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Palazzo Collicola Arti Visive | Palazzo Collicola, Spoleto

di - 25 Settembre 2016
Da sempre Festival dei Due Mondi è sinonimo di cultura, spettacolo e arte. E quando si parla di arte nella città di Spoleto, non si può non parlare di Palazzo Collicola Arti Visive, che quest’anno – per la stagione estiva – propone tre mostre monografiche legate alla programmazione prevista dalla cinquantanovesima edizione del Festival che, anche se terminato lo scorso 12 luglio, continua a lasciare i propri effetti, come questa straordinaria collaborazione con il museo d’arte contemporanea della cittadina umbra.
Trattasi di Julien Friedler “Retro Boz”, Nicola Pucci “Vertigoland” e Pierpaolo Curti “White Corner”. Tre personali per tre protagonisti che ci presentano coniugazioni visive che per stili, tecniche e pensieri in grado di innescare, non risultano subordinabili sotto un’unica nomenclatura.
La mostra “Retro Boz”, promossa dall’Association Julien Friedler pour l’Art Contemporain Spirit of Boz, in collaborazione con la Fondazione Mudima e curata dal direttore del museo Gianluca Marziani insieme a Dominique Stella, pone sotto la lente d’ingrandimento la produzione dell’eclettico artista belga che va dal 1998 al 2016. Con la selezione di centocinquanta opere fra dipinti, sculture e installazioni, la mostra esplora la grande versatilità di esiti della ricerca stilistica dell’autore, capace di approdare a soluzioni estetiche differenti ma tutte a loro modo capaci di veicolare l’immaginazione dello spettatore in un’insolito universo onirico. Le ambientazioni inconsce e dei suoi quadri fortemente espressivi e dalla radice informale, che dimostrano una schizofrenia creativa efficace nel commistionare l’evidente veemenza esecutiva con elementi puramente cromatici e visuali, è posta in coinvolgente alternanza con sculture che danno corpo a soggetti fantasmatici e stranianti, e con installazioni come quelle che vedono protagonisti i suoi personaggi denominati Schnarks. Un’indagine, quella di Friedler, che si muove su due fronti differenti ma complementari, da una parte la messa alla prova dei tratti più inconoscibili dell’io, dall’altra – come raccontato da video – la sperimentazione di pratiche relazionali e di arte sociale, dal taglio quindi collettivo, che l’artista ha attuato con il programma Spirit of Boz.

“Vertigoland”, a cura di Gianluca Marziani e ospitata nel Piano Nobile del palazzo, grazie al fantastico trinomio rappresentato dalle opere dell’artista Nicola Pucci in dialogo con l’eccezionale spazio espositivo, ci immerge con straordinaria immediatezza in una realtà dinamica, mutevole e permeabile da linee di forza disorientanti quasi tangibili. È proprio, infatti, il rapporto fra le ottiche vertiginose e gravitazionali interne alle tele dell’artista, il loro posizionamento alternativo e gli elementi parte dell’arredo settecentesco, a creare un’interazione tale da rendere l’intero ambiente al pari di un’unica riflessione sulle reciprocità fra spazio reale e virtuale. Contraddistinti da un dinamismo vorticoso ed avvolgente che sembra permetterne l’espansione oltre i limiti fisici della superficie, i dipinti di Pucci, dimostrando una propria regola espressiva, presentano all’osservatore azioni cariche di grande energia narrativa, accompagnate da un’aneddotica scenografica che non si esaurisce nella semplice concertazione dei soggetti rappresentati, ma che trova nei legami di forza, attrazione, repulsione e contrapposizione fra gli stessi, la più avvincente chiave d’interpretazione.
Curata da Gianluca Marziani in collaborazione con la Fondazione Mudima,  White Corner descrive l’operato di Pierpaolo Curti, artista dal percorso insolito con un passato da calciatore professionista. Le sue opere ritraggono paesaggi, scorci e scenari che, data l’impossibilità di contetualizzarne e identificarne una geografia o una cronologia storica, appaiono come sospesi nello spazio e nel tempo. Tale indeterminatezza, oltre a causare un logico spaesamento, porta al necessario confronto con questi non-luoghi di cui si può cogliere la silenziosa ieraticità. Si tratta, tendenzialmente, di ambientazioni dall’aspetto post-apocalittico e extra-terrestre costituite con grande lucidità analitica e connotate da uno stile grafico essenziale, calibrato e privo di superfetazioni. Oltre che di paesaggio risulterebbe ugualmente efficace parlare di dimensione, poiché le atmosfere dell’artista, per le loro sembianze metafisiche, non si limitano a raffigurare un mero ambito territoriale, ma una vera e propria dimensione atemporale e ipostatica, in grado di trascendere dalla semplice mimesi. È ciò a rappresentare il sostrato delle realizzazioni di Curti, così risolte sulle corrispondenze di delicati e soppesati equilibri formali fatti di orizzonti, angolazioni, visioni e prospettive, tutte commisurate all’interno di un’indagine che mira ad andare oltre.
Davide Silvioli
Palazzo, Museo Carandente e Appartamento Nobile
Orari: dal mercoledì al lunedì 10.30 – 13.00/15.00 – 17.30
Info: www.palazzocollicola.eu

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