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22
giugno 2018
Scoprire un’altra Puglia
altrecittà
A Muro Leccese si incontrano arte, cinema e poesia. In un territorio sempre più aperto al contemporaneo e alle “Intersezioni”, da cui il festival prende nome
Che la Puglia sia diventata una delle regioni più attrattive d’Italia non è una novità. Che lo sia diventata anche per l’arte contemporanea questo sì.
Nonostante negli ultimi anni si è visto tutto un moltiplicare di iniziative legate al contemporaneo, musei e gallerie sono ancora una rarità (sebbene il museo Pino Pascali a Polignano a Mare meriti una visita apposta e si attende con grande interesse l’imminente apertura del Teatro Margherita che sarà la sede del polo del contemporaneo a Bari), e così l’arte esce dagli spazi convenzionali ed invade, contaminandoli, quelli pubblici. Si apre così non solo un dialogo molto fertile tra l’oggi e il passato ricchissimo di questa regione, ma si offre anche la possibilità di scoprire luoghi spesso sconosciuti – castelli, palazzi, chiese – al pubblico sempre più esigente che arriva in Puglia da tutto il mondo.
Su questa onda si inserisce una iniziativa che merita di essere raccontata perché parte da un piccolo, bellissimo paese in provincia di Lecce – Muro Leccese – con un grande (e nobile) obiettivo: coinvolgere – attraverso l’arte contemporanea – tutti gli abitanti per fare scoprire ad un pubblico sempre più vasto e qualificato un territorio ancora defilato rispetto alle mete più turistiche del “tacco d’Italia”. È così che, grazie agli sforzi di tre nuovi cittadini e di una amministrazione illuminata, dal 30 giugno e per tutto il mese di luglio Muro Leccese, per il secondo anno consecutivo, apre le porte al contemporaneo. “Intersezioni: Arte, Cinema, Poesia si incontrano a Muro Leccese” è un percorso che interseca arte visiva, poesia, cinema e fotografia, linguaggi diversi attraverso i quali gli artisti interagiscono e comunicano tra loro in modo che l’esperienza e il vissuto di ciascuno si completi attraverso l’espressione dell’altro.
Al centro di questo percorso l’artista Roberto Pietrosanti, la gallerista e attrice Simona Marchini, il poeta Massimo Morasso ed il fotografo Dino Ignani.
Quando arte e territorio si incontrano si alimentano l’un l’altro e quando forme di arte si incontrano, nasce una contaminazione di linguaggi: è così che Spinarium – l’installazione di Roberto Pietrosanti – prende corpo nella poesia di Massimo Morasso e l’interazione tra artisti, scrittori e registi di Trame d’autore, progetto di Simona Marchini, viene raccontata dagli scatti di Dino Ignani.
Renaud Auguste-Dormeuil, I will keep a light burning
Voluta e promossa da Stefania Lenci, Giovanni Izzo e Andrea Positano, “Intersezioni” è anche l’incontro tra arte contemporanea e arte rinascimentale, perché le opere prendono vita nel Convento dei Domenicani, perfetta espressione dell’arte rinascimentale salentina.
«La prima volta che ho visto Muro Leccese – racconta Stefania Lenci – era un pomeriggio d’estate, la luce era accecante, il paese deserto. Avevo la sensazione di trovarmi in un luogo cristallizzato nel tempo. Mi sono innamorata di questo paese e col tempo ho scoperto che non era vero, nulla qui è fermo. È un mondo curioso e pieno di fermento: è la sintesi tra tradizione e contemporaneità. Per questo a me Giovanni e Andrea è nata la voglia di contribuire ad offrire una rilettura in chiave contemporanea della tradizione, anche quella artistica. L’interesse e la disponibilità dell’Amministrazione comunale ci ha poi permesso di mettere in pratica le nostre idee. Per dar vita a questo scambio tra passato e futuro l’anno scorso abbiamo proposto un artista francese, Renaud Auguste-Dormeuil, che con il suo lavoro I will keep a light burning ha trasformato la performance in una vera festa, grazie al coinvolgimento di tutti i ragazzi di Muro che nella piazza principale hanno allestito e acceso le mille candele che componevano l’installazione. Quest’anno abbiamo pensato di far vivere il rapporto spazio-tempo all’interno del Convento dei Domenicani, luogo molto amato dalla comunità locale. Qui le opere degli artisti offriranno la possibilità di rivivere e reinterpretare la funzione di spazi un tempo “sacri”, come la stanza del Cristo, il Chiostro e il Refettorio».
In perfetta sintonia con il luogo, Spinarium di Pietrosanti rappresenta lo sviluppo di una riflessione iniziata già nel 1996, che ha al centro il tema della corona di spine del Cristo. Il lavoro si compone di 14 lastre in ottone patinato e di un polittico di 9 opere su carta che “dialogano” con i versi del poeta Massimo Morasso. I testi di Morasso che accompagnano le singole opere dell’installazione di Pietrosanti, rappresentano il tentativo di immaginare un’altra via crucis, fondata sulla convinzione del poeta genovese che si possa pensare al sacrificio attraverso gli occhi del cuore.
Intersezioni: Arte, Cinema, Poesia si incontrano a Muro Leccese
«Considero il Convento dei Domenicani “Lo spazio” per questo progetto di mostra, luogo del silenzio, del raccoglimento. Ho scelto di collocare le 14 lastre/stazioni all’interno del chiostro, a chiudere un cerchio: una corona di spine. In un’altra sala, accanto alla deposizione scultorea, un polittico di 9 opere su carta, che vale, da solo, come quindicesima stazione: il dopo Via Crucis», ci dice Roberto Pietrosanti.
Il progetto di Simona Marchini, Trame d’autore, presenta sei opere-video che nascono dall’interazione di sei artisti, sei scrittori e sei registi.
I lavori di Pizzi Cannella, Hidetoshi Nagasawa, Marina Sagona, Giuseppe Salvatori, Jannis Kounellis e dello stesso Pietrosanti che dialogano con la scrittura di Emanuele Trevi, Claudio Damiani, Jhumpa Lahiri, Marco Lodoli, Aurelio Picca ed Elena Stancanelli.
L’originalità della proposta sta nel rapporto tra scrittore e artista visivo, coordinati da un regista e dall’apporto straordinario di attori di grande valore, tra cui Gigi Proietti, Roberto Herlitzska, Alessandro Haber, Luca Zingaretti, Giorgio Marchesi, e la stessa Marchini.
Ad accompagnare la proiezione dei cortometraggi, una mostra di ritratti degli autori di Trame fotografati da Dino Ignani.
Nella sua duplice veste di attrice e gallerista, la Marchini ha voluto mettere in comunicazione il linguaggio delle arti visive e quello della letteratura per dare forma a un terzo linguaggio.
«Da trent’anni convivo con amici legati a un mondo culturale e artistico che, alternando intensità di intenti e trasformazioni, ha comunque conservato una significativa coesione – spiega l’artista – Si tratta di scrittori, artisti, e operatori culturali di varia natura. In qualche modo, l’invenzione del progetto Trame d’autore è un segno di continuità e di presenza tangibile di questo mondo di amici e compagni di percorso».
Ma che cosa la ha attratta di questo progetto per Muro Leccese? «Almeno due sono i motivi di attrazione. Uno è l’amore per la Puglia, terra che frequento da molti anni, sia con la passione del turista curioso, sia come attrice. L’altro è l’amabilità degli interlocutori che ospitano il nostro lavoro ma, soprattutto, l’affinità ideale e le motivazioni che ci spingono nella stessa direzione: tenere in vita “il meglio di noi” e condividerlo”».
Maria Teresa Capacchione