20 novembre 2024

Ritrovato un tesoro etrusco: la storia del recupero della tomba dei Pulfna

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Maxi operazione del Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale in Umbria: sequestrati reperti e sarcofagi di una importante gens etrusca, dal valore di almeno 8 milioni di euro

tesoro etrusco ritrovato
Foto ANSA

È un vero tesoro dell’enorme valore culturale ma anche economico, quello ritrovato dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, con il coordinamento della Procura di Perugia, nell’ambito di una operazione investigativa che ha permesso il recupero di antichi manufatti etruschi. Il bottino sequestrato dai militari, frutto di mesi di indagini, potrebbe valere almeno 8 milioni di euro e comprende otto urne litiche e due sarcofagi, uno completo, contenente lo scheletro di una defunta, e l’altro rappresentato dalla sola copertura, con il relativo corredo funerario di età ellenistica, risalente al III Secolo avanti Cristo. Le indagini si sono svolte con il supporto specializzato della Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio e della Soprintendenza dell’Umbria.

La scoperta e le prime ipotesi

Gli archeologi del Ministero della Cultura hanno potuto ricostruire come questi manufatti appartenessero a un’unica tomba ipogea, presumibilmente una sepoltura di grande importanza, situata nella zona tra Chiusi e Città della Pieve. L’indagine ha avuto origine nell’aprile scorso, quando i Carabinieri del TPC hanno intercettato fotografie di reperti d’arte in circolazione nel mercato nero. La collaborazione con un docente dell’Università di Roma Tor Vergata ha portato a identificare i manufatti come provenienti da una necropoli etrusca, probabilmente collegata al territorio chiusino.

Un collegamento cruciale è emerso con un ritrovamento fortuito del 2015, quando un agricoltore, durante l’aratura, si imbatté in un ipogeo contenente urne funerarie e sarcofagi riconducibili alla gens Pulfna, una importante famiglia del luogo. Tuttavia, mentre quel sepolcro custodiva esclusivamente sepolture maschili, le nuove immagini recuperate dagli investigatori mostravano urne appartenenti a donne, verosimilmente principesse etrusche.

Le indagini e il sequestro del tesoro etrusco

L’attenzione si è concentrata su terreni vicini al primo ritrovamento e su un imprenditore locale, proprietario di aree adiacenti. Attraverso intercettazioni telefoniche, pedinamenti e l’uso di droni, le forze dell’ordine hanno individuato due sospetti, ora accusati di furto e ricettazione di beni culturali. «Questo sequestro rappresenta un risultato significativo, non solo per i reperti recuperati ma anche per le modalità investigative adottate, soprattutto attraverso il monitoraggio del web», ha dichiarato il procuratore generale di Perugia, Raffaele Cantone.

L’operazione di recupero delle urne è considerata dagli esperti uno dei più importanti recuperi di manufatti etruschi mai realizzato durante un’azione investigativa. Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha elogiato l’operato dei Carabinieri e anche il comandante del Tpc, Francesco Gargaro, ha ribadito l’importanza di combattere il traffico illecito di opere d’arte, un fenomeno che si snoda su scala nazionale e internazionale, alimentato da scavi clandestini.

Alcuni reperti conservano tracce di pigmenti policromi e foglia d’oro, mentre altre urne presentano episodi del mito di Achille e Troilo, altre ancora sono decorate con altorilievi di scene mitologiche, battaglie e caccia. Particolarmente ricco il corredo funebre, con suppellettili e vasellame fittile e metallico, tra cui quattro specchi in bronzo, uno dei quali con l’antica divinizzazione di Roma e della lupa che allatta soltanto Romolo, un balsamario contenente ancora tracce organiche del profumo utilizzato in antichità, un pettine in osso, situle e oinochoe in bronzo, comunemente utilizzati dalle donne etrusche durante banchetti e simposi.

Proprio alla complessa e in parte ancora misteriosa cultura estusca è dedicato un importante progetto espositivo promosso dal Mart di Rovereto e dalla Fondazione Luigi Rovati di Milano: una doppia esposizione celebra l’influenza di quella antica civiltà sull’arte moderna e contemporanea, da Pablo Picasso a Mario Schifano. Curata da tre storiche dell’arte – Lucia Mannini, Accademia delle Belle Arti di Firenze, Presidente Museo Stibbert, Anna Mazzanti, Politecnico di Milano, Alessandra Tiddia, Mart di Rovereto – e da un etruscologo, Giulio Paolucci, Fondazione Luigi Rovati, direttore Museo dell’Accademia Etrusca di Cortona, la mostra farà tappa nelle due città: dal 7 dicembre 2024 al 16 marzo 2025 a Rovereto, dal 2 aprile al 3 agosto 2025 a Milano

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