Impossibile rimanere indifferenti davanti a un’opera di Auguste Rodin. Di fronte a una delle sue celebri sculture: “Istintivamente si cercano le mani che hanno dato forma a questo mondo – scriveva Rainer Maria Rilke nel principio del Novecento – Ci si rammenta quanto piccole siano le mani dell’uomo, come si stanchino presto e quanto breve sia il tempo loro concesso per agire. E nasce il desiderio di vedere le due mani che hanno vissuto come cento, come un popolo di mani destatosi prima dell’alba per incamminarsi sulla lunga via che conduce a quest’opera”. E ci si chiede chi sia il dominatore di quelle mani. “Che uomo è mai?”, si domandava il poeta. Ed è proprio a questa domanda che prova a rispondere Marco Goldin, portando l’artista francese a Treviso, in una mostra – dal titolo: “Rodin. Un grande scultore al tempo di Monet”, esplora la poetica e l’essenza dell’opera di Rodin in tutto il suo splendore. Grazie alla fondamentale collaborazione del Musée Rodin di Parigi, la mostra presenta 75 opere in totale: 50 sculture, tra le più famose, 23 lavori su carta, un quadro di Monet e uno di Munch. Per un’esposizione mai realizzata prima in Italia che si annuncia come un bel passo dal punto di vista della creazione di un significativo percorso critico e storico. Con la complicità storica della conclusione dell’anno centenario della morte di Rodin, con il museo parigino ha deciso di inserirla nel programma ufficiale che ha visto in tutto il mondo, ma non in Italia prima d’ora, esposizioni che appunto hanno celebrato questa importante data: dal Grand Palais di Parigi al Metropolitan Museum di New York.
Rodin. Un grande scultore al tempo di Monet, Museo Santa Caterina
Nel complesso museale di Santa Caterina, già sede di mostre memorabili di Goldin, sono esposte le opere più celebri dell’artista: in formati piccoli e medi, e in certi casi anche in formati di grande dimensione, alcuni dei quali allora da ospitarsi nei chiostri del museo. Sculture che hanno segnato la storia di quest’arte nei secoli: dal Pensatore al Bacio, dalla Porta dell’Inferno ai Borghesi di Calais. Titoli che, da soli, dicono già così dell’eccezionalità dell’evento. Scultore celebrato già in vita come il più grande dei suoi contemporanei, Rodin per un decennio, a partire dalla metà degli anni sessanta del XIX secolo, conquista gli strumenti del mestiere lavorando come decoratore a bottega, in Francia prima e poi in Belgio, per impiegarsi quindi nella manifattura di Sèvres. La seconda metà degli anni settanta è il tempo delle prime, significative creazioni, puntualmente presentate a Treviso, come l’Età del Bronzo che tanto scandalo fece al suo apparire, e il San Giovanni Battista. Ma sono i vent’anni che principiano con il 1880 quelli delle grandi sculture, a partire proprio dalla porta che in quell’anno lo Stato gli commissiona per il futuro museo delle Arti Decorative. Un progetto, noto universalmente come “La porta dell’Inferno”, ispirato dalla Divina Commedia di Dante e che occuperà l’artista fino alla sua morte. Questo capolavoro eterno resterà per tutta la sua produzione futura un repertorio fecondo di figure riprese, assemblate e modificate, ovvero la base di un corpus straordinario di altre, autonome sculture. Su tutte il Pensatore e il Bacio, ispirato alla storia di Paolo e Francesca, raccontata da Dante nel canto V dell’Inferno. Nel susseguirsi di grandi passioni – tormentata e famosa quella con Camille Claudel -, Rodin, che in un viaggio in Italia nel 1876 aveva subìto indelebile il fascino delle opere di Michelangelo, anima la materia inerte del marmo e del gesso, a cui seguono le fusioni in bronzo, come nessuno prima di lui aveva saputo fare. Prendono quindi magnifiche forme il Busto di Victor Hugo, il Monumento a Balzac e, sopra tutte, quella, colossale, dei Borghesi di Calais. Su queste e altre opere Rodin, che nel frattempo aveva collezionato titoli, fama e riconoscimenti internazionali, continuerà fino alla fine i suoi studi e le continue variazioni, avendo l’universo femminile come inesausto fulcro ispiratore. Nella mostra di Treviso viene ripercorsa, anche attraverso lettere e documenti, l’intera vicenda biografica e artistica del grande scultore, tra gli ultimi decenni del XIX secolo e i primi due del XX. Per uno spettacolo senza fine, che l’Italia, attraverso Treviso, ha l’onore di celebrare.
Alessio Crisantemi
Dal 24 Febbraio al 03 Giugno 2018
Rodin. Un grande scultore al tempo di Monet
Treviso, Museo Santa Caterina