanistica ‘partecipata’ come strumento primario delle amministrazioni locali per la gestione del territorio. Questa la ricerca alla base dei due Agglomerati dedicati a Potenza, realizzati su invitoGiacomo Costa, Agglomerato n. 17, 2005 del Comune in collaborazione con l’associazione AmnesiacArts ed ora collocati nella sala riunioni del Municipio.
Le forme del paesaggio e quelle architettoniche dell’Italia meridionale m’impressionarono”, diceva Escher ricordando i suoi straordinari paesaggi di montagna abruzzesi. E Giacomo Costa, che condivide con l’artista olandese l’idea di uno spazio complesso e articolato, ha trovato particolare ispirazione nel paesaggio potentino, con il labirintico snodarsi delle strade intorno ad un picco roccioso su cui si abbarbica un grappolo di palazzi. L’Agglomerato n. 17 ritrae i quartieri popolari della città, l’espansione urbanistica degli anni ’80 dopo il terremoto che ha drammaticamente rivelato la fatiscenza di larga parte degli edifici. La costruzione dell’opera è tra le più impressionanti dell’artista: il punto di fuga velocissimo sembra risucchiare in un vortice le strade, i palazzi e lo stesso sguardo dello spettatore, espressionistica traduzione dell’impressione che si prova addentrandosi in questo quartiere, non a caso chiamato dai suoi abitanti ‘il Serpentone’, che avvolge nelle sue spire di cemento la collina su cui sorge.
Nell’ Agglomerato n. 18 Costa esplora invece il centro storico della città, escludendo però dal suo sguardo la Piazza principale, circondata da edifici di architettura borghese tardo-ottocentesca e fascista, e soffermandosi su una piccola piazza ricavata dietro la strada principale e trasformata dai bambini in un campo di calcio. Questa anarchica e imprevedibile scelta di funzione lo attrae. Da ritrattista diventa urbanista demiurgo: osservando la piazza stando a mezz’aria la dilata, le conferisce una irregolarità che la esalta. Allo stesso scopo, e per dare un vivace dinamismo alla scena, moltiplica i punti di fuga provocando un’anomala apertura delle quinte laterali e disorientando ancora una volta lo spettatore con il contrasto tra l’ariosità di tale allargamento di veduta e l’oppressione provocata dalla calca di palazzi che incombono sulla piazza.

link correlati
www.giacomocosta.com

barbara improta


Giacomo Costa – Agglomerati n. 17 e n. 18
Potenza, Sala dell’Arco del Municipio, Piazza Giacomo Matteotti (centro storico)
visitabile su richiesta – per informazioni: ufficiocultura@comune.potenza.it
www.comune.potenza.it 


[exibart]

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