Una mostra senza titolo, questa personale -cinque fotografie e tre video- che Eli Stertz (New York, 1980) presenta negli intimi spazi della nuovissima Citric Gallery di Brescia, piccola e innovativa sede espositiva.
Ben presente sulla scena italiana negli ultimi anni, l’artista prosegue la sua indagine sull’interazione tra personaggio e ambiente, presentando oggetti di notevole emblematicità. Sono i palloni-lampadari che abbiamo già visto in Untitled, installazione del 2005 presentata presso la Galleria Analix Forever di Ginevra, di cui costituivano il nucleo strutturale e concettuale, in un gioco di proiezioni all’interno e all’esterno della sala. Riproposti ora in fotografie dalle ambientazioni surreali. Come in Daylights, dove un neutro sfondo naturalistico ospita una “folla” di grandi lampade bianche che, sottratte alla loro destinazione originaria, alludono ad una realtà aliena, altra rispetto a quella raffigurata. Volutamente ricercata. La composizione, i dettagli, le luci, i colori (quando ci sono) sono sempre attentamente studiati prima dello scatto: “Ho immaginato delle scenografie, le ho realizzate e poi fotografate”, dichiara la Stertz.
Una metodologia creativa “cinematografica” dunque? La familiarità con il mondo della scenografia, ambito lavorativo del padre, fornisce ai lavori del giovane newyorchese una vena narrativa. Arricchita però da una peculiare componente allegorica ed allusiva, sottolineata dalla qualità visiva dell’immagine. Bianco e nero, alta saturazione e morbidezza tonale sono ottenuti grazie all’uso di una macchina fotografica a bassa tecnologia. Si tratta di una scelta antimoderna, di un ritorno a quell’effetto morbido e flou tanto amato dai fotografi pittorialisti di fine Ottocento? Tutt’altro.
Il richiamo al passato è solo apparente, tutto estetico. La sfocatura dell’immagine fa piuttosto da filtro emozionale, collocando la rappresentazione in una realtà sospesa, priva di netti riferimenti spaziali e temporali. Un’atmosfera misteriosa avvolge anche le immagini dei video. In Untitled (Rocket) si alternano due momenti contrastanti. All’energica scena della propulsione, invigorita da una traccia sonora, subentra la visione dello spazio esterno al velivolo, di un cielo silenzioso, quieto, denso di nuvole.
Fotografia e video, staticità e dinamismo. Due diversi mezzi espressivi per comunicare una visione del mondo individuale, in grado però di riaccendere l’impulso immaginativo latente in ogni osservatore. Intensa ed eloquente, senza bisogno di una precisa identificazione.
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eleonora boglioni
mostra visitata il 14 dicembre 2006
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complimenti a Eli Stertz, un artista molto interessante! e complimenti anche a Lavinia (giovane e talentuosa gallerista) per gli artisti proposti fin'ora.