Il MAXXI, Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, nell’aprile 2021 porta la mostra “Em Casa. Projetos para Habitação Contemporânea al Garagem Sul”, nel Centro Cultural de Belém di Lisbona, spazio dedito all’architettura nel complesso progettato da Vittorio Gregotti.
Originariamente ideata, realizzata ed esposta al MAXXI nel 2019 con la versione “At Home”, a coppie di due tra i maestri del Novecento e le figure emergenti del panorama architettonico italiano e internazionale della Collezione del MAXXI Architettura, la mostra non è «Solo un’esposizione di pezzi, ma il ragionare su un’idea», citando le parole di Margherita Guccione, direttore della sezione Architettura del MAXXI. L’evento si pone come riflessione sul concetto di abitazione e sul tema dell’abitare, argomento attuale e urgente, che descrive il nostro rinnovato rapporto con lo spazio domestico, oggi più che mai intensificato dall’emergenza sanitaria e rivoluzionato da una motivazione tecnologica, informatica ed ecologica.
È proprio qui che risiede, secondo l’architetto Pippo Ciorra, «l’inusuale longevità della mostra», rinominata “At Home 20.20” la scorsa estate e aperta al pubblico il 16 aprile, alla presenza della ministra della Cultura portoghese, Graça Fonseca, e dell’ambasciatore d’Italia a Lisbona, Carlo Formosa, in collaborazione con il MAXXI, con il sostegno dell’Ambasciata d’Italia a Lisbona e dell’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona.
“Em Casa. Projetos para Habitação Contemporânea” proporrà, fino al 5 settembre 2021, un ciclo di visite collaterali e gratuite all’esposizione e alla città, caratterizzato da personalità provenienti da diverse aree geografiche e con l’intento di svelare, in maniera multilaterale, i paradigmi costitutivi della mostra. Il carattere distintivo del nuovo allestimento sta nell’inserimento dei progetti di una serie di architetti portoghesi di grande prestigio, che trasformano i duetti originari in interessanti terzetti ed estendono la riflessione da un’architettura domestica a uno scenario architettonico, come quello portoghese, che ha costruito la sua autorevolezza proprio sulla qualità dell’architettura domestica.
Curata da Margherita Guccione, Pippo Ciorra, André Tavares e Sérgio Catumba, l’esposizione prende forma dalla «Straordinaria ricchezza degli esempi e degli autori dei grandi interventi residenziali pubblici del dopoguerra fino agli esponenti più interessanti della scena portoghese», secondo quanto affermato dallo stesso Ciorra.
Vi è la celebre Villa Malaparte a picco sul mare di Capri, di Adalberto Libera, che comunica con il rifugio alpino delle Dolomiti, progettato dai giovani architetti trevigiani Demogo, e con Casa do Vapor, edificio collettivo presso una spiaggia alla foce del fiume Tago. I collegi universitari di Urbino di Giancarlo De Carlo che dialogano con il progetto Sugar Hill di David Adjaye ad Harlem, New York, in contrasto con le residenze senior di Alcácer do Sal di Aires Mateus. Il Bosco Verticale di Stefano Boeri a Milano che si stanzia accanto alla casa Moriyama di Ryue Nishizawa a Tokyo e alle attività SAAL in Portogallo. La Casa Baldi a Roma, opera prima di Paolo Portoghesi, che interagisce con la casa “spaziale” progettata da Zaha Hadid per il russo Vladislav Doronin e ultimata nel 2018, nel mezzo di una foresta vicino Mosca; l’ambientazione in appartamento del film Indagine su cittadino al di sopra di ogni sospetto di Francesco Berarducci che permette la scoperta e conoscenza della palazzina contemporanea di Jo Noero a Johannesburg e la rivisitazione del Bloco das Bloco das Águas Livres di Teotónio Pereira e Bartolomeu Costa Cabral.
Questa ultima versione di “At Home” si manifesta come “meta-mostra”, con opere di architettura e design, documenti, interviste, progetti video e un articolato programma di film screening, sottolineando esperienze complesse e ibride che testimoniano il nuovo rapporto tra individuo e comunità. Si partirà a maggio con il duo di filmakers Beka & Lemoine che presenteranno, in collaborazione con In Between Art Film, il loro ultimo film Moriyama-San, si proseguirà poi con le visite guidate ad alcuni degli edifici in mostra, emblematica quella a Casa Baldi. Si svolgeranno incontri con alcuni dei progettisti delle opere esposte e lezioni “esperienziali” in collaborazione con Scienzainsieme sull’Abitare sostenibile, l’Abitare estremo e l’Abitare extra-spazio e ci saranno, infine, proiezioni in Videogallery in collaborazione con In Between Art Film.
Patrik Schumacher dello Studio Hadid e Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, in una serie di video-selfie, esporranno idee, stati d’animo e riflessioni, testimoniando l’impatto che ha avuto la pandemia sulla loro professione. Il design, invece, prenderà voce dal racconto sulla natura fluida e multiuso dello spazio domestico, con lavori di Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Ettore Sottsass, Joe Colombo, Bruno Munari, Verner Panton, insieme alle proposte più recenti stimolate dal lockdown.
Il nuovo progetto di allestimento della collezione di architettura del Museo racconta, dunque, l’evoluzione del concetto di casa, mettendo in luce l’essenza del cambiamento, il modo con cui gli architetti contemporanei si stiano adeguando ad esso e quanto la pandemia abbia modificato il modo di vivere l’abitazione rispetto al dopoguerra, ponendo come denominatore comune tra ieri e oggi «La capacità di un progetto di guardare avanti e di prefigurare i nuovi modelli dell’housing contemporaneo», ha concluso la curatrice della mostra, Margherita Guccione.
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