La Certosa di San Giacomo è uno dei luoghi più suggestivi di Capri, nonché la costruzione più antica dell’isola, risalente al 1371. Nel XVI secolo subì gravi danni durante le incursioni dei pirati turchi, nel 1808, espulsi i certosini, divenne ospizio e poi carcere. Nel 1921, l’allora sindaco Edwin Cerio promosse la realizzazione di un orto botanico nelle aree verdi e, nei primi del ‘900, quando Capri divenne meta preferita di intellettuali e artisti, fu scelta come sede di incontri, mostre ed esposizioni d’arte. Dal 1975 ospita una collezione di opere del pittore tedesco Karl Diefenbach, che a Capri trascorse l’ultima parte della sua vita, e nel 2014 entrò a far parte dell’allora Ministero dei Beni Culturali. Negli ultimi anni ha ospitato notevoli mostre di arte contemporanea di artisti come Jan Fabre e Marco Bagnoli, oltre a diverse edizioni dell’esclusiva fiera Nomad e alcuni appuntamenti della seguitissima rassegna di film e documentari d’arte Artecinema, organizzata dallo Studio Trisorio. E da oggi, la Certosa di Capri sarà anche sede di un nuovo Museo Archeologico, negli spazi del Quarto del Priore.
Curato da Massimo Osanna, Direttore generale Musei, insieme a Carmela Capaldi, dell’Università di Napoli Federico II, il nuovo allestimento, intitolato L’Isola dei Cesari. Capri da Augusto a Tiberio, racconta la storia dell’isola nel momento del suo massimo splendore, all’epoca degli imperatori Augusto e Tiberio. 120 gli oggetti, i reperti e le opere d’arte in esposizione, tra sculture in marmo, affreschi, vasellame da mensa in ceramica e argento ed elementi architettonici, in un percorso di otto sale.
Il focus è rappresentato dai reperti rinvenuti sull’isola, finora conservati nei depositi della stessa Certosa e del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, adesso riuniti e fruibili dal pubblico. Il racconto museale è arricchito, inoltre, da numerosi oggetti della stessa epoca, provenienti principalmente dall’area campana e finora custoditi nei depositi del Parco archeologico dei Campi Flegrei, del Parco archeologico di Paestum e Velia, del Parco archeologico di Ostia Antica, nonché recuperati da recenti sequestri condotti dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Fra questi, spiccano tre bellissime coppe in argento rientrate dagli Stati Uniti e un suggestivo affresco proveniente dall’area vesuviana che riproduce un tempio.
Nel segno dell’accessibilità sono stati progettati dei supporti multimediali, fra cui uno schermo touchscreen che, partendo da un modello tridimensionale dell’isola, permette di esplorare le dodici ville imperiali ricordate dalle fonti antiche e di ripercorrerne la storia, lo scavo e in alcuni casi la fortuna nelle arti. L’intero allestimento è stato pensato per mettere in evidenza il rapporto continuo e simbiotico con il mare, l’elemento per eccellenza che definisce Capri, e che è visibile da ogni sala del museo fino addirittura a diventare un elemento che con la linea dell’orizzonte definisce l’esposizione dei reperti.
La palette cromatica dell’allestimento è ripresa dal quadro di Diefenbach esposto nella prima sala, che ritrae lo scoglio delle Sirene e che ripropone anche all’interno il mare, in un continuo dialogo fra la natura esterna e l’interno del museo. Anche gli spazi dedicati all’otium dell’imperatore si aprono sui giardini del Quarto del Priore, facendo entrare nel museo un altro elemento fondamentale delle residenze imperiali, quello della natura di horti e viridaria.
Il percorso inizia con una prima sala dedicata alla natura selvaggia di Capri, evocata appunto da un maestoso e solenne quadro di Diefenbach, mentre una proiezione sulla volta richiama la natura odierna. La seconda sala racconta la battaglia di Azio, a seguito della quale Augusto nel 31 a.C. fondò un nuovo sistema politico. La testimonianza di Strabone dell’avvio con Augusto di un’intensa attività edilizia fa pensare che l’isola ospitasse a quel tempo più di una residenza imperiale, che il principe ornò di oggetti rari e antichità. La sala 3 mostra lo sfarzo e la raffinatezza delle residenze imperiali, come dimostrano gli oggetti di uso quotidiano e gli arredi delle residenze di Capri.
La sala 4 racconta un banchetto che, secondo le fonti, Augusto offrì a Capri, l’isola che amò per la bellezza del paesaggio, la dolcezza del clima e per l’atmosfera serena che favoriva la meditazione. La sala 5 racconta la domus Augusta: nel sistema politico creato da Augusto i legami familiari e la gestione del patrimonio personale del principe si saldano indissolubilmente al funzionamento della macchina istituzionale e alla gestione del patrimonio dello Stato. Una galleria di ritratti ci permette di conoscere i membri della famiglia giulio-claudia e un grande albero genealogico di cogliere i complessi legami famigliari tra loro.
La sala 6 racconta il vivere in villa, in uno spazio aperto tra il mare e i giardini: qui il padrone di casa poteva circondarsi di opere d’arte e riproporre nelle architetture e negli arredi il lusso delle residenze principesche orientali. La sala 7 racconta l’isola di Tiberio, che ospitò filosofi, matematici ed astrologi. Tiberio fu uomo colto e raffinato, collezionista quasi patologico di opere d’arte, fine intellettuale che amò circondarsi di scienziati ed eruditi.
Il racconto si conclude con la Grotta Azzurra, lo straordinario scrigno naturale trasformato in età tiberiana tramite la regolarizzazione delle sponde rocciose in un suggestivo ninfeo, dove a pelo dell’acqua emergeva il gruppo marmoreo di Nettuno e Tritoni, qui riproposto nella sua completezza anche con una statua di fanciulla vestita di peplo. Una suggestiva ambientazione tramite giochi di luce e un raffinato commento sonoro portano il visitatore dentro la grotta, quasi a bagnarsi i piedi.
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