Cinquant’anni di progetti,
realizzati in tutto il mondo, si distribuiscono quindi nelle sale del museo, di
quel museo che ha avuto dodici anni di gestazione e che, dal giorno
dell’inaugurazione – avvenuta nel dicembre del 2002 -, ha fatto una strada
tutta in salita per farsi conoscere e apprezzare dagli altri importanti musei
del mondo.
Mario Botta e il suo studio
hanno allestito questa importante mostra in modo semplice, lineare e
soprattutto chiaro, anche per chi non è un frequentatore di esposizioni d’architettura,
a volte ostiche perché troppo focalizzate sulla fase di progettazione. Per un
professionista e allo stesso tempo un intellettuale come lui, in questa lunga
cavalcata di progetti realizzati ai quattro angoli del globo, era doveroso
infatti partire con l’indicare i riferimenti teorici, che spaziano da maestri
dell’architettura come Carlo Scarpa
e Louis I. Khan, fino a scrittori,
artisti e musicisti.
Questi suoi “innamoramenti” li troviamo a
introduzione della mostra: con artisti come Picasso, Henry Moore, Mario Sironi, Giorgio Morandi, Paul Klee,
scrittori come Pier Paolo Pasolini, Gabriel Garcia Marquez, Guido Ceronetti,
Max Frisch e Friedrich Dürrenmatt, e personalità come Arturo Benedetti
Michelangeli e Giorgio Strehler.
Anche le costruzioni del passato
sono importanti e, infatti, la Casa Balmelli a Rovio nel Ticino oppure la
piccola Cappella a Roveredo nei Grigioni si dimostrano altrettanto centrali per
le future architetture come prefigurazioni teoriche del costruire. Ma tanti
altri sono i riferimenti culturali in questa sezione chiamata Incontri. È importante, ad esempio, l’omaggio
alle opere del romanico lombardo: qui rappresentato da un capitello del X
secolo, la Crocifissione di
Villars-les-Moines. È questo il linguaggio architettonico antico che è
stato maggiormente assimilato in tutta la sua ricerca.
Il percorso espositivo si
dispiega poi nelle varie sezioni con dodici tipologie di architetture. Tutti i
progetti sono corredati da schizzi e disegni inediti, da modelli e da grandi
fotografie in bianco e nero, realizzate in gran parte da Pino Musi.
Tutte le architetture di Botta sono
ad ogni modo unite in una comune dichiarazione di poetica, rilasciata in una
delle tante interviste di questo periodo: “L’architettura
deve trasformare la natura in cultura, il luogo geografico in territorio della
memoria” e “l’edificio deve rispettare il contesto urbano e la sua storia, non
essere un oggetto autonomo”.
La tipologia architettonica
nella quale ha però ottenuto i migliori risultati è quella degli Spazi del sacro; un’occasione per collaborare
con artisti contemporanei: da Enzo
Cucchi per la cappella del Monte Tamaro a Sandro Chia per quella di Terranova Bracciolini, ancora in fase di
costruzione.
La
ristrutturazione della Scala
Il
Mart secondo Botta
mostra visitata il
24 settembre 2010
dal 24 settembre 2010 al 23 gennaio 2011
Mario Botta – Architetture 1960-2010
MART – Museo di Arte moderna e
contemporanea di Rovereto e Trento
Corso Bettini, 43 – 38068 Rovereto
Orario: da martedì a domenica ore 10-18; venerdì ore 10-21
Ingresso: intero € 10; ridotto € 7
Catalogo Silvana Editoriale
Info: tel. 800397760 / +39 0464438887; fax +39 0464430827; info@mart.trento.it; www.mart.trento.it
[exibart]
65 gallerie da 15 Paesi e la conferma di un mercato internazionale sempre più interessato alla ceramica moderna. Ecco che…
James Turrell protagonista di una mostra in Arabia Saudita, in attesa della sua prossima, visionaria installazione, scavata nella roccia del…
Una campagna di raccolta fondi sostiene artisti e operatori culturali di Los Angeles che hanno perso case, studi e opere…
Maison Ruinart porta l’arte contemporanea nell’esclusivo resort Joali: Sophie Kitching reinterpreta il packaging dello champagne, richiamando la natura delle Maldive
Dopo 24 anni, il Prix Marcel Duchamp cambia sede: durante i lavori di ristrutturazione del Centre Pompidou, la mostra dei…
Artista concettuale e pioniere dell’arte multimediale, Tullio Brunone ha da sempre svolto una ricerca artistica rigorosa sullo sviluppo tecnologico e…