Nelle ultimissime ore, la situazione incendi in Sicilia sembra essere tornata sotto controllo. Ma il peggio non è ancora alle spalle e mentre sul web è diventata virale la fotografia dei Vigili del Fuoco stremati dal lavoro, anche l’immagine del Tempio di Segesta circondato dalle fiamme ha colpito molto la percezione pubblica. «Una vera tragedia. Quanto eravamo riusciti a salvare lo scorso anno in una notte è andato completamente distrutto», ha dichiarato il sindaco di Calatafimi, Francesco Gruppuso. «Siamo profondamente addolorati. Prego ed invito chiunque sappia qualcosa su questa mano criminale, di recarsi presso le sedi opportune per una denuncia circostanziata».
L’incendio è divampato nella notte tra il 25 e il 26 luglio, prima nel bosco e nella macchia mediterranea del Monte Barbaro, sulle cui pendici sorge l’antica città che la leggenda vuole fondata dai troiani. Le fiamme hanno raggiunto la zona dell’hantiquarium, distruggendo i servizi igienici, il punto di ristoro e lo shop, infine le staccionate, la copertura della zona archeologica delle case rupestri e le casette dei custodi. Devastate anche tutte le altre località limitrofe, Pispisa, Mango, contrada Margana, Giacaudo, Conca, Scorciagatto, costringendo all’evacuazione strutture turistiche e abitazioni. A nulla è valso l’intervento degli operai della forestale, della protezione civile e dei vigili del fuoco, le fiamme erano favorite dalle temperature altissime e dal vento di scirocco.
Fortunatamente pare che i siti archeologici siano stati risparmiati dai danni di maggiore entità , anche grazie a un’attenta programmazione e alle recenti opere di pulitura, scerbatura e potatura, che hanno tolto la miccia alle fiamme. Peraltro, grazie a queste operazioni, condotte nell’area dell’acropoli Sud, è stato recentemente ritrovato un altare, presumibilmente di epoca ellenistica, composto da due raffinati elementi lapidei scolpiti. «Da una prima ricognizione, per fortuna, è stato possibile verificare che non sussistono danni ai siti monumentali: il tempio, il teatro e la casa del Navarca sono rimasti illesi», ha dichiarato il Presidente della Sicilia, Renato Schifani. «Ma se, come sembra, il rogo è stato causato da una mano criminale, si tratta di un gesto gravissimo che va condannato con forza perché ha messo a rischio l’incolumità di chi vive nelle zone limitrofe e ha recato un grave danno al nostro inestimabile patrimonio storico-artistico. Mi auguro che si possa risalire al più presto ai responsabili».
Dopo l’incendio, il deputato PD Dario Safina ha avanzato un ordine del giorno per la messa in sicurezza e il ripristino dello stato dei luoghi del Parco archeologico di Segesta. Il piano prevede 500mila euro ed è stato accolto dal Presidente Schifani. «Ho visto personalmente la devastazione che le fiamme hanno lasciato dietro la loro folle corsa alimentata dal fortissimo vento di scirocco e dalle alte temperature di martedì scorso», ha detto Safina.
Intanto, la vita al Parco Archeologico di Segesta va avanti, nonostante tutto. Poche settimane fa scrivevamo di come la più importante delle città edificate dall’antica popolazione degli Elimi si fosse aperta all’arte contemporanea, attraverso le installazioni vegetali e le sculture sonore di Gandolfo Gabriele David. Inoltre, la programmazione del Segesta Teatro Festival, diretto da Claudio Collovà , proseguirà senza ulteriori interruzioni. «Che salti il festival è escluso, valuteranno in queste ore se poter iniziare come da cartellone già venerdì», fanno sapere gli organizzatori.
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