Un mosaico tardo romano, pressoché intatto, è stato portato alla luce sotto appena 50 centimetri di terreno: la scoperta è avvenuta a fine settembre 2024, nella provincia di Elazığ, nell’est della Turchia. Il mosaico è stato rinvenuto precisamente nel villaggio di Salkaya da un contadino intento a piantare un frutteto di ciliegi, si estende per circa 92 metri quadrati ed è stato già definito dagli archeologi il più grande del suo genere ritrovato nel Paese.
Datato alla fine del III secolo, il Mosaico di Salkaya si distingue non solo per la sua estensione ma soprattutto per l’eccezionale raffinatezza delle scene raffigurate. Secondo Emre Çayır, capo archeologo dello scavo e direttore del Museo statale di archeologia ed etnografia di Elazığ, il mosaico rappresenta un unicum: mentre altri mosaici turchi raffigurano motivi geometrici o scene mitologiche, questo capolavoro narra il ciclo della natura attraverso scene di caccia e momenti di quiete animale.
Tra le immagini più sorprendenti, spicca un raro leopardo anatolico che uccide uno struzzo, mentre levrieri inseguono un cinghiale e un cervo sfugge all’assalto di un orso. A questi momenti di azione si alternano rappresentazioni più serene: uccelli selvatici riposano sotto alberi di melograno e rose in boccio, simboli di rigenerazione e bellezza naturale.
«Il leone e l’orso rappresentano l’autorità nella tradizione romana e la raffigurazione dei cani da caccia ci ricorda che gli esseri umani fanno parte della catena alimentare», ha spiegato Çayır. Gli artigiani del tempo hanno usato queste metafore animaliper rappresentare l’eterna dinamica tra potere, sopravvivenza ed equilibrio naturale.
«Abbiamo acquistato questo terreno nel 2020 per circa 3500 dollari, per coltivarlo come vigneto e come giardino», ha raccontato l’agricoltore Mehmet Emin Sualp. «Quando ho iniziato a piantare alberelli, ho scoperto il mosaico del pavimento. Consapevole del suo significato, ho contattato il museo. Da quel giorno, sono stato sul posto, ho lavorato e ho fatto del mio meglio».
Dopo una prima ispezione, gli scavi si sono estesi, rivelando che l’area circostante, di circa 6mila metri quadrati, potrebbe ospitare i resti di un complesso abitativo romano, con uno stabilimento balneare, un luogo di culto, una strada in basalto e un antico canale di irrigazione. Gli archeologi hanno trovato anche un possibile calcatorium, una struttura utilizzata per la vinificazione.
Il ministero della cultura turco sta valutando come valorizzare il sito. Una delle possibilità è costruire un complesso che permetta al mosaico di rimanere in situ, rendendolo accessibile al pubblico senza doverlo trasferire. Tuttavia, ulteriori decisioni dipenderanno dai risultati degli scavi in corso.
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