02 novembre 2011

Intervista a Giovanni Ozzola

 
Troppo giovane? troppo commerciale? Giovanni Ozzola, neo-vincitore della dodicesima edizione del Premio Cairo, non ci sta alle polemiche sorte all’indomani della sua proclamazione e dice la sua. Una ghiotta occasione per approfondire la sua arte e per farsi un’idea personale di quanto vale il suo lavoro. A dispetto di alcuni...

di

Come hai vissuto questa esperienza?

Partecipare ad un evento pubblico come una mostra o una presentazione del mio lavoro, spesso mi genera una certa tensione, con la quale però mi sono abituato a fronteggiare. Invece, essere tra i protagonisti di un Premio è un’emozione diversa, alla quale ancora non sono abituato, nonostante la mia passata esperienza al Talent Prize. Sebbene al Premio Cairo avessi presentato un progetto in cui credevo molto, non mi aspettavo di vincere, anche perché stimo molto alcuni degli artisti presenti. Per esempio, mi sono piaciute molto le opere di Emanuele Becheri e di Riccardo Benassi. Apprezzo molto i loro progetti e le loro ricerche artistiche e trovo che siano di forte intensità. Insomma non avevo assolutamente idea di vincere, quindi, quando hanno pronunciato il mio nome al momento della premiazione, è stato un vero piacere. 

Come rispondi alle critiche e alle polemiche che sono sorte in questi giorni?

Se penso alle polemiche, penso solo a giovedì sera quando ho sprecato dieci minuti di una bella serata per provare a rispondere ad un’intervista aggressiva, fatta da un dubbio personaggio, con domande e affermazioni che si commentano da sole. Vedi, se c’è una polemica o critica intelligente, a me fa solo piacere (e non lo dico per forma), perché aiuta a sviluppare la densità della propria consapevolezza. Ma non e’ questo il caso.
 

Cosa intendi comunicare con l’opera presentata a Milano? Che significato ha?

Quando sono stato invitato a realizzare un progetto per il Premio Cairo, l’unico dato che avevo erano due pareti, perciò non è stato facile. Un vuoto di elementi. Avevo davanti a me solo un angolo che ho concepito come un luogo mentale più che fisico, astratto. Con quest’opera intendo restituire l’idea della visione. L’unico elemento a cui aggrapparmi per creare una visione era esclusivamente la mia presenza che è connessa con l’esterno grazie ad una serie di sensibilità, elementi come il pensiero ed i sentimenti, che sono composti da energie dualistiche, negative e positive, femminili e maschili. La nostra percezione è composta, guardiamo al mondo con due occhi ben distinti e separati, ma è altrettanto vero che la percezione finale è unica e riunita in un solo essere. Questo dittico nasce proprio con l’intenzione di restituire la realtà colta dall’occhio destro e dall’occhio sinistro, dal pensiero e dal sentimento. Per avere una visione unica del mondo, è necessario comprendere i diversi fattori che compongono la visione stessa, e richiamare tutti i sensi e tutta l’attenzione verso di sé. In breve, la visione unica non è altro che una condizione che si crea, e’ la volontà di vedere, di percepire e di capire la propria posizione.
 

Cosa ti aspetti da questa vittoria?

Continuo a realizzare e a lavorare ai miei pensieri come ho sempre fatto, cercando di seguire attivamente il sentiero che mi trovo dinanzi. Non ho strategie se non quella del continuare a fare ciò che sento.

a cura di manuela valentini
 
foto in alto: ritratto inedito di Giovanni Ozzola, foto di Francesco Guazzelli
 
 
 
[exibart]

4 Commenti

  1. Finalmente!!!
    ho letto l’intervista fatta dalla “giornalista” a cui si riferisce Ozzola e mi sono vergognato per lei, come può essere così fazioso e senza professionalità un giornalista O forse pubblicista???
    Gli ha fatto delle domande di una stupidità inaudita.
    Per fortuna exibart c’è e fa delle interviste serie.

  2. Gentile “Frai” ,

    ovviamente, ogni cosa, può essere valutata positivamente o negativamente, ma ciò che conta è il modo di farlo. Inoltre, chi si cela dietro uno pseudonimo come fa Lei, non credo abbia molto altro da dire. A differenza sua, io metto a pubblico ludibrio il mio canale YouTube, con relativa mia faccia, mail, e tutto quello che ho fatto negli ultimi due anni. E la giornalista in questione, mette nome e cognome, cosa che lei ( “Frai” ) si guarda bene dal fare.

    Lei, caro “Frai” , chi è?

  3. Probabilmente soon stata fraintesa, non mi riferivo a questa intervista che stiamo commentando su exibart ma alla pessima intervista di cui parla ozzola apparsa su affari italiani.
    Frai

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