02 agosto 2004

Ritorna il premio della Lexmark

 
Seconda edizione per il Lexmark European Art Prize, premio d'arte contemporanea sponsorizzato dall'azienda delle stampanti. E dedicato alla pittura. Premiazione più mostra dei finalisti ad ottobre, a Milano. Intanto incontriamo l’amministratore delegato, Massimiliano Tedeschi e il presidente della giuria, Brendan Neiland, sovrintendente della Royal Academy of Arts…

di

Ingegner Tedeschi, che cosa ha indotto la Lexmark a investire nell’arte contemporanea? Che ritorno di immagine ne avete avuto?
Investire in arte contemporanea vuol dire guardare al futuro. Dare la possibilità ad artisti non ancora affermati di farsi strada. Una forma di mecenatismo. Non ci interessava il ritorno di immagine. Se poi mi chiede perché scegliere la pittura piuttosto che la musica, il teatro, la danza o altre espressioni artistiche, sottolineo che per noi le immagini sono importanti. La promozione delle immagini è nel DNA di Lexmark.

Perché scegliere un premio in denaro (30.000 euro) piuttosto che una borsa di studio?
Abbiamo scelto il premio invece che la borsa di studio perché in tal modo non abbiamo dovuto imporre limiti di età ai partecipanti. Ci è sembrato più importante per un artista che tenta di emergere avere disponibilità di denaro per sviluppare la propria ricerca artistica, organizzare mostre personali, piuttosto che la partecipazione ad un master per proseguire gli studi. Non tutti i partecipanti sono artisti a tempo pieno, con la possibilità di frequentare un corso di specializzazione. Molti di loro si mantengono svolgendo un lavoro che spesso con la pittura non ha niente a che vedere.

La premiazione del vincitore della prima edizione si è svolta a Londra. Quest’anno è stata scelta la città di Milano. Londra e Milano come possibili capitali europee dell’arte contemporanea?
Abbiamo scelto l’Italia per la sua secolare tradizione culturale ed anche perché quest’anno gli iscritti italiani sono stati molto numerosi, 808. L’Italia è risultata al secondo posto per numero di adesioni. E poi Lexmark Italia si è impegnata con grande passione nell’organizzazione di questo progetto europeo.

premio lexmark 2003 Rui Matsunaga (finalista)
Nell’edizione di quest’anno sono coinvolti artisti di 32 nazioni europee, una grande quantità di lavori da visionare. Che tipo di problemi organizzativi avete incontrato?

Si, abbiamo avuto delle difficoltà. Alcune opere sono arrivate a Milano per la selezione finale danneggiate durante il trasporto; altre sono rimaste bloccate alcuni giorni alle frontiere in attesa dell’arrivo dei documenti. Siamo stati costretti ad escludere all’ultimo momento alcuni artisti per problemi di regolamento. E poi non è facile coordinare un numero così elevato di paesi, con culture e abitudini diverse, normative differenti.

Quali altre iniziative avete in programma? Riguarderanno sempre gli artisti emergenti o pensate di dedicarvi anche, per esempio, a sponsorizzazione di mostre di grande richiamo?
Pensiamo di continuare con gli artisti emergenti. Ad ottobre esporremo alla Triennale di Milano i lavori dei trenta finalisti. Per una settimana.
Stiamo pensando ad un’edizione solo italiana del premio, un evento nell’evento, che affianchi l’edizione europea. Un premio da assegnare tra i partecipanti di nazionalità italiana, che quest’anno sono stati molto numerosi. Questo accade già in Polonia, che è stata la nazione con il più alto numero di adesioni.
A più lungo termine vorremmo organizzare un’esposizione da tenersi tra cinque anni con opere dei finalisti delle prime cinque edizioni. Non necessariamente, o non solo, i lavori con i quali hanno partecipato all’Art Prize, ma opere realizzate in seguito. Con l’attraente possibilità di verificare come si evolve un giovane artista in cinque anni.

Professor Neiland, il Lexmark European Art Prize non ha un tema. Perché questa scelta ?
Dare un tema sarebbe stata un’imposizione. L’artista riesce ad essere davvero se stesso e ad esprimersi più spontaneamente senza un tema prestabilito. Anche io sono un pittore: gli artisti preferiscono sentirsi liberi di esprimere ciò che vogliono e ciò che sentono in quel momento.

Quali sono i criteri che la commissione ha adottato per la selezione delle opere in concorso? La scelta del vincitore sarà fatta sulla base dell’opera presentata o prevedete anche un incontro con gli artisti finalisti per poterne conoscere aspirazioni e finalità?
La giuria è composta da sette persone ognuno ha adottato i suoi criteri di scelta. Io, in quanto presidente non voto, ma svolgo una funzione di consiglio e di moderazione. Naturalmente ho le mie idee e le mie preferenze; personalmente i criteri che adotto quando si tratta di giudicare il lavoro di un altro artista sono l’originalità, sincerità e personalità. Le prime selezioni dei lavori sono fatte sulle riproduzioni digitali che gli artisti hanno inviato, non è previsto alcun incontro con loro. Sono i numeri che lo impediscono; sarebbe impossibile esaminare dal vero tutti i lavori che ci arrivano o parlare con gli autori. Solo nell’ultima fase, per la quale sono stati selezionati trenta lavori finalisti, facciamo arrivare le opere. Certo, quando le opere si vedono dal vero ci possono essere delle sorprese, ci sono altri aspetti che impressionano e che possono non essere adeguatamente messi in risalto da una semplice fotografia, il formato, la brillantezza di colori…averle direttamente sotto gli occhi è un’altra cosa.

premio lexmark 2003 Rui Matsunaga (finalista)
Ma non è difficile giudicare un’opera d’arte senza conoscerne l’autore ?

Non è difficile. Ci si fida dell’istinto, guardando un’opera si sente subito se ha un valore da esprimere, un’idea. Del resto, come le ho detto, arrivano migliaia di lavori, la prima selezione può essere fatta solo sulle foto, non potrebbe essere diverso. Il Lexmark Art Prize è l’unica manifestazione paneuropea così estesa.

Ma i giurati non erano nove?
Si. Due però non possono intervenire a questa fase finale per precedenti impegni. Tra questi Christian Ward, il vincitore della prima edizione del premio, che al momento si trova in Giappone.

Perché coinvolgere Christian Ward nella giuria? Ci parli di lui.
L’idea è stata probabilmente mia. Volevo che nella giuria ci fosse anche una persona giovane, gli altri sono quasi tutti ultracinquantenni. Mi è sembrato importante il giudizio di una persona con idee nuove, aperte sul futuro. E poi ritengo che per lui sia un’esperienza formativa; non aveva mai fatto parte di una commissione. Penso che possa arricchire la sua cultura confrontarsi con lavori di artisti così diversi, doverli giudicare. Probabilmente faremo lo stesso anche il prossimo anno, coinvolgeremo il vincitore di questa edizione nella giuria della successiva.
L’opera di Christian Ward l’anno scorso ha colpito immediatamente tutti per la sua originalità. Questo artista ha alcune doti straordinarie, la freschezza, l’immediatezza e la grande semplicità. E’ nato e cresciuto in Inghilterra, ma la mamma è giapponese. Forse da quella cultura ha ereditato il dono della semplicità efficace. L’opera che ha vinto l’anno scorso è stata acquistata dalla Saatchi gallery di Londra, che gli ha già allestito alcune mostre personali. Ha un grande talento.

E le opere presentate quest’anno?
Sono molto diverse per temi e ispirazione. Vengono da 32 paesi d’Europa. Ogni paese ha una sua specificità un sapore nazionale che emerge. E’ interessantissimo trovarsi di fronte a tutti questi lavori, indipendentemente dal fatto che alcuni saranno scartati. Osservi i russi per esempio: conservano dentro di loro un amore per l’arte primitiva (che è stato di Chagall, uno per tutti); la loro grande tradizione continua a vivere anche negli artisti più giovani.

Se avete avuto occasione di parlare con gli artisti che hanno partecipato all’edizione dello scorso anno quale riscontro avete avuto da loro?
Sono stati molto contenti, soddisfatti. La possibilità di confrontarsi con artisti di così tanti paesi europei è stata per molti di loro un’esperienza nuova e stimolante.

link correlati
Lexmark European Art Prize 2004


antonella bicci


[exibart]


1 commento

  1. Contiunuate così, non cambiate, sempre artisti non affermati, premio in denaro e non borsa di studio, senza limite di età e tema libero. E’ l’unico modo di promuovere nuovi nomi nell’arte.

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