Categorie: altrecittà

Intervista a Silvia Lucchesi

di - 25 Novembre 2011

“Lo schermo dell’arte Film Festival” è giunto alla IV edizione.Schermo e arte, due parole chiave che esprimono due mondi che si incontrano, come nasce il progetto?

Per tanti anni ho lavorato in un Festival molto noto di documentari di Firenze che si chiama Festival dei Popoli occupandomi della sezione tematica Cinema e Arte. Durante questa esperienza mi sono resa conto che esisteva molto materiale documentario sugli artisti contemporanei – prodotto solo all’estero, e non in Italia (ovviamente) – quindi, in veste di storica dell’arte, ho cominciato con questo materiale a creare dei programmi.
Soprattutto in tre edizioni del Festival dei Popoli la sezione tematica Cinema e Arte ha avuto una sua dimensione allargata, cominciando a diventare un vero e proprio festival dentro il festival, che ha riscosso molto successo.
Pertanto ci siamo resi conto che era arrivato il momento di andare in autonomia rispetto al Festival dei Popoli, e quindi abbiamo creato un progetto per l’arte contemporanea vista attraverso il documentario.
Così nasce, sotto la mia direzione artistica, la I edizione del Lo Schermo dell’arte (2008), composta da film documentari sull’arte contemporanea.
Il primo passaggio di crescita che ha avuto Lo schermo dell’arte si vede nella II edizione (2009), quando abbiamo cominciato ad occuparci anche di Cinema d’artista.

Cinema d’artista: gli artisti contemporanei lavorano con le immagini in movimento, tra circuiti cinematografici e circuiti d’arte. Lo schermo dell’arte registra questo importante fenomeno…
Lavorando con questi materiali e vedendo il successo incredibile di pubblico che avevano le proiezioni del nostro Festival, ci siamo resi conto che non potevamo esimerci dal far vedere che cosa gli artisti facevano con le immagini in movimento.
Negli ultimi venti anni, a cominciare dagli anni ‘90, gli artisti si sono riappropriati del cinema, hanno cominciato a produrre molto in termini di film, ed hanno pensato di realizzare delle opere che potevano essere presentate nella sala cinematografica.  Basta guardare gli episodi più famosi come il film su “Basquiat” di Julian Schnabel (un artista che fa un film su un artista), oppure un esempio più recente come “Donne senza uomini” di Shirin Neshat.
Dunque gli artisti hanno cominciato a produrre film e noi non potevamo guardare a questo fenomeno senza registrarlo, dal momento che lavoravamo già con i due linguaggi della visione: il cinema a l’arte.
Quindi dalla II edizione de Lo schermo dell’Arte (2009) è nata la sezione Cinema d’artista, nella quale abbiamo cominciato a presentare video che erano nati per il circuito d’arte contemporanea, e  che nell’immaginario dell’artista non erano nati per uscire nelle sale cinematografiche. Infatti i primi esempi di Cinema d’artista che abbiamo presentato non sono quelli di Julian Schnabel o di Shirin Neshat, ma sono video concepiti solo per essere esposti in circuiti d’arte contemporanea.
Le connessioni tra arte e cinema sono tante, del resto quando è nato il cinema gli artisti se ne sono subito appropriati, basta pensare ai film della avanguardie…

Da quest’anno il Festival accoglierà una nuova sezione: Mobiles. Si tratta di un altro step, quali le ragioni di questa scelta?
Quello di quest’anno è stato un altro passo in avanti, così come abbiamo cominciato a presentare Cinema d’artista a partire dalla II edizione, a partire da questa IV edizione cominciamo a presentare opere di artisti internazionali che lavorano con i video e con le moving images (cinema).
E non potendo più accontentarci della pur meravigliosa proiezione in sala cinematografica, che comunque esclude la possibilità di presentare le video installazioni su multi channel, ma volendo lavorare con artisti che di questo mondo sono diventati gli interpreti più importanti, abbiamo cercato la collaborazione di Cango-Cantieri Goldonetta, Istituzione fiorentina sede di una compagnia di base di teatro. Cantieri Goldonetta è un luogo importante della cultura del contemporaneo a Firenze, si tratta di uno spazio diverso dalla sala cinematografica, qui è possibile fare un allestimento vero e proprio. E per questo primo anno la nostra scelta è caduta su uno dei nomi più importanti dell’arte internazionale che fa video: l’israeliano Omer Fast, con la video installazione “Talk Show”. Questa anima interna del festival chiamata Mobiles – che prende il nome dalle sculture di Calder, che sono mobili, leggere, e che si spostano – (pre)vede la possibilità di ospitare, per i prossimi anni, le istallazioni non per forza alla Goldonetta, ma anche in altre Città e/o luoghi altri rispetto alla sala cinematografica.
Come sostiene i giovani artisti italiani Lo schermo dell’arte?
Dalla III edizione de Lo schermo dell’arte, quindi dall’anno scorso, è stato indetto il “Premio Lo schermo dell’arte Film Festival”. Con gli artisti italiani lavoriamo attraverso l’istituzione di questo Premio, che è  l’unico in Italia specificamente per la produzione di video realizzato da un giovane artista.
Il Premio è destinato a dieci artisti italiani (di età inferiore ai 35 anni) invitati da cinque curatori italiani. Gli artisti selezionati devono presentare un progetto per la realizzazione di un video, sulla base di un bando che noi abbiamo fatto. La giuria, composta da esperti italiani di arte contemporanea, nominerà il vincitore che riceverà un premio in denaro di Euro 10.000 destinati alla produzione del video (investimento notevole per un Festival come il nostro che ha un budget molto ridotto).
Da una parte vogliamo sostenere il lavoro delle giovani generazioni, dall’altra uno dei nostri importanti obiettivi è, in quanto operatori culturali, quello della produzione, ovvero di potere dare una possibilità, a chi evidentemente non le ha trovate, di poter realizzare delle opere originali (nuove).
Ci sono ottimi artisti italiani che lavorono con le immagini in movimento, quello che ci interessa è presentare opere che abbiano un valore etico, oltre che estetico, e quindi artisti che attraverso le loro opere si pongono delle domande che hanno a che fare con le contraddizioni del nostro tempo: politiche-sociali, e della storia della cultura. Così come il “Premio del Lo schermo dell’arte” (2010) è andato ad un progetto che si occupava di ecologia.

Perché il Premio è rivolto solo agli artisti italiani?
Solo gli artisti italiani perché il nostro è un progetto piccolo che in questo momento non ha le forze per reggere un concorso aperto a tutto il mondo, ricordo che quest’anno il Premio è solo alla II edizione. Destinare il Premio anche agli artisti stranieri è chiaramente un’ipotesi aperta, non si tratta di una chiusura concettuale, è solo una questione puramente organizzativa.
“Premio Lo schermo dell’arte Film Festival” per la produzione di un video d’artista. Vi occupate anche della distribuzione?
La distribuzione è una delle cosa che ci interessa molto. Ma non potendo diventare dei veri e propri distributori cinematografici, nel nostro piccolo, cerchiamo di far girare il più possibile i materiali che presentiamo nell’ambito del Festival attraverso un progetto che ci occupa durante l’anno e che si chiama “VideoLibrary”. Si tratta di un progetto dalla caratteristica Educational: le versioni originali di alcuni dei film presentati nelle varie edizioni vengono sottotitolati in italiano, e vengono proposti alle Istituzioni che si occupano di arte contemporanea, non solo in Italia. Di recente siamo tornati da Mosca dove abbiamo fatto la nostra prima collaborazione con The Garage Centre for Contemporary Culture, attraverso cinque giorni di programma con il materiale del nostro Festival. L’anno scorso i film sono stati proiettati nella Video Room del Centro fiorentino EX3 Centro per l’arte Contemporanea.
Si tratta di materiali video molto interessanti che si vedono solo al Festival, ma possono stare nei dipartimenti video dei Centri d’arte Contemporanea, nelle Università e nella Accademie perché funzionano bene da corredo alla didattica contemporanea. Sono materiali che non hanno distribuzione in Italia né in dvd, né tantomeno in televisione, né ancora meno in sala cinematografica.

Quanto conta per il Festival ottenere, oltre al sostegno Istituzionale, le sponsorizzazioni da Aziende e privati?
Noi facciamo parte di un Progetto Regionale che si chiama “50 giorni di cinema internazionale a Firenze”, si tratta di un progetto che riunisce tutti i Festival di cinema di Firenze in un unico calendario. Il nostro Partner Istituzionale in assoluto più importante è la Regione Toscana. Poi abbiamo il sostegno della fondazione bancaria – Ente Cassa di Risparmio di Firenze che ci finanzia dei soldi, su un bando.
E le sponsorizzazioni di tre Aziende del territorio, tutte in qualche maniera coinvolte con i linguaggi contemporanei: l’ Azienda di Design Opinion Ciatti, l’Azienda di Moda Ilaria Nistri, l’Azienda Vinicola Cecchi.
Opinion Ciatti, che ci sta sostenendo dalla I edizione del Festival, è un’Azienda leader nel settore del Design Industriale di altissimo livello, ha vinto un Compasso d’Oro.
L’Azienda di Moda Ilaria Nistri, entrata  come Sponsor a partire da quest’anno, fa realizzare già da tre anni il suo Fashion Film da artisti contemporanei, come Tomas Saraceno.
Quindi cerchiamo di coltivare e aumentare ogni anno le sponsorizzazioni private, visti i tagli che ci sono sempre alla Cultura e visto soprattutto quello che ci aspetterà nel 2012 che sarà certamente l’anno più orribile degli ultimi decenni per quanto riguarda i finanziamenti pubblici, è nostro interesse assoluto cercare delle fonti di finanziamento diverse dagli Enti Pubblici.
Poi, in maniera del tutto naturale, tra colleghi, nascono le fondamentali collaborazioni con le Istituzioni che fanno arte contemporanea nel territorio. Lo schermo dell’arte è di fatto un progetto di rete, quindi collaboriamo con la Strozzina, con il Museo Pecci, con il Museo Marino Marini, con EX3. Ogni anno con queste Istituzioni cerchiamo di fare dei piccoli progetti comuni.
a cura di simona apicella
Lo schermo dell’arte Film Festival – quarta edizione
Odeon Firenze, Piazza Strozzi
21 – 24 novembre 2011
[exibart]

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