Quando arte e scienza catturano frammenti di energia cosmica, allora si configurano costellazioni spaziali altrimenti invisibili, è ciò che inscena Michelangelo Penso (1964) con l’installazione ambientale e sonora intitolata “Cronotòpo”, ideata appositamente per la galleria The Flat a Milano, dove le sorprese sono di casa e le mostre non sono “bolle” speculative. L’artista post poverista, che vive e lavora a Venezia, vanta un curriculm espositivo internazionale, nel 1993 ha partecipato alla XLV Biennale di Venezia, per la sua terza mostra personale nella galleria milanese espone una installazione a pavimento che configura, attraverso un algoritmo, l’assetto dei pianeti del sistema solare e riproduce le frequenze, quasi ipnotiche, generate da particolari “accumulatori” di energia cosmica. Grazie a sensori termici collegati a un sofisticato circuito computerizzato otto sculture chiamate Cronòtopo di vetro trasparente (Saturno, Venere, Mercurio, Giove, Urano, Nettuno, Terra e Marte), emettono luci bianche, bagliori flebili e frequenze sonore siderali quasi fastidiose che invitano il visitatore a percorrere viaggi cosmici mentali, cortocircuiti visivi e mentali spaesanti. Nella ricerca analitica e riflessiva di Michelangelo Penso, biologia, matematica, fisica e scienza convivono in una simbiosi perfetta, con l’obiettivo di sperimentare meccanismi percettivi e psicologici complessi, attraverso circuiti, reticoli intricati, rapporti tra grandezze spaziali e temporali non convenzionali che includono processi rigenerativi e indagano il mistero del Cosmo senza rappresentarlo. Le sue opere processuali prendono forma attraverso tecniche e materiali differenti quali presupposti formali per rielaborare le modalità operative della scultura tradizionale con pratiche “biotecnologiche”, in cui microcosmo e macrocosmo coincidono in ingranaggi percettivi irradianti, fenomeni determinati da frequenza e intensità, dove l’atto di realizzazione diventa il perno centrale della sua ricerca.
Michelangelo Penso, C R O N Ò T O P O
Energia, tempo, spazio, sono tematiche insite nel suo lavoro, concetti astrali configurati con elementi diversi strettamente legati al contesto in cui vengono generati, creando movimenti e pensieri circolari e nuove prospettive. L’installazione straniante ambientata nella galleria milanese mostra a terra una costellazione trasfigurata osservata in cielo, composta da strutture modulari e seriali come dispositivi visivi e sonori, strumenti rivelatori di biomasse per investigare processi sinestetici e intellettivi, fenomeni secondo il loro divenire temporale dove l’impossibile si rende visibile, l’elettrone dal caos è tornato ad essere localizzato, potrebbe essere un omaggio all’inventore e scienziato visionario Leonardo da Vinci. La disposizione degli elementi a terra, consente idealmente al visitatore che percorre lo spazio espositivo di elaborare scenari complessi saturi di energia, che avrebbero incantato Galileo Galilei. Affiancano l’installazione sul pavimento, realizzata in vetro, otto sculture in metallo e altrettanti disegni su gomma antiolio appese alle pareti, che perimetrano lo spazio con strutture piene e vuote enigmatiche, che spostano l’attenzione dalla dimensione scientifica a quella della memoria, dove si configurano tasselli di eternità oltre i confini del tempo e l’equivalenza tra energia e scultura.
Jacqueline Ceresoli
Mostra visitata il 13 marzo
Dall’8 marzo al 18 maggio 2019
Michelangelo Penso, Cronòtopo
The Flat- Massimo Carasi
via Paolo Frisi, 3, Milano
www.carasi.ittheflat-carasi@libero.it