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Monete antiche: studi italiani avanguardia mondiale

di - 10 Gennaio 2002

C’è una prestigiosa novità, fresca fresca, per l’Italia.
E riguarda il più grande ritrovamento di monete antiche che la storia moderna ricordi; un evento unico e straordinario, avvenuto in Libia nei pressi di Misurata negli anni ’80.
Le 100.000 monete in bronzo argentato della “Zecca” della Roma tardo imperiale, coniate tra la Gallia e l’Asia Minore e che ci tuffano ai tempi di Diocleziano e Costantino il grande (IV° sec.), arrivano in Italia tra le braccia del nostro lstituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del CNR.
Si tratta dei famosi fellos “privati”, di imperatori fanatici dell’ordine e della sistematizzazione dello Stato, cioè dell’Impero, cioè di se stessi.
La notizia: l’Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma, hanno avuto incarico ufficiale dal Governo libico, ovvero dal Dipartimento delle Antichità della Repubblica Araba Popolare Socialista Libica, di studiarle, e il nostro Salvatore Garraffo si gongola tra questi tesori che potranno svelarci fatti nuovi o determinare conferme, il che è sempre appetitoso quando si parla di archeologia e di storia antica.
Salvatore Garraffo (1950), Archeologo, specializzato negli studi di numismatica antica, dal 1994 al 1997 ha fatto parte, nella qualità di componente eletto, del Comitato per le Scienze Storiche, Filosofiche e Filologiche e del Comitato per la Scienza e la Tecnologia dei Beni Culturali del CNR, del quale è stato Segretario Scientifico.
Dal 1° febbraio ’98 è Commissario Straordinario dell’ITABC.
Possiamo finalmente analizzare – spiega Salvatore Garraffo ad Exibart – il più grande patrimonio di monete del mondo antico ufficialmente noto, giunto miracolosamente intatto sino a noi grazie al particolare modo di conservazione in grosse anfore od olle, che vennero sotterrate a gruppi intorno a un piccolo edificio rustico per proteggerle, molto probabilmente, da un pericolo imminente“.
Il lavoro di restauro, che si avvale di strumentazioni tecnologiche finalmente rispettose del tempo, è già iniziato ed è comprensibile pensare, anche solo dalla patinatura sprigionata dalla particolare lega di cui le monete sono costituite, che ci riserveranno molte sorprese.
A cominciare dalla quantità e la buona conservazione dei reperti, fino al particolare ed effervescente periodo della storia romana e, perché no, europea.

Oscar Holland

[exibart]

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  • Cara Katia di Benevento,

    proverò a rispondere, e spero di essere ancora in tempo, alle tue domande.
    Anzitutto occorre dire che il periodo storico di cui trattiamo è caratterizzato da una devastante crisi politica, economica e istituzionale, e che vedeva l’avvicendarsi di un imperatore a un altro in brevissimo tempo, spesso in uno o due anni, sintomo di un’instabilità di governo che recava ovviamente problemi di tipo diverso.
    L’impero era in crisi. Prima fra tutte crisi economica e politica; i confini erano minacciati dalle orde dei barbari e dalle rivolte delle province; gli scambi commerciali erano quindi ad alto rischio e per questo naturalmente difficili; le monete erano in forte svalutazione, tanto che gli scambi erano spesso pagati in natura con raccolti, frutti e merci varie; l’esercito deteneva un potere fortissimo e determinava gli equilibri di potere, un potere che s’indirizzava in senso assolutistico.
    Se possiamo azzardare una considerazione, si può dire che la valuta era saccheggiata ed il denaro era “bottino” che non circolava liberalmente, ma custodito gelosamente.
    Va dà se che a lungo andare rischiava di non valer più nulla. Mi rendo conto che è un discorso semplicistico, ma forse è efficace.
    Gli imperatori, nella fattispecie ora parliamo di Diocleziano che fu imperatore tra il 284 e il 305 d.c., erano impegnati quindi a trovare soluzioni che mantenessero l’ordine amministrativo, politico ed economico nonché a porre in essere iniziative che al contempo ne celebrassero la personalità e ne conservassero l’autorità.
    Diocleziano prima e Costantino poi attuarono una serie di riforme dello Stato, forti e ramificate.
    Una di queste riforme consisteva nel risistemare le finanze dello Stato anche contenendo l’inflazione attraverso il conio di proprie nuove monete a cui era attribuito un certo valore, rinfrescando quindi l’economia con una divisa meno stanca e di valore sicuro, che doveva circolare.
    Lo scellerato disegno, e la portentosa miopia di sprovveduti consiglieri finanziari porteranno lo Stato al disastro economico poiché, se è vero che provvedimenti del genere hanno ragione a breve termine, sono devastanti a medio e lungo termine.
    Fellos (o Follis) privati, dunque, per una certa leggerezza di tipo personalistico con cui era trattato il provvedimento del conio.
    Ogni imperatore distribuiva le proprie monete, anche più di un tipo.
    Se pensiamo alla frequenza con cui cambiavano gli imperatori, non ci sorprende il fatto che potessero circolare 100.000 monete, di tipo diverso, essere nascoste ed essere ritrovate a Misurata intorno agli anni ’80 dei nostri tempi.
    Le “Zecche” erano, per motivi geografici, distribuite nelle diverse province, chè difficile sarebbe stato attuare una riforma economica attendendo ai tempi di trasporto e di diffusione della nuova moneta.
    Non erano attrezzati per l’atterraggio degli aerei, e non c’era la carta di credito.
    Spero di aver risposto alle tue domande.
    Tieni però presente che l’argomento va approfondito in modo più serio e scientifico di quanto non ho fatto io.

    - Oscar Holland -

  • Anche io lo penso che è molto importante questa scoperta delle monete antiche romane che ci fanno capire tante cose della storia antica. E per coincidenza che ne dobbiamo parlare domani a scuola e un mio compagno ne porta una antica che ha suo padre. Però non ho capito cosa vuol dire fellos privati? e cosa vuol dire la Zecca tra l'asia minore e la gallia? quante Zecca c'erano? Se mi potete rispondere oggi mi piacerebbe tanto perchè così domani a scuola se loro non lo sanno glielo dico io. Grazie a tutti se mi rispondete subito.

  • Caro Sig. Torretta,
    si, vi è qualche attinenza tra i provvedimenti di Diocleziano e quelli dell'attuale presidente argentino per porre rimedio alla forte svalutazione del Peso.
    Ovviamente, però, le questioni sono molto diverse.
    La prego di non chiedermi un trattato di finanza internazionale.
    Oscar Holland

  • Più leggo l'articolo e più lo trovo interessante, scritto molto bene da Oscar Holland che lo presenta con lo stesso entusiasmo che la notizia desta in noi.
    Spero che presto sia possibile la visione al pubblico delle monete che sono il più grande ritrovamento della storia.
    All'archeologo Salvatore Garaffo, incaricato al lavoro di restauro, auguro buon lavoro e spero che l'analizzare delle monete potrà svelarci fatti nuovi.

  • Egregio prof. Oscar Holland, anche se non c'entra niente con la storia antica posso chiederle se a suo parere il quadro da lei illustrato può avere qualcosa a che fare col fatto che anche il governo argentino ha coniato delle nuove monete per far fronte alla loro crisi economica?
    Grazie se mi vuole rispondere anche se la domada è stupida.
    Adelio Torretta

  • Noto un certo interesse per l'archeologia e per la storia. Bel sito Exibart eh?
    Ciao, Biz.

  • Ci scusiamo con i lettori per la cattiva qualità delle immagini ma confidiamo nella vostra fiducia e comprensione nel dirvi che non siamo riusciti a trovare nulla di meglio che potesse illustrare i Fellos originali.

    Oscar Holland

  • Sono molto colpito da questo articolo, perchè le monete mi hanno sempre appassionato.
    E inoltre la moneta in questione su questa pagina, la possiedo a casa e la custodisco con amore

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