Un concorso internazionale ideato da Oikos Venezia e la Fondazione Querini Stampalia di Venezia, che vede il coinvolgimento anche di Adler, Iseo e Laminam in veste di aziende partner. Nato per dare valore allo spazio di ingresso nei suoi molteplici collegamenti, accezioni e funzioni, avviando così una riflessione finora inedita in questo ambito di ricerca.
I progetti selezionati sono The Space Beyond the Threshold di Setion Branko, The Cut di Matheus Cartocci, Il giardino dell’Utopia di Emanuele Cipolla, Soglia da Segno a Luogo di Filippo Garau, Prélude di Isabelle Gomez, Viride di Anna Loggia e Alice Fantino, Instrument Door di Sara Simoska, Doorscape di Maria Grazia Spirito, Hypostyle di Victor Catalin Tanasa, La soglia come approdo di Antonella Trusgnach.
La giuria è stata selezionata per rappresentare competenze e sensibilità diverse, così da valutare i progetti in gara sotto vari aspetti. Ne hanno fatto parte AMDL CIRCLE e Michele De Lucchi in qualità di presidente, Donatella Calabi, storica delle città, Alessandra Chemollo, fotografa, Emanuele Coccia, filosofo, Luciano Giubbilei, landscape e garden designer e Eugenia Morpurgo, designer ricercatrice.
Nei lavori esposti la soglia viene declinata nei modi più disparati, uno spazio di approdo verso una dimensione diversa, per Antonella Trusgnach, un portale che conduce il visitatore verso diversi scenari ed è un invito a lasciare un ambiente per entrare in un altro, per Sara Simoska.
Soglia dunque come limite ma anche come spazio graduale, capace di stabilire una continuità regolata tra ciò che è dentro e ciò che è fuori, tra lo spazio privato e lo spazio pubblico. Un invitante portale ad arco ma anche un luogo semi-distopico, dove la casa prende il ruolo di fortezza, con lo scopo di proteggere. In tutti i casi non è una semplice porta, ma un vero e proprio spazio, capace di adattarsi alla vita in continua evoluzione dell’individuo.
DoorScape è un concorso che non si rivolge esclusivamente al mondo dei progettisti, ma intende aprire a una riflessione più ampia rispetto all’approccio esclusivamente tecnico. I progetti presentati sono stati 150, vedendo la partecipazione di numerosi studi di architettura, ma è stata consistente anche la presenza di designers, studenti, geometri e artisti. Sono residenti all’estero il 30% dei partecipanti: Albania, Australia, Austria, Belgio, Bolivia, Brasile, Canada, Filippine, Francia, Germania, Hong Kong, Iran, Macedonia del Nord, Marocco, Messico, Norvegia, Olanda, Regno Unito, Romania, Serbia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Ungheria e Stati Uniti.
Il vincitore verrà proclamato a Venezia il 17 maggio in occasione dell’inaugurazione della mostra e riceverà un premio in denaro di 10.000 €.
L’architetto Michele De Lucchi, che con il suo studio AMDL CIRCLE ha presieduto la giuria e curato la mostra alla Querini Stampalia, ha spiegato durante la conferenza stampa: «Siamo sulla porta, nel luogo che filtra l’incontro tra l’interno e l’esterno. È un confine, un passaggio attraverso due aree che proprio in quel punto si combinano e si avvolgono tra loro. Il tema mette insieme un concetto psicanalitico e al tempo stesso architettonico. Tradizionalmente il confine in architettura è una linea netta contro cui si sbatte, dove incomincia qualcos’altro. Se invece fosse un settore nel quale un po’ si sovrappongono cose che arrivano da una parte e dall’altra, si darebbe luogo a un territorio comune che non appartiene né all’uno né all’altro e che proprio per questo potrebbe diventare il luogo dell’incontro, dove i limiti delle libertà individuali si aprono accoglienti. Spazi intensi, avvincenti, d’intersezione di individualità».
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