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In Francia tornano alla luce i resti di un antico mausoleo galloromano
Archeologia
di redazione
I resti di una serie di costruzioni e strutture gallo-romane, sono stati portati alla luce nel corso di una campagna di scavi in un quartiere di Néris-les-Bains, un piccolo Comune dell’Alvernia, in Francia. Per gli archeologi, si tratta di una «Scoperta senza precedenti». Avviati da un team dell’INRAP – Istituto nazionale francese di ricerca archeologica preventiva, i lavori hanno fatto emergere due edifici dalla pianta parzialmente leggibile e altri due dei quali sono superstiti dei muri con tegole, oltre a una rete di tubazioni. Nell’area nord-occidentale del lotto di scavi è stata scoperta invece una grande fossa. Ed è stato nei pressi di questa cavità che gli archeologi hanno scoperto vari reperti usati per datare il sito al periodo gallo-romano tra il I e il V secolo.
Tra i reperti, un frammento di modiglione, la mensola scolpita che sostiene la parte superiore sporgente della cornice negli ordini architettonici, e un pilastro rettangolare scolpito a foglie intrecciate, sormontato da una figurina. Ritrovato anche un elemento architettonico conico di circa 55 pollici di diametro, con la superficie scolpita a scaglie, che doveva fare parte di una guglia.
Notevole, in particolare, la scoperta di 21 blocchi di arenaria, «Una grande sorpresa», ha commentato Marie-Laure Thierry, capo dell’operazione dell’INRAP. Una volta puliti, i blocchi hanno svelato le loro decorazioni a bassorilievo che, secondo Thierry, hanno un carattere senza precedenti per Néris-les-Bains.
Il rilievo più rappresentativo, secondo il team, è un frammento di fregio, che misura circa 70 centimetri pollici per 17, che ritrae Tritone, dio greco del mare, con le braccia aperte, i capelli lunghi e i tentacoli che terminano con foglie di palma. È affiancato alla sua destra da un cavallo o, più probabilmente, da un cavalluccio marino, di cui sono visibili solo le due zampe anteriori.
La combinazione del fregio, della frammento della guglia con squame che ricordano il dio del mare e della cornice ornata, ha portato i ricercatori ad associare i reperti a mausolei costruiti nel I e II secolo. Il motivo che rappresenta una figura della mitologia greca e romana, in particolare, simboleggia il viaggio dei beati nell’aldilà. Ma «Non era certo una tomba per i comuni mortali», ha detto Thierry del monumento. Altre strutture funerarie comparabili sono state individuate in Alvernia, ad Aulnat e Mont-Dore, dove sono stati rinvenuti manufatti simili raffiguranti Tritone.
Il team INRAP prevede di effettuare studi dettagliati dei blocchi architettonici per supportare l’ipotesi iniziale e chiarire ulteriormente alcuni passaggi della storia di Néris-les-Bains. Il terreno scavato si trova tra il quartiere di Villattes e l’acquedotto di Combes, a sud-est dell’antico agglomerato di Néris-les-Bains, un tempo chiamato Neriomagus poi Aquae Nerii.
La città, nota soprattutto per le sue terme – il suo nome deriva da Nérios, dio gallico della sorgente e “nero”, in greco antico, significa acqua – fu colonizzata da Roma nei primi secoli, un periodo testimoniato dal numero di rovine e reliquie romane e galliche, tra cui un anfiteatro, che sono stati scavati nell’area a partire dal XIX secolo. Anche la chiesa romanica fu costruita su mura galloromane, che potrebbero essere i resti di una basilica.
Secondo l’INRAP, la recente scoperta dell’insediamento e dei suoi manufatti potrebbe aprire «Una nuova prospettiva sull’occupazione di questo settore periferico e poco conosciuto dell’antico agglomerato di Néris-les-Bains».