L’ultimo esperimento progettuale di Sejima Kazuyo, applicato alla residenza unifamiliare e realizzato recentemente a Tokyo, attira la nostra attenzione per due motivi. Il primo motivo risiede nel fatto che questo edificio rompe radicalmente con gli schemi tipologici più convenzionalmente adottati in Giappone; il secondo nel fatto che in questo caso l’approccio concettuale pone in risalto alcune caratteristiche del metodo progettuale di Sejima.
Il modello abitativo giapponese è sintetizzato con la formula nLDK,n sta per un numero variabile di vani/stanze, LDK sta per living-dining-kitchen, in pratica lo spazio che all’interno della casa è destinato alle attività comuni. Le recenti sperimentazioni sulle tipologie abitative si sono spesso sviluppate a partire da questa struttura “guida”.
In questo senso è impossibile non fare riferimento agli studi sul modello nLDK condotti da Yamamoto Riken (prima foto) che sono stati alla base dei suoi progetti di case collettive (Hotakubo Housing a Kumamoto, Ryokuentoshi a Yokohama). Il lavoro di Yamamoto si concentra sulla relazione tra gli spazi collettivi e quelli privati e in particolare su come l’aggregazione dei vani all’interno dell’alloggio possa garantire un rapporto armonico tra la privacy dell’individuo e la comunità familiare. L’esigenza reale di tali approfondimenti non è solo legata alla scarsa disponibilità di superficie abitativa, ma anche alla necessità di fornire adeguate soluzioni alla tendenza di più generazioni a vivere in una stessa casa, generalmente riscontrata in Giappone. Un progetto di Yamamoto esemplare a questo proposito è quello dell’edificio Hamlet costruito a Tokyo nel 1989. In questo edificio ai componenti della famiglia viene assicurata la possibilità di uscire ed entrare dalla casa
Sejima affronta problemi di natura analoga arrivando ad una soluzione progettuale insolita. L’architetto interviene infatti sul modello nLDK operando una frammentazione radicale nell’organizzazione funzionale o come lei stessa dice […]una frammentazione ancora più radicale di quella proposta dal modello LDK […]. La casa, progettata per cinque utenti -genitori, figli e nonna- ha una pianta a forma di trapezio irregolare e si articola su tre piani collegati da una scala contenuta in un volume posto quasi nel mezzo della costruzione.
Al piano terra trovano posto un soggiorno, uno spazio per il tavolo, la cucina, la stanza del figlio, la stanza della nonna e un bagno; al secondo piano la stanza della figlia, quella dei genitori, uno spazio per i libri, uno studio (seconda foto); al terzo un bagno uno spazio per un tavolo, un giardino, un piccolo vano per sedersi e guardare l’esterno.
Le dimensioni assai ridotte dei singoli “vani” (la stanza del figlio è poco più grande di un letto singolo, lo studio non può contenere altro che una piccola scrivania e una sedia) e la continuità tra essi sono tra le peculiarità di questo spazio abitativo (terza foto). Quasi
I principi di base applicati da Sejima a questo piccolo edificio sono: l’esplorazione delle potenzialità organizzative dell’abitazione tenendo fermo il punto che i membri della famiglia possano essere […] riuniti in un unico spazio ma nello stesso tempo mantengano una distanza adeguata tra loro… e fare in modo che la parcellizzazione minuta degli spazi e delle attività possa garantire comunque un’esperienza spaziale nuova. Sejima crea così uno spazio domestico totale dal punto di vista visivo e frammentario dal punto di vista funzionale, afferma l’architetto: […] attraverso le aperture si può vedere nella stanza vicina, questo rende la stanza stessa piatta, come una fotografia […] (quarta foto).
Affermazione che rimanda al metodo progettuale diagrammatici dell’architetto giapponese. Questa piccola architettura sembra essere infatti una coerente traduzione del disegno piatto, come un diagramma, tipico di Sejima, che in foto vediamo applicata alla sua Y-House del 1994 (quinta foto). Lo spazio interno di questa casa è organizzato
articoli correlati
giovani designer giapponesi
biennale di architettura di Rotterdam: room with a view
link correlati
Sejima Kazuyo
marco pompili
[exibart]
Due "scugnizzi" si imbarcano per l'America per sfuggire alla povertà. La recensione del nuovo (e particolarmente riuscito) film di Salvatores,…
Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…
La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…
Si intitola “Lee and LEE” e avrà luogo a gennaio in New Bond Street, negli spazi londinesi della casa d’aste.…
Un'artista tanto delicata nei modi, quanto sicura del proprio modo d'intendere la pittura. Floss arriva a Genova in tutte le…
10 Corso Como continua il suo focus sui creativi dell'arte, del design e della moda con "Andrea Branzi. Civilizations without…
Visualizza commenti
Grandissima Kazujo Sejima!! (Perché è un'architetto, e non un architetto). Tra i pochissimi in grado di conciliare la ricerca concettuale con esiti formali e strutturali del tutto apprezzabili e piacevoli.
Io adoro Sejima, mi dispiace solo che in Italia non viene, per seguire le sue conferenze. Riuscii a seguirla solo una volta nel 2000 allo IUAV di Venezia, partii da Roma per poterla ascoltare e seguire nella manifestazione della sua filosofia formale dell'architettura.
Eterea e concreta allo stesso tempo.
Senza dubbio.