Viene proposta e ribadita con un certo risalto la considerazione statistica che vede la popolazione mondiale residente nelle aree urbane passare dal 10% del 1900, all’attuale 50%, allo stimato 75% del 2050. Seguono diverse altre graficizzazioni di dati sociali associati alle metropoli, altrettanto curate quanto prive di conclusioni. La sensazione è quella che si ricerchi uno strumento grafico rappresentativo dei fenomeni al di là delle potenzialità interpretative dello strumento stesso. È forte l’impressione di una nuova modalità del Grand Tour il cui risultato visuale non sono però più gli inevitabili romantici acquarelli, omaggio della sensibilità e del dominio inglese al sud del mondo. Si torna ormai solo se carichi di dati tali da generare istogrammi ad effetto.
La quantità di tali dati porta certamente all’identificazione della rilevanza di alcuni fenomeni (scelti con un filtro da cronaca nera, del resto quasi inevitabile). Ma quando oltre la documentazione si deve prevedere una possibilità di conduzione e soluzione di tali fenomeni negativi, le proposte progettuali si fanno attendere. Ad esempio, dopo aver immobilizzato la platea con la rappresentazione visiva dei dati sulla criminalità di Caracas la risposta progettuale proposta -una palestra- appariva decisamente timida.
Il turismo rappresenta certamente un’attività centrale della vita moderna e un’industria di primaria importanza. Pensiamo a come riesca ad assecondare la modalità turistica postmoderna la redazione di Domus (inventrice europea -per dire- della Corea del Nord in architettura) equilibrando divertimento, fascino dell’esotico, analisi e ricadute progettuali/artistiche. L’approccio di Città. Architettura e società è -per ora- altrettanto colorato, ma meno complesso e produttivo.
Si intravede un atteggiamento elitario in questa possibilità di muovere il proprio sguardo velocemente da una metropoli all’altra. 16 notissime zone metropolitane in quattro continenti (l’Italia per farne una ha visto assemblate Milano e Torino) di cui viene velocemente saggiata la capacità di generare visualizzazioni statistiche o “archi-turistiche”. Nessun altro criterio apparentemente considerato per la loro scelta. A chi si chiedeva il perché dell’assenza di Parigi Burdett rispondeva: “Parigi è noiosa.”
Numerose sezioni collaterali -di cui parleremo prossimamente- si collocano a complemento dell’esposizione principale. Nell’ambito del progetto Sensi Contemporanei saranno proposte la mostra di Claudio d’Amato Guerrieri sulle Città di Pietra, che si terrà a Venezia alle Artiglierie dell’Arsenale, e la mostra di Rinio Bruttomesso Città – Porto, che avrà sede a Palermo.
luca ruali
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Piccola osservazione: se il 75% della popolazione vivrà in città, la sua presenza sul territorio sarà più concentrata e quindi meno impattante, perché necessita di meno suolo, meno pendolarismo e meno dispersione di risorse.
La grafica del primo istogramma è palesemente retorica.
peccato aver visto tardi il commento. certo la prima immagine (ma ne ho un press-cd pieno)è retorica, ma sono disposto ad arrivare fino all'aggettivo ridicola.
quanto all'impatto dell'elevata densità sul territorio aggiungo solo altri due fattori: non c'è solo il territorio da considerare, l'alta densità edilizia impatta principalmente e negativamente sulle persone. altro fattore, l'alta densità edilizia è spesso indotta da meccanismi economici che vedono in essa la possibilità di realizzare profitti elevatissimi.