Un antico testo scritto in greco su un rotolo di papiro di 2mila anni fa, danneggiato durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., è stato decifrato da un team di studenti, grazie all’intelligenza artificiale. Il rotolo fa parte del famoso gruppo di papiri ritrovati nel XVIII secolo in una villa romana di Ercolano sepolta dall’eruzione. Si tratta dell’unica biblioteca pervenuta intatta dall’antichità ed è composta principalmente da testi filosofici greci, la maggior parte dei quali riguardanti il filosofo epicureo e poeta Filodemo di Gadara. Una sezione dalla raccolta della Villa potrebbe essere ancora nascosta sottoterra. I papiri ritrovati sono conservati a Palazzo Reale Napoli, nella sezione Officina dei Papiri Ercolanesi alla Biblioteca Nazionale.
Troppo fragili per essere svolti, molti rotoli sono rimasti inaccessibili finora ma, grazie alle immagini tridimensionali di tomografia computerizzata e ad algoritmi di intelligenza artificiale, sembra proprio che in un futuro prossimo sarà possibile leggerli nella loro interezza, o quasi. Youssef Nader, Luke Farritor e Julian Schilliger sono i tre giovani ricercatori che sono riusciti a vincere il Vesuvius Challenge, il concorso lanciato nel 2023 che avrebbe premiato chi per primo fosse riuscito a decifrare quattro frammenti di almeno 140 caratteri ciascuno dei papiri di Ercolano. Per la loro scoperta, i tre studenti hanno vinto un premio di 700mila dollari.
Usando scansioni tridimensionali di tomografia computerizzata del papiro “srotolato virtualmente” e addestrando gli algoritmi di apprendimento automatico per il riconoscimento degli strati di inchiostro e delle lettere, i tre studenti, provenienti da Egitto, Svizzera e Stati Uniti, sono stati in grado di decifrare centinaia di parole su più di 15 colonne di testo, che rappresentano circa il 5% del rotolo.
Così, i ricercatori hanno scoperto di avere sotto gli occhi un lavoro filosofico inedito, precedentemente sconosciuto, incentrato sui sensi e sul piacere. Il testo parla della musica, del sapore dei capperi e del colore viola, insieme alla descrizione di un possibile noto flautista, chiamato Senofanto, menzionato anche nei testi di autori quali Seneca e Plutarco. L’autore scriveva anche di come la disponibilità di certi beni possa influenzare la sensazione di piacere. Nella parte conclusiva del testo, l’autore prende di mira i suoi avversari, che «Non hanno nulla da dire sul piacere, né in generale né in particolare».
«Siamo rimasti tutti stupiti dalle immagini che mostravano» ha dichiarato Federica Nicolardi, nella giuria del Vesuvius Challenge e papirologa dell’Università di Napoli Federico II, che attualmente sta analizzando il testo. Queste nuove tecnologie potrebbero essere applicate per decifrare anche altri testi considerati illeggibili finora.
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