Categorie: Architettura

architettura_maestri | Il Brasile moderno di Lina Bo e Pietro Maria Bardi

di - 14 Gennaio 2004

L’esperienza umana dell’architetto romano Lina Bo (Roma 1914 – San Paolo 1992) e il suo percorso a cavallo tra arte, teatro, design, architettura, prima nella società italiana e poi nel differente tessuto socio-economico del Brasile degli ultimi anni Quaranta, meritano di essere ricordati più di quanto sia stato fatto sinora.
Verrebbe da considerare quale inizio di questo ricco episodio della nostra storia artistica recente l’accelerata partenza per il Brasile di Lina Bo e Pietro Maria Bardi (nel 1946, poco dopo essersi conosciuti), e la conseguente e difficoltosa realizzazione di quello che, grazie al loro contributo, diventerà uno dei più importanti musei d’arte latinoamericani, il MASP di San Paolo. Così facendo, faremmo però torto per incompletezza storica e biografica a due protagonisti della cultura artistica mondiale del Novecento, che già nella precedente loro esperienza italiana misero profonde radici nel dibattito culturale in atto.
Lina Bo era stata con Carlo Pagani alla direzione della rivista Domus (1943); dal 1940, era collaboratrice presso lo studio milanese di Gio Ponti. Pietro Maria Bardi aveva fatto esperienza come critico d’arte e gallerista; da tempo era giornalista presso il Corriere della Sera. Alcuni suoi scritti teorici fanno di lui uno tra i principali propulsori del modernismo in arte e architettura. L’occasione per il significativo trasferimento in Brasile dei due viene loro fornita dall’invito a Pietro Maria Bardi (da parte dell’intellettuale Assis Chateaubriand) per un incarico di consulenza alla costituzione del nuovo Museo d’arte della città di San Paolo, ma diventerà in breve tempo un’esperienza più generale di profondo confronto e scambio tra la cultura europea più innovativa, da loro ben rappresentata, e la più popolare e infinitamente ricca cultura brasiliana.
Questo “trapianto” eccezionale di innovativa sensibilità europea offrirà altre possibilità alle ragioni stesse del modernismo, nonché nuove forme praticabili, più umane e ragionevoli, di progresso culturale. La conoscenza di questo lavoro, svoltosi in più campi e nell’arco d’un cinquantennio, svelerà a chi non ne sia già a conoscenza percorsi alternativi ancora attuali, anche eticamente interessanti. Semplificando l’immensa ricchezza di questa lunga esperienza, ci limitiamo a segnalare due opered’architettura che ben rappresentano questo percorso: la Casa de Vidro (1951), un esempio alternativo di architettura razionale, ben impiantata nella più selvaggia vegetazione del nuovo continente, sarà il primo progetto realizzato di Lina Bo in Brasile. Attualmente è sede dell’istituto Bo Bardi, costituitosi per divulgare e proseguire l’opera dei due maestri. Dell’innovativa concezione architettonica che caratterizza il MASP (1957-1968) la stessa Lina Bo disse: “Credo, nel Museo de Arte de Sao Paulo, di aver eliminato lo snobismo culturale così amato dagli intellettuali, optando per soluzioni dirette, spoglie”. E noi, almeno idealmente, accogliamo il suo insegnamento.

link correlati
Istituto Lina Bo Bardi
Museo d’arte di San Paolo
MASP, sotto le linee dell’arte la libertà
A Casa de Vidro de Lina Bo Bardi
Casa de Vidro
Exposition Lina Bo Bardi
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