05 maggio 2011

La sghettizzazione dell’arte contemporanea

 
Pubblichiamo un testo di Vittorio Sgarbi scritto in occasione della conferenza tenutasi quest'oggi per la presentazione del Padiglione Italia intitolato per questa edizione L'ARTE NON E' COSA NOSTRA. L'arte come ancella su un'altalena in disequilibrio tra ragione e follia...

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Di palazzo in palazzo, la Biennale arriverà fino al Padiglione Italia nell’Arsenale di Venezia, dove tenterò il risarcimento del rapporto fra letteratura, pensiero, intelligenza del mondo e arte, chiedendo, non a critici d’arte, neppure a me stesso, quali siano gli artisti di maggiore interesse tra il 2001 e il 2011, ma a scrittori e pensatori, il cui credito é riconosciuto per qualunque riflessione essi facciano sul nostro tempo. Gli scrittori si leggono per ciò che ci dicono della storia, dell’economia, del costume, della letteratura, del cinema. Perché non, o non più (come Pasolini, Sciascia, Moravia), dell’arte, della pittura, della fotografia. Perché dovremmo affidarci ai “curatori” o, come si vogliono con civetteria chiamare, “curatori indipendenti”? Perché ci indichino i loro protetti, ci portino nella loro infermeria dove “curano” i loro pazienti malati? L’arte é diventata come un ospedale, al quale hanno accesso solo i medici e i parenti dei malati. Un grande “sanatorio” separato dal mondo, non frequentato se non accidentalmente dalle persone sane. E intanto la bellezza del mondo sta fuori di quelle mura ed é sotto gli occhi di tutti, senza che nessuno la indichi. D’altra parte, benché esistano i critici cinematografici, la gente va al cinema e si fa una personale convinzione dell’interesse e dell’importanza di un film. Così dovrebbe essere per l’arte. 

       il Palazzo delle Esposizioni della Biennale, Venezia

Dunque ho chiesto a persone che ammiro, che sono diversamente ammirate (Esercizi d’ammirazione é il titolo di un bellissimo libro di Emile Cioran) di indicarmi l’artista, il pittore, il fotografo, il ceramista, il designer, il video artista, il grafico che egli ritenga più interessante in questa apertura del nuovo millennio. Saranno 200 i “segnalatori”, testimoni di una realtà che non può essere esiliata in un ghetto avvalorando la tendenza delle gallerie d’arte. 
Insomma, 200 punti di vista, per una rappresentazione caleidoscopica e libera dal pregiudizio di un critico che abbia la sua squadra, le sue predilezioni, i suoi protetti. Non potrà mancare il Museo della Mafia, che accoglierà il pubblico nelle Tese dei Soppalchi, riaperta per l’occasione, con un grande cartello che farà da filo conduttore dell’intero Padiglione Italia:”L’arte non é Cosa Nostra”.
Nel Padiglione Italia vi sarà poi la presenza dei più significativi artisti italiani operosi all’estero, attraverso un collegamento in tempo reale con tutti gli Istituti di Cultura (ottantanove), che potranno segnalare un solo artista o più artisti. Cento televisori saranno un occhio aperto sul mondo entro il Padiglione Italia. Simmetricamente in un palazzo veneziano, andranno documentati gli artisti stranieri che lavorano in Italia. Ma il Padiglione Italia vero e proprio sarà altrove, sarà in tutta Italia, tentando una rappresentazione variegata e credibile della creatività italiana indagata regione per regione. 
Nei Capoluoghi di Regione, con la collaborazione degli assessorati alla cultura e di direttori di musei, si tenterà l’inventario di pittori, scultori, fotografi, ceramisti, designer, video artisti, grafici, che saranno esposti nelle sedi più rappresentative e prestigiose del Paese. 
Giardini dell'Arsenale, Venezia
Ogni sede sarà Padiglione Italia, consentendo l’esposizione di circa mille artisti in corrispondenza con l’epopea dei Mille nel 150° dell’Unità d’Italia. L’indagine non sarà completa senza una rappresentanza delle venti Accademie di Belle Arti d’Italia, i cui direttori sono stati chiamati a proporre una scelta delle opere dei loro allievi. 
Mi affiancheranno critici e studiosi per esaminare la grande quantità di materiali che arriveranno alla mia attenzione. 
Dunque “et et”, lontani dall “aut aut” cui i critici-curatori-infermieri ci hanno obbligati fino a oggi.
vittorio sgarbi

[exibart]

5 Commenti

  1. Se così fosse, la bellezza fuori da quelle mura e sotto i nostri occhi qualcuno Urli nel MONDO esistono persone come JARA MARZULLI mi cara amica e pittrice bannata da facebook solo perchè troppo BRAVA usando del minimalismo tetterale a mio parer nella sua grandezza unica nel suo genere, ostenta la sua capacità femminile di onnipotenza e supremazia pittorica nel figurativo in essere. Realismo quotidiano che magnetizza input/output di sottilissima amenità. O urlasse il mio nome ENIGRUSSO che uccide il tempo bloccandolo in un labirinto di ipercubiche fantasie sboccianti in un magico parallelismo fatto di simmetria e geometria universale !! Ecco caro Sgarbi noi siamo qui !! sommersi dall’abominio e dall’ingordigia di un potere economico e politico fatto di abberranti fantasmi umani che pensano solo al loro piacere.

  2. -Perché dovremmo affidarci ai “curatori” o, come si vogliono con civetteria chiamare, “curatori indipendenti”? –

    forse perchè hanno passato la vita a occuparsi di arte senza andare a sbraitare da maurizio costanzo perchè hanno finito la fecola?

  3. E’ un elenco vergognoso e per tante ragioni. Prima di tutto contiene una quantità di dilettanti incredibile, con l’apice assoluto di un signore che di mestiere produce casse da morto e a tempo perso assembla rottami spacciandoli per opere d’arte! Per non dire dei tanti sconosciuti: chissà che risate! Poi perché è inserito, sotto pseudonimo, un signore che dovrebbe essere in galera a scontare i suoi 6 anni e mezzo di reclusione per aver abusato sessualmente di 5 bambine: chi è? E poi trovo scandaloso che certi pittori che si danno arie da grandi maestri abbiano accettato di esporre le loro opere con dei dilettanti assoluti. E gli intellettuali, o sedicenti tali? Sarò anche ignorante, ma buona parte non li nemmeno mai sentiti nominare. Più che intellettuali di chiara fama, secondo me, sono amici di Sgarbi, utili ad inserire questo o quell’artista. Il resto sono le solite chiacchiere, il solito nulla ben confezionato di Sgarbi. Su una cosa ha ragione: se i critici d’arte devono essere come lui è meglio davvero farne senza. Vedremo se d’ora in poi sarà lui il primo, dando seguito al suo pensiero, a togliersi di torno. Sarebbe il primo e più utile risultato di questa ridicola Biennale!

  4. Ho in mente delle mostre dei ” RIFIUTATI” ( quelli artisti scelti dai consulenti d’arte, consiglieri di Sgarbi, e scartati dallo stesso!) da organizzare nelle città che ospitano le biennali regionali.
    Titolo delle mostre:
    L’Arte non è Cosa Nostra, ma COSA SERIA
    Se trovo lo spazio adatto, io l’organizzo nella mia città (ho diverse adesioni di ottimi e veri Artisti )
    Giorgio

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