Provate per prima cosa a inoltrarvi nella foresta
artificiale Hylozoic Ground del Canada: piante di plastica sensibili al passaggio
degli umani, ampolle piene di liquidi misteriosi, suoni accattivanti… Una
scenografia di Avatar? No, un progetto di architettura responsabile realizzato da Philip
Beesley, che
vuole evidenziare come l’ambiente, la natura e l’uomo siano in un rapporto
simbiotico, con un richiamo all’”ilozoismo”, antica credenza secondo la quale
il principio della vita è intrinseco alla materia. Una sensazione delicata,
dominata dal ritmo del respiro.
Respiro che si fa decisamente più rapido e concitato al
solo pensiero del padiglione della Polonia, Emergency exit (Agnieszka Kurant e Aleksandra Wasilkowska). Quale uscita di emergenza?
Quella di un salto nel vuoto, che i visitatori possono spiccare dopo aver
scalato una “scala distorta”: ci si trova davanti a un mare di nuvole e l’invito
è quello di abbandonare ogni remora, fidarsi ciecamente e precipitare. Garantiti
materassi e scivoli di sicurezza.
Dopo tante emozioni, meglio far visita a padiglioni più “tranquilli”,
come quello delle Repubbliche Ceca e Slovacca, e lì dar spazio alla creatività
del costruire, raccogliendo tanti listelli di legno e componendo piccoli e
grandi edifici, proprio come quelli esposti con il titolo Natural Architecture (Martin Rajniš e e-mrak with Zlatý rez). L’accento è
posto sui materiali naturali, su costruzioni eco-compatibili e leggere, su case
ed edifici sospesi e autoportanti che sostituiscono la pesantezza del cemento.
Anche nel giapponese Tokyo Metabolizing (Ryue Nishizawa e Yoshiharu Tsukamoto) si potrebbe giocare a lungo: deliziosi modellini
in grande scala sono arredati alla perfezione, mancano solo le bambole ad
abitarli. Ma tutto il resto non è stato trascurato, dalle tazzine ai divani,
dalle ciabattine pronte all’uso ai fiori di carta. Oltre alla parte centrale
del Padiglione giapponese, popolata da tante casette in cui sbirciare dalle
finestre e da ogni apertura (perfino dal pavimento, accessibile dall’esterno),
i curatori offrono una interessantissima riflessione sui differenti modi di
crescita della città orientale rispetto a quella occidentale, e affascina
osservarne la ricostruzione virtuale nel video proiettato.
E per finire, prima di uscire
dai Giardini, un giro nel progetto israeliano, Kibbutz: An Architecture
Without Precedents
(Zvi Efrat,
Adi Levi-Trau,
Iris Kashman e
altri), permetterà ai bambini-raccoglitori
dentro di noi di collezionare tante, tante figurine. Disposte a pile sul
pavimento, le foto dei kibbutz sono a disposizione dei visitatori, che le
possono raccogliere e osservare per comprendere a fondo una tipologia
urbanistica peculiare della nazione, con caratteristiche proprie e specifiche.
Vite parallele
I padiglioni del Nord Europa
marta santacatterina
mostra visitata il 27 agosto 2010
dal 26 agosto al 21 novembre 2010
12. Mostra Internazionale di
Architettura – People meet in architecture
a cura di Kazuyo Sejima
Giardini della Biennale, Arsenale e
sedi varie – 30100 Venezia
Orario: tutti i giorni ore 10-18
(Giardini chiuso il lunedì; Arsenale chiuso il martedì)
Ingresso: intero € 20; ridotto € 16
Info: www.labiennale.org
[exibart]
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