In un periodo come questo, dove i tagli alla Cultura sono all’ordine del giorno, risulta fondamentale l’intervento dei privati per alimentare la produzione artistica e culturale. Cosa significa per lei, come Amministratore Delegato di Manfrotto, essersi posizionato in prima linea fra i promotori della rassegna “Bassano Fotografia 2011”?
Contribuire a Bassano Fotografia significa principalmente riconoscere il grande contributo delle persone che lavorano con noi al successo dell’azienda. Manfrotto oggi vende il 95% dei suoi prodotti in mercati diversi dall’Italia, per cui il ritorno commerciale di questa iniziativa non la giustificherebbe, ma poter mettere a disposizione della città le nostre risorse finanziarie, organizzative, di marketing e la nostra rete di fotografi internazionale ha un valore e un significato che ripaga ampiamente lo forzo profuso.
L’incontro tra arte e impresa è, secondo lei – il risultato di una politica aziendale che sa conciliare gli obiettivi economici con gli obiettivi sociali ed ambientali – ancora poco sviluppato nel nostro Paese? In che modo si potrebbero sensibilizzare i privati ad investire nel mondo dell’arte?
L’imprenditore dovrebbe percepire l’investimento a sostegno dell’artecome parte della strategia aziendale, non semplicemente un atto di liberalità e generosità. A questo scopo servirebbe un progetto nazionale di sensibilizzazione verso le imprese che dimostri con esempi concreti come il sostenere l’arte possa portare vantaggi non solo al paese ma anche all’azienda stessa. Le autorità pubbliche preposte, coinvolgendo le associazioni di categoria, dovrebbero far propria questa sfida e diventare parte attiva e propositiva, creando momenti di approfondimento e mettendo a disposizione delle imprese strumenti e incentivi adeguati.
Quando l’immagine prende forma è il leitmotiv di “Bassano Fotografia 2011”, progetto culturale che vede il coinvolgimento della Manfrotto School of Xcellence, per l’ideazione di corsi di alta formazione tenuti da artisti di fama internazionale. Ci può illustrare i punti di forza di questa scuola?
Questa è una domanda alla quale preferirei non rispondere, perché sono davvero tutti artisti straordinari e fortemente coinvolgenti.
Tuttavia, se proprio devo scegliere, personalmente sono molto attratto dall’espressività dei ritratti e dalle foto che ritraggano i paesaggi “fermando il tempo”. Mi hanno quindi molto colpito le espressioni “immortali” dei personaggi di Kirkland ed i colori di quelle di De Zitter.
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