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07
febbraio 2008
architettura_concorsi White house redux
Architettura
Dal 1789 i cittadini americani possono votare per eleggere il loro Presidente. Ma da oggi un qualsiasi cittadino del mondo può anche progettargli la casa. White house redux, il primo concorso di idee per dare una nuova immagine al simbolo del potere americano...
Cosa accadrebbe se il concorso svoltosi nel 1792 per progettare la Casa Bianca fosse indetto oggi, a ridosso delle quarantaquattresime elezioni presidenziali statunitensi? È la domanda che si è posto lo Storefront for Art and Architecture, organizzazione non profit impegnata nella promozione delle innovazioni in campo artistico, architettonico e del design che, in collaborazione con Control Group, ha bandito un concorso di idee per la progettazione del nuovo volto della Casa Bianca.
Più che un semplice concorso di architettura, come recita il bando, si tratta di una vera e propria sfida challenge rivolta a tutti gli artisti del mondo. L’iscrizione è semplicissima, online su www.whitehouseredux.org. Per soli 20 dollari, la soddisfazione di possedere l’area della casa bianca in formato dwg.
Una selezione dei progetti partecipanti sarà esposta alla Storefront Gallery di New York nel luglio del 2008 e successivamente pubblicata su “Surface magazine”, mentre i primi tre classificati si aggiudicheranno un biglietto aereo per la Grande mela e un soggiorno, guarda caso, presso il White house hotel, oltre a un premio di 5000, 3000 e 1500 dollari.
Fra i membri di una giuria ideale (Beatriz Colomina e Liz Diller) si trovano Geoff Manaugh e Stefano Boeri, entrambi a capo di due eminenti testate del settore, rispettivamente “Dwell” e “Abitare”, quindi due esperti di “abitazione”, perché in fondo è di questo che si tratta: ripensare quella che viene vista come la casa del Presidente più che come un ufficio. Poco importa se l’impresa è più che ardua, considerando che la Casa bianca è molto più grande di quanto la gente pensi: una magione labirintica, in cui ogni presidente ha lasciato il segno con ampliamenti, restauri e ristrutturazioni. Non si tratta di ridare una nuova distribuzione alle 132 camere, ai 35 bagni, alle innumerevoli finestre, al cinema, al bowling, ma di “rinnovare” l’edificio simbolo del potere americano.
E se nel 1792 l’America, scegliendo il progetto vittoriano di James Hoban, ha voluto avvicinarsi alla cultura europea, quale immagine vorrà dare di sé al mondo nel 2008? O, meglio, vista l’orizzontalità della formula, quale immagine sarà considerata appropriata dai concorrenti per questo luogo simbolo?
Più che un semplice concorso di architettura, come recita il bando, si tratta di una vera e propria sfida challenge rivolta a tutti gli artisti del mondo. L’iscrizione è semplicissima, online su www.whitehouseredux.org. Per soli 20 dollari, la soddisfazione di possedere l’area della casa bianca in formato dwg.
Una selezione dei progetti partecipanti sarà esposta alla Storefront Gallery di New York nel luglio del 2008 e successivamente pubblicata su “Surface magazine”, mentre i primi tre classificati si aggiudicheranno un biglietto aereo per la Grande mela e un soggiorno, guarda caso, presso il White house hotel, oltre a un premio di 5000, 3000 e 1500 dollari.
Fra i membri di una giuria ideale (Beatriz Colomina e Liz Diller) si trovano Geoff Manaugh e Stefano Boeri, entrambi a capo di due eminenti testate del settore, rispettivamente “Dwell” e “Abitare”, quindi due esperti di “abitazione”, perché in fondo è di questo che si tratta: ripensare quella che viene vista come la casa del Presidente più che come un ufficio. Poco importa se l’impresa è più che ardua, considerando che la Casa bianca è molto più grande di quanto la gente pensi: una magione labirintica, in cui ogni presidente ha lasciato il segno con ampliamenti, restauri e ristrutturazioni. Non si tratta di ridare una nuova distribuzione alle 132 camere, ai 35 bagni, alle innumerevoli finestre, al cinema, al bowling, ma di “rinnovare” l’edificio simbolo del potere americano.
E se nel 1792 l’America, scegliendo il progetto vittoriano di James Hoban, ha voluto avvicinarsi alla cultura europea, quale immagine vorrà dare di sé al mondo nel 2008? O, meglio, vista l’orizzontalità della formula, quale immagine sarà considerata appropriata dai concorrenti per questo luogo simbolo?
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Info: www.whitehouseredux.org
[exibart]