19 maggio 2004

L’arte e il comico. Secondo Vittorio

 
di renzo sciabola

Alla Fiera del Libro di Torino, con una lectio magistralis sul comico nell’arte, Sgarbi si conferma come infiammato “censore” della critica d’arte italiana. Seducente e irritante, arguto e offensivo, elegante e superbo, netto e sbrigativo. Non salva Argan, stanga Bonami, ma difende Cattelan…

di

Vittorio Sgarbi è persona d’alto ingegno e cultura. Sentirlo inanellare ragionamenti sopraffini circa le suntuose prodezze dell’arte, mentre gioca con la nostra lingua dentro un perpetuo rincorrersi di divagazioni che come tortuosi sentieri riportano al cogente sillogismo soltanto dopo aver indugiato nelle lande (effimere o rigorose?) dell’invettiva, è un piacere a volte blasfemo per chi, confidando nella pacatezza del “mestiere” intellettuale, aborrisce la violenza verbale.
Ma Sgarbi, al quale non difetta il nome, è personaggio eccentrico ed autentico, estratto puro e incandescente di un mondo “tele-visivo” che comunica con lo strepito e l’invettiva, fino al pettegolezzo e l’infingardo ammiccamento, passando per il satirico e lo scabroso. Ha “personalizzato” la critica introducendo l’arte, un poco sconcia a giullaresca, dell’insulto nella cassa di risonanza televisiva, dove sovente ha affiancato la polemica virulenta a raffinate analisi. Nella sua lectio magistralis, il critico adottato dalla politica che avversa l’università si tiene in equilibrio tra offese e arguzie. Tanto che è difficile capire se sia un buon critico cui difetta la dialettica o se sia un retore violento che sa anche parlare di quadri. Lui si definirebbe critico universale con il compito, nuovo assai, di ridare nobiltà alla politica. Il suo Partito della Bellezza e della Ragione dovrebbe servire a ciò.Achille Bonito Oliva
Per relazionare quindi su Il comico nell’arte, Vittorio Sgarbi parte dalla questione del male, annunciando una sua prossima mostra a Torino sul tema. Tratta gli sfregi che i devoti perpetravano sui diavoli raffigurati sulle predelle, ma anche quei 14 graffi che sfigurarono, prima del restauro, il primo volto ridente (in senso psicologico e non narrativo) della storia della pittura, eseguito da Antonello da Messina e conservato nel Museo di Cefalù. Poi, seguendo un copione consueto, divaga ampiamente e non per trattar di clown e saltimbanchi, ma per fare una carrellata veloce sulle figure che secondo lui espongono il mondo dell’arte al ridicolo. Narra la storia della commissione messa in piedi dall’ex presidente della Camera dei Deputati, l’onorevole Luciano Violante, per l’acquisto di opere d’arte. Cento milioni di vecchie lire affidati a Sgarbi, Furio Colombo il critico d’arte Alfonso Panzetta e Giancarlo Politi. I quattro vanno alla Biennale di Venezia di Szeemann: “abbiamo girato per sei e non abbiamo comprato nulla”. Politi pare che fosse un po’ “costernato”, dice Sgarbi, mentre lo addita come il “cardinale” dell’arte contemporanea a cui va il demerito di lavorare sulla quantità e dichiarare geni artisti che sono alla moda, la quale, essendo transeunte, è per definizione contraria al concetto di durevolezza che identifica l’arte. Rincara la dose: per essere artisti oggi, in cui “le mafie che influenzano il mercato e accreditano critici alla moda”, basta essere senza pudore: “voi qui siete settecento? Bene, 699 sono artisti. Andate, confido in voi”. Poi si fa serio e dice che l’arte, per alimentare il mercato con una grande produzione, ha accettato la fotografia, se non fosse che “oggi un buon fotografo è solo un fotografo ma un cattivo fotografo è un artista”. Oggi “meno quadri fai, più artista sei”, “chi disegna bene deve negarlo, altrimenti passa per un hobbista”. Insomma se vuoi “sbarcare il lunario, vai da Politi e digli con presunzione questa è un’opera d’arte”.
Sgarbi ironizza anche su Gae Aulenti e sul monumento a Pertini, giudicato bello quanto un “pisciatoio”. Ne ha scritto anche un libro, sulle bruttezze d’Italia. Ma chi nonBonami risparmia sono i colleghi critici. Da Achille Bonito Oliva, che ha perfino una cattedra (“non la si nega a nessuno”) a Carlo Pedretti reo di aver attribuito a Leonardo un disegno del contemporaneo Ferroni, passando per Luciano Caramel cui lo Sgarbi non perdona di aver fatto una mostra intitolata “I Realismi” con “quasi tutti dipinti astratti”, finendo con Carlo Giulio Argan che è “il più grande” ma “giudicava partendo da preconcetti e non guardava”. “Vivo in un mondo meraviglioso perché il novanta per cento dei miei colleghi sono ciechi”, conclude Sgarbi.
Ma la vera stangata è per Francesco Bonami: “lui è il capolavoro del nulla. Volevo vedere se poteva esistere in natura e così sono andato a parlarci. Esiste davvero. Lui è uno che dice orgogliosamente: non sono laureato, non ho mai scritto un libro per non disturbare e non vado negli studi degli artisti per non essere influenzato…”. Tutto ciò, data la sghignazzante reazione del pubblico, potrebbe essere un buon esempio di comico nell’arte contemporanea.
Ma Sgarbi può fare molto di più, e lo fa. Sempre intento a fustigare l’umana stupidità, si impegna nell’analisi del caso Cattelan. Poiché l’arte è arte se provoca reazioni e siccome i bambini di Maurizio Cattelan sono più presenti ora che non ci sono più, perché brutalmente vandalizzati, ne derivano alcune significative conseguenze. Che Cattlan è di moda ed è pure bravino; che per sconfiggere il male nell’arte si attua loMaurizio Cattelan stesso male (violento e dispotico perché lesivo della libertà d’espressione) che si vuole sconfiggere; che “siccome Dio esiste” il leghista vandalo responsabile di questa fastidiosa “cattelanite” si è pure rotto la testa; che “il delirio è transpartitico” (ecco perché occorre il Partito della Bellezza e della Ragione?); che “il vero autore dell’opera di Cattelan è il suo distruttore”.
Il mondo alla rovescia dell’arte italiana è comico, soprattutto se a raccontarlo è un Vittorio Sgarbi inconsapevole del fatto che un giorno, a forza di “criticare”, diverrà egli stesso autore del successo di Politi…

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renzo sciabola

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8 Commenti

  1. Ancora Sgarbi…
    Simpatico come una sciabolata sulle gengive e divertente come un attacco di dissenteria…
    Il “cogente” e il “transeunte” potevate risparmiarveli; siccome si parlava del “colto” Vittorio pensavate di mettervi al suo livello snocciolando parole prese a caso dallo Zingarelli?
    Che noia…

  2. La cattedra non si nega a nessuno, a meno che sia abilitato all’insegnamento in università e abbia perciò passato gli esami preposti…quelli che purtroppo per lui il povero sgarbi non è mairiuscito a passare, essendo stato sempre, irrimediabilmente bocciato…….e che tristezza l’invidia che ti fa denigrare personaggi che stanno facendo o hanno fatto la storia dell’arte e che si son conquistati un meritevole posto nell’olimpo di quelli che stanno in un manuale di storia dell’arte o almeno della critica..c’è chi è un critico e chi fa il prezzemolino alla tv….strano che non abbia parlato male anche di quel tale federico zeri che gli regalò tutto il suo disinteresse…sinceramente, che palle sgarbi!

  3. Sgarbi, un pò come tutti quelli che riescono a far parlare di sè, dice cose a cui non crede per il gusto di recitare paradossi e farsi parlare male alle spalle. Sa benissimo che da secoli farsi criticare da tutti è la strada più veloce per diventare famosi e rimanerlo. Il suo successo è dovuto all’80%alle sue polemiche e solo per il resto alla sua cultura. Ma non c’è niente di male, è un metodo come un altro. Più divertente degli altri.

  4. Sgarbi dimostra che conoscenze artistiche e cultura artistica non sono la stessa cosa. Ha poco da leggere libri d’arte, se poi non ne capisce un c…

  5. Francesco Bonami ha intitolato la sua Biennale la dittatura dello spettatore proprio perchè non crede che il ruolo del critico abbia più rilievo o senso, del resto come dargli torto, non è certo il primo a dirlo: già venti se non trenta anni fa lo affermavano critici come Germano Celant, che si rifiutò a lungo di scrivere di arte (poi ricredutosi) e Susan Sontang che scrisse il saggio “Against Criticism”, questo tanto per rinfrescare chi ha la memoria corta…
    Ora Sgarbi vorrebbe dare lezioni su come si fa il critico se lui stesso fa tutt’altro?
    Il comico nell’arte certo lo conosce bene, per denaro è stato capace di presentare, scusate se non mi ricordo il nome, artisti pubblicizzati su Arte Mondadori di quelli che dipingono i Clown tristi, tipici delle fiere di paese o delle osterie a buon mercato…
    Io sono per il nostro grande Achille, che ha un certo rilievo e non solo per via della televisione..
    Forza Achille!!

  6. Scusate,non posso fare a meno di notare che quando in generale si parla di A.B.O., i commenti sono sempre ferocissimi , si parla di Monopolio dell’Arte Contemporanea, di un Critico con Manie d’Artista , della “massoneria” che ha costituito ecc. Appena però lo si contrappone all’antipaticissimo Sgarbi….ecco che il “mondo dell’arte” si spacca e magari inconsapevolmente si schiera così come è abituato a fare per la Politica: “ piuttosto che votare BerlusKa…..voterei per (es.)Cirino Pomicino! Almeno lui è un politico e poi se è l’unica alternativa….!?”
    (n.b. Pomicino = Martelli =Bertinotti= ……..ecc).
    Personalmente credo che in quanto a vanità e nefandezze tra i due “critici” sceglier non saprei!
    Sicuramente se dipendesse dal Gran Censore Sgarbi, non ci potremmo nemmeno comprare un’auto rossa o gialla perché “sarebbero di disturbo al glorioso patrimonio ambientale/artistico del nostro Paese”. Il contributo negativo che Sgarbi dona al Paese è quello di aggiungere Zavorre ad un paese “stracarico di Storia” che non riuscirà mai più a decollare perché, tutto quanto riguarda la creatività relativa agli “spazi”(architettura, installazioni, urbanistica ecc) sta morendo.
    Nelle facoltà del mondo ,si parte dai Progetti e dalla creatività per fare architettura mentre da noi prima di disegnare una “sedia” ti chiedono di partire dallo studio del “paleolitico” perché …”il confronto con la storia è determinante”,si sa!?
    Ed ecco quindi come si ferma il Mondo! A Napoli si Bloccano lavori per la costruzione di infrastrutture perché dagli scavi è emerso “un muro di epoca Greco-romana ”!
    Così a Gigino il muratore con cazzuola e piccone subentrano, Ingegneri, sovrintendenti ai beni artistici, rappresentati dell’Associazione per la “Difesa degli Insignificanti Muri di età Greco-Romana”, responsabili di ogni tipo”.Si bloccano i Lavori e devono essere stanziati miliardi per una variazione del progetto che naturalmente non può più essere portato a termine come previsto.
    A Napoli…?! Dove se alzi un sampietrino trovi stratificazioni secolari….?!
    Sempre che non affiorino “chiese, abitazioni, o monumenti semi-integri di una certa importanza”,io mi chiedo :” ma perché fermare il mondo per 4 pietre (es. vedi Piazza Bellini)!
    In questo meraviglioso Paese, tutti si lanciano sul “teorico” per l’impossibilità di FARE!
    Siamo il paese con i migliori studiosi d’Arte (che si scannano tra di loro….) che sono pronti a sparare su chiunque dia un segnale di “modernità” (vedi Polemica –Copertura in Legno dell’Auditorium di R.Piano) o abbia le PALLE di interagire con la Storia o peggio ROMPERE con essa.
    Pur riconoscendo a Sgarbi una Grande competenza per quanto riguarda la storia dell’arte sicuramente non contemporanea, credo che,fosse per Lui l’Italia avrebbe un’involuzione culturale come l’Egitto.
    Veniamo ad A.B.O.- Guai a parlarne male! Paura…?!
    Già! È il Maurizio Costanzo dell’arte! Ha il potere di “crearti” e “distruggerti”.
    E ,devo dire ………, Sgarbi (per invidia o per quello che volete…) è l’unico in Italia a criticarlo pubblicamente!
    Come mai non lo fa nessuno?! Tutti si lamentano e lo criticano sotto sotto ma ………guai a metterselo contro!
    Comunque lo sappiamo tutti che il mondo dell’arte è ed è sempre stato una grande massoneria!
    Oggi i veri artisti non sono più quelli che hanno la “capacità creare ” ma coloro che “sanno entrare nella vetrina giusta”. La logica è quella del “Grande Fratello”.Mi domando come mai nei libri di storia dell’Arte tra Mirò e Serra non ci sia Taricone .

  7. Perché continuate a parlare di persone che con le parole ci giocano e spesso lo fanno per un’ingloriosissimo senso di mania di grandezza? Perché dare tanto spazio a personaggi che sono showman? L’arte allora è tutto uno spettacolo, uno show. Ebbene, signori, tenetevi i vostri critici, vi sta bene!Ma, forse, l’Italia ha bisogno di comici e non di critici, di showman e non di storici dell’arte. D’altronde, quando la storia dell’arte viene ridotta a cenerentola nella scuola è normale che le parole di critici “superman” riescono ad abbindolare tanta povera gente ignorante! I fessi siamo noi che diamo tanto spazio a questi ambigui personaggi.

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