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Architettura e sostenibilità: lo studio di Zaha Hadid si ritira da Architects Declare
Architettura
Architects Declare è nata nel Regno Unito nel maggio 2019 come una dichiarazione in cui i diciassette fondatori si sono impegnati a combattere le crisi gemelle della nostra contemporaneità, ovvero quella climatica e quella della biodiversità. Dall’esperienza britannica si è sviluppato quello che, oggi, è un movimento globale che conta adesioni in diverse parti del mondo ed è un modello di architettura impegnata nel discorso della sostenibilità a livello internazionale (per esempio, ha ispirato la piattaforma degli architetti australiani Architect Assist).
Recentemente sono emerse delle divergenze all’interno dell’organizzazione. Se da una parte Architects Declare ha riconosciuto l’impegno di tutti quegli studi di architettura che si muovono verso gli obiettivi comuni, dall’altra ha osservato l’allontanamento di alcuni dai principi fondamentali della dichiarazione. Tra questi, Zaha Hadid Architects e Foster + Partners, criticati rispettivamente per il progetto del Western Sydney International Airport (realizzato insieme a Cox Architecture) e il progetto di un aeroporto per un resort di lusso in Arabia Saudita. Anche il gruppo di attivisti per il clima Architects Climate Action Network si è espresso contro Foster + Partners, invitando lo studio a dimettersi da Architects Declare o ritirarsi dalla progettazione dell’aeroporto.
Erede dell’archistar irachena Zaha Hadid e alla guida del suo studio dal 2016, Patrik Schumacher ha espresso il suo disappunto riguardo i commenti negativi sull’attività di progettazione degli aeroporti giudicando la posizione del direttivo di Architects Declare eccessivamente radicale e promuovendo invece una crescita continua, più lenta e graduale. Un accordo tra le parti non si è trovato e così, il giorno dopo l’addio di Foster + Partners, il 3 dicembre anche Zaha Hadid Architects ha lasciato l’organizzazione britannica.
I progetti degli aeroporti dei due studi di architettura che si sono ritirati, non sono del tutto in linea con i principi di Architects Declare. Patrik Schumacher è d’accordo sul trovare soluzioni al cambiamento climatico ma è dell’idea che sia necessario un approccio progressivo. Architects Declare ha però interpretato questo atteggiamento come un metodo di perpetuazione dello status quo e, quindi, controproducente per i propri obiettivi, tra cui quello di sostenere un cambiamento più rapido nel settore attraverso pratiche di progettazione rigenerativa.
Architects Declare si è detta disponibile a un dialogo e ha invitato Zaha Hadid Architects e Foster + Partners a sottoscrivere di nuovo la dichiarazione. I membri del direttivo AD hanno affermato che «realizzare il cambiamento è difficile, può essere scomodo, ma se è normalizzato e lavoriamo tutti insieme per raggiungerlo pensiamo che sia possibile».