Il MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli riapre al pubblico una la collezione delle Gemme Farnese, una delle raccolte più prestigiose nell’ambito della glittica, con 492 pezzi, tra cammei e intagli, sia antichi che moderni. L’intervento di restauro e valorizzazione della collezione è stato promosso nell’ambito del Progetto PON Cultura e Sviluppo 2014-2020.
«Si riparte a settembre con un’attenta operazione di valorizzazione delle collezioni museali. Tra queste, le Gemme Farnese presentano sia un notevole interesse antiquario, sia un eccezionale pregio artistico», ha dichiarato Massimo Osanna, Direttore Generale dei Musei del Ministero della Cultura, intervenuto alla presentazione di venerdì, 6 settembre. «Si lavora anche per restituire ai visitatori, entro dicembre, la sezione della numismatica, che comprenderà uno spazio dedicato alle oreficerie antiche conservate al Museo», ha continuato Osanna che, dal novembre 2023, regge l’incarico di direttore delegato del MANN, che rimane in attesa della nuova nomina, dopo Paolo Giulierini.
La collezione è stata dunque al centro di un intervento volto a migliorare l’esperienza espositiva, pur mantenendo inalterato l’allestimento originale del 1995 curato dal professore Carlo Gasparri. I lavori di rinnovamento hanno coinvolto l’aggiornamento degli apparati didattici, ora bilingue e arricchiti da immagini illustrative, introducendo anche nuove tecnologie per l’illuminazione. Ogni gemma, infatti, racconta una storia, scolpita nella durezza della pietra con una maestria che attraversa i secoli.
Formata a Parma nel XVII secolo, la Raccolta Farnese si è arricchita con gemme appartenute a figure illustri come il pontefice veneziano Paolo II Barbo e Lorenzo il Magnifico. Ereditata da Carlo III di Borbone, la collezione fu trasferita a Napoli nel 1736. Oggi le gemme sono esposte al pianterreno del museo in due sale: la sala IX, dedicata alle opere di Ranuccio e Alessandro Farnese, e la sala X, che presenta le gemme Barbo, Medici e Orsini, ordinate per maestri ed epoche.
Qui è possibile ammirare uno dei più celebri capolavori della glittica, la splendida Tazza Farnese, un piatto da libagione rituale di epoca ellenistica e di scuola alessandrina, in agata sardonica e del diametro di 20 cm circa. Riccamente decorata sia all’interno che all’esterno, con varie figure maschili e femminili, tra cui una Sfinge e un giovane che impugna un aratro, la Tazza Farnese viene citata per la prima volta nel 1239, quando fu acquistata da Federico II.
Ma il filo conduttore del riallestimento è promuovere la conoscenza anche degli altri splendidi esemplari in mostra: in questa prospettiva, nelle vetrine sono stati posizionati spot luminosi, che permettono di ammirare i dettagli di queste vere e proprie sculture in miniatura, come l’Artemide intagliata in ametista o il Perseo con testa di Medusa su corniola.
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