Nella sontuosa cornice del Palais Dorotheum di Vienna le recenti aste di primavera hanno registrato numerosi record mozzafiato. Eclatante è stato il primato mondiale raggiunto durante l’asta dei dipinti del XIX Secolo, dove un’accesa concorrenza ha fatto registrare il più alto prezzo mai pagato per un’opera del viennese Hans Makart (1840 – 1884), che con il dramma lirico e l’opulenza della solenne tela La morte di Cleopatra moltiplica la stima iniziale di € 70.000 – 90.000 e raggiunge € 757.300.
Ottimo risultato anche per l’interpretazione neoclassica della condizione umana presente nell’opera Eighty and Eighteen dell’inglese John William Godward (1861 – 1922) che, quotata € 100.000 – 180.000, è stata aggiudicata a € 268.700.
La categoria dei Dipinti Antichi ha visto registrare il secondo miglior risultato nella storia del Dorotheum con il trionfo della maestosa tela inedita Cristo Deriso ad opera dello “Spagnoletto” (Jusepe De Ribera, 1521 – 1652). Punta di diamante dell’evento, quest’opera recentemente scoperta, densa di espressività, realismo e naturalismo, va ad aggiungersi ufficialmente al corpus di opere del maestro spagnolo e, con una stima compresa tra i € 300mila– 500mila, ha raggiunto € 711.300, superando le aspettative e confermandosi come il maggior risultato dell’asta.
Molto apprezzata è stata anche la raffinata e signorile tela del bolognese Giuseppe Maria Crespi (1665 – 1747) Ritratto di dama come allegoria dell’Abbondanza che ha raggiunto € 366.300, partendo da una stima di € 80mila – 120mila.
Eccellente risultato per la pittura fiamminga: l’inedita Veduta di un villaggio con figure e alberi di Jan Brueghel II (1601 – 1678) ha raggiunto € 317.500 con una stima iniziale di € 120.000 – 160.000. Raggiunge inoltre € 253.330 l’opera Giuseppe interpreta i sogni di Alessandro Magnasco (1667 – 1749). Anche la categoria dei gioielli ha registrato cifre record grazie al top lot, un anello con diamante solitario 26.95 carati con montatura in platino che, con una stima di € 380.000 – 500.000, ha raggiunto € 596.300.
Ridondanti sono state le aste di Arte Moderna e Contemporanea, traboccanti di pezzi internazionali di alta qualità. L’asta di Arte Moderna è stata la migliore nella storia del Dorotheum, con protagonista il paesaggio del 1941 firmato Giorgio Morandi (1890 – 1964) che, stimato € 300mila – 400mila, è stato aggiudicato a € 389.300. Ottimo risultato anche per Fernand Léger (1881 – 1955) la cui opera Composition au fond jaune è stata aggiudicata a € 366.300 dopo una lunga gara. Rimarchevoli risultati anche per i futuristi dell’Aeropittura e per l’arte austriaca: il dipinto Aurach di Alfons Walde (1891 – 1958) è stato aggiudicato a ben € 341.900 mentre è stato registrato il record mondiale di € 238.200 per Wolfgang Hutter (1928 -), artista della scuola viennese del Realismo Fantastico, con l’opera Die Witwe (II).
Anche l’asta di Arte Contemporanea è stata la migliore nella storia del Dorotheum, dove sono stati registrati numerosi risultati di spicco: Ilya Kabakov (1933) con La Toilette si è attestato a € 366.300 confermandosi come il top lot dell’asta, seguito dalla Superficie Nera di Enrico Castellani (1930) battuta a € 280.900 e partita da una stima iniziale di € 80mila – 120mila. La metallica balena del 1990 Etymology (Q 10) di Frank Stella (1936) della serie “Moby Dick” e Homage to the Square: Spring In di Josef Albers (1888 – 1976) sono state aggiudicate a € 244.300, mentre Mouse III ha fatto registrare il record mondiale per l’artista austriaco Gottfried Helnwein (1948) ottenendo € 110.100.
Un bilancio, quello del mercato di Vienna, che sembra davvero non risentire della crisi grazie anche a Dorotheum, storica e più antica casa d’asta al mondo, capace di elevare il ruolo di questa città a uno dei poli principali nel campo dell’arte e del commercio artistico internazionale.
Eleonora Scoccia
www.dorotheum.com